SALVINI GIOCA A FARE IL PREMIER. E LA MELONI CHE FA? – COME DURANTE IL GOVERNO CONTE, IL “CAPITONE” PROVA A DETTARE L’AGENDA A "DONNA GIORGIA". IL DRAMMA PER LA DUCETTA È CHE CI STA RIUSCENDO, VISTO CHE DA GIORNI SI PARLA DEL LIMITE AI CONTANTI, DEL REDDITO DI CITTADINANZA DA ABOLIRE E DEI PORTI CHIUSI – DA PALAZZO CHIGI FILTRA “IRRITAZIONE”: LA PREMIER VUOLE RIPRENDERE IN MANO IL PALLINO, E LO FARÀ CON LA MANOVRA…

-

Condividi questo articolo


Cesare Zapperi per il “Corriere della Sera”

 

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI NEL 2014 MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI NEL 2014

Se per tutelare la salute «prevenire è meglio che curare», anche in politica anticipare i tempi può essere un modo di guadagnare visibilità costringendo gli altri (compresi gli alleati) a venire sulle tue posizioni o, comunque, a partire da quelle. Matteo Salvini ha avviato l'esperienza della nuova maggioranza di governo puntando su due capisaldi nel suo modus operandi: valorizzare le tematiche identitarie (scelte fra quelle inserite nel programma comune del centrodestra) e giocare d'anticipo.

 

Qualche esempio per capire meglio la strategia, come l'intervento sul reddito di cittadinanza. È noto che sia il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che la Lega siano da sempre contrari all'integrazione al reddito. Ostili quando non addirittura favorevoli ad una cancellazione tout court. Ecco allora che Salvini si espone, via social perché quello resta il suo metodo comunicativo principe, e annuncia che per lui il reddito di cittadinanza va sospeso per almeno sei mesi (ma solo «per chi può lavorare») per ricavare quel miliardo di euro che serve a finanziare quota 102.

 

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - MEME BY EDOARDO BARALDI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - MEME BY EDOARDO BARALDI

L'uscita prende in contropiede la premier (non se ne era mai discusso in quei termini), che qualche disagio lo accusa, ma al contempo non le consente di dire, almeno pubblicamente, che il tema è fuori dall'agenda della maggioranza. Per Salvini il risultato è duplice: si pone come quello che è più duro rispetto al reddito di cittadinanza e comunque, quale che sia la decisione finale che verrà adottata dal governo, potrà vantare di aver avanzato per primo una proposta.

 

L'esempio è utile per capire che rispetto all'esperienza del governo Conte I il leader della Lega intende adottare una forma di «guerra di posizione» meno dirompente, meno spettacolare, più sottile forse, ma non per questo meno insidiosa per chi ha la responsabilità di guidare l'esecutivo. Di sicuro, ora come allora l'esigenza di Salvini è di guadagnarsi ogni giorno la luce dei riflettori.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

Anzi, visto il forte ridimensionamento decretato dalle urne, quella necessità è ancora più impellente. Ecco perché in pochi giorni, anche se negli ambienti del neo ministro alle Infrastrutture si tende a dire che è stato un fatto occasionale, sul tavolo sono arrivate tutte le carte del mazzo care alla Lega: il reddito di cittadinanza, appunto, ma anche le pensioni, i decreti sicurezza, il tetto al contante, lo stop alle mascherine in ospedale, la pace fiscale, la linea dura contro gli sbarchi e, notizia di ieri, contro i rave party.

 

piantedosi salvini meloni piantedosi salvini meloni

Sono tutti temi che, quantomeno come titoli, rientrano nel programma del centrodestra. Salvini li cavalca a modo suo, trasformandosi in un pungolo pressoché quotidiano per Meloni. E con il suo protagonismo nello stesso tempo ruba la scena a chi, oltre alla premier, ha la diretta competenza sulla specifica materia. Le uscite sul tetto al contante e sulla tregua fiscale sono finite bene. E anche sull'atteggiamento rispetto al Covid l'influenza leghista si è fatta sentire.

 

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI NEL 2015 - FRONTE ANTI RENZI MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI NEL 2015 - FRONTE ANTI RENZI

Da Palazzo Chigi nelle scorse ore è filtrata una certa irritazione. E forse non è un caso che dalla stessa presidente del Consiglio arrivi l'impegno ad accelerare sui temi più cari alla coalizione risultata vincente alle urne. Per questo dagli ambienti salviniani si tende a minimizzare, a negare che vi siano intenzioni di giocare al distinguo, che il ministro voglia in fondo in fondo cercare visibilità ai danni del governo. Per tranquillizzare tutti ecco la decisione di promuovere un incontro con i governatori di Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani, per parlare dello Stretto di Messina. Per ricordare a tutti che lui si considera, prima di tutto, «un uomo del fare».

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI BY CARLI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI BY CARLI matteo salvini giorgia meloni matteo salvini giorgia meloni

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

NON È CON LE GUERRE CHE SI ESTIRPA IL TERRORISMO – ISRAELE POTREBBE INVADERE IL LIBANO GIÀ QUESTA SETTIMANA MA NON CAMBIERA' GRANCHE' – NETANYAHU E I SUOI ALLEATI FINGONO DI NON CAPIRE CHE PER RISOLVERE IL PROBLEMA ALLA RADICE 

BISOGNA CREARE UNO STATO PALESTINESE - PER CREARE UN “NUOVO ORDINE” DI PACE IN MEDIO ORIENTE, TEL AVIV HA BISOGNO DI AVERE DALLA SUA PARTE LE OPINIONI PUBBLICHE INTERNAZIONALI: FARE GUERRA E ELIMINARE I CAPI DI HAMAS E HEZBOLLAH NON BASTERA' - IL MESSAGGIO DI NETANYAHU AGLI IRANIANI: "PRESTO SARETE LIBERI". IL PENTAGONO INVIA ALTRI SOLDATI E AEREI DA CACCIA IN MEDIO ORIENTE

DAGOREPORT - LA GUERRA D’ATTRITO NEL CENTRODESTRA NON SI FERMA A UCRAINA, AUTONOMIA, RAI, BANCHE E CANONE, MA SI ARRICCHISCE DI UNA NUOVA SORPRENDENTE ATTRICE PROTAGONISTA: BARBARA D’URSO – A VIALE MAZZINI SI MORMORA CHE DIETRO L’OSPITATA DELLA CONDUTTRICE A “BALLANDO CON LE STELLE” (COSTO: 70MILA EURO) CI SIA LO ZAMPINO DI TELEMELONI. UNA PIZZA IN FACCIA A PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE HA ALLONTANATO “BARBARIE” DA MEDIASET E NON VUOLE VEDERLA NEMMENO SULLE ALTRE RETI – L’AFFONDO DI GASPARRI SULLE BANCHE E SU ELON MUSK, L’AUTONOMIA, IL POSIZIONAMENTO INTERNAZIONALE: TUTTE LE SCHERMAGLIE TRA FRATELLI D’ITALIA, FORZA ITALIA E LEGA…

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE