Carmelo Lopapa e Maria Elena Vincenzi per la Repubblica
Mozione di sfiducia a Luca Lotti mercoledì prossimo al Senato. Prima di allora, il ministro dello Sport - che ieri sera sedeva in tribuna per assistere a Napoli-Real alle spalle del presidente De Laurentiis - spera in un' archiviazione lampo della sua posizione nell' inchiesta Consip. «Se non accadrà, bisognerà tirarlo fuori dalla graticola prima possibile», è l' ordine di scuderia di Matteo Renzi: evitare che la vicenda si trasformi in una zavorra per la sua corsa alla segreteria dem.
Certo, la vicenda si complica non poco. «Se l' accusa dell' amministratore delegato di Consip Luigi Marroni a Lotti verrà smentita dalla magistratura, allora si dovrà assolutamente dimettere», dice in tv il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, sottolineando come comunque il pd «non sia coinvolto».
La maggioranza in conferenza dei capigruppo ieri al Senato ha respinto il tentativo dei Cinque stelle di discutere subito la sfiducia, ma ha fissato l' esame della mozione mercoledì prossimo. «Previo accordo con la Camera », era la formula introdotta, tra mille polemiche delle opposizioni, su proposta del capogruppo pd Luigi Zanda, dato che a Montecitorio era stata depositata un' altra mozione dei grillini. «La ritiriamo subito, non vi diamo alibi», annuncia a stretto giro il loro capogruppo Vincenzo Caso. Mentre rompe il silenzio e interviene in difesa di Lotti anche il sottosegretario Maria Elena Boschi: «Conosco Luca, risponderà a tono in Parlamento, le indagini non coinvolgono il governo ».
Il ministro sarà al Senato dunque mercoledì, l' esito è scontato. La mozione «sarà respinta coi soli voti della maggioranza», si dice sicuro Zanda: 60 i sì tra M5S, Lega e altri del Misto, 151 i no, senza i verdiniani di Ala e senza Fi che uscirà dall' aula.
«Non la voteremo perché è una pistola scarica», spiega Maurizio Gasparri. Un forfait che apre però un caso nel centrodestra: «Se difendono Lotti hanno un problema di identità politica e non fanno gli interessi degli italiani », attacca Matteo Salvini.
La vera insidia per governo e maggioranza arriva tuttavia dalla mozione depositata da Andrea Augello del gruppo Idea e firmata da 30 senatori di opposizione: punta alla decapitazione dei vertici Consip. Il M5S sta valutando la presentazione di una mozione identica, così anche i 14 bersaniani del Senato. «Se tutte le opposizioni votano compatte, compresi quelli di Mdp, la spuntiamo noi di 5-6 voti e il governo può solo arrendersi», si dice sicuro Augello.
Numeri a parte, la manovra punta ad aggirare la sfiducia e a mettere comunque in difficoltà il governo. Stesso obiettivo a cui mira la sinistra di Dp con l' altra mozione (la terza) stavolta di censura a Lotti «per chiedere al governo di ritirargli le deleghe», annuncia dalla Camera Arturo Scotto.
luca lotti maria elena boschi al quirinale
A Montecitorio la vicenda planerà comunque col question time di oggi. Il capogruppo forzista Brunetta incalza il ministro Padoan con un' interrogazione con cui chiede «perché non abbia preso provvedimenti su Luigi Marroni, ad di Consip». Il responsabile del dicastero di via XX Settembre gli replicherà che l' amministratore non ha ceduto a ricatti e soprattutto che i criteri di nomina hanno rispettato la legge.
L' inchiesta intanto va avanti. Ieri l' incontro per fare il punto sui due filoni Consip, quello napoletano e quello partenopeo, tra il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi con il collega napoletano Henry John Woodcock. Per definire i prossimi passi delle indagini e parlare anche dell' interrogatorio di Tiziano Renzi. In settimana il gip di Roma Gaspare Sturzo valuterà l' istanza di scarcerazione presentata dalla difesa di Romeo.