SANTANCHEXIT? - LA DOMANDA SORGE SPONTANEA: A TRENT'ANNI DA TANGENTOPOLI, UN MINISTRO DEVE DIMETTERSI APPENA RICEVE L'AVVISO DI GARANZIA, O PUÒ RESISTERE, CONTANDO SULLA PROPRIA MAGGIORANZA? LA RISPOSTA DI SORGI: “I PRECEDENTI INSEGNANO CHE A DECIDERE LA SORTE DI UN MINISTRO È SEMPRE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SULLA BASE DI VALUTAZIONI POLITICHE CHE TENDONO AD EVITARE CHE GLI STRASCICHI DEL CASO SI RIFLETTANO SUL GOVERNO..."

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

GIORGIA MELONI DANIELA SANTANCHE - MEME BY GRANDE FLAGELLO GIORGIA MELONI DANIELA SANTANCHE - MEME BY GRANDE FLAGELLO

Adesso che Santanchè ha parlato pronunciando la sua autodifesa […] la domanda che pende sul capo dell'"imputata", in questo ennesimo "processo politico", è la seguente: oggi come nel 1993, a trent'anni da Tangentopoli, un ministro deve dimettersi appena riceve l'avviso di garanzia, o può resistere, contando sulla propria maggioranza? Intanto Santanchè nega - "ad ora" - di aver avuto alcuna comunicazione giudiziaria (anticipata ieri mattina dal "Domani" e confermata in serata).

 

santanchè meloni santanchè meloni

E poi si attesta sulla linea già fissata dalla premier Meloni: si dimetterà se sarà rinviata a giudizio, qualora insomma la magistratura ravvisi la necessità di sottoporla a processo. Al Senato, sia sul banco dei ministri, sia in aula, la solidarietà ufficiale del destra-centro non è mancata.

 

Ma si sa che quella della Lega è tiepida […] L'aspetto più delicato riguarda la tenuta di Fratelli d'Italia, partito che ha al suo interno una consistente anima manettara, e che non sempre ha guardato con simpatia la rapida ascesa di Santanchè al governo (con Berlusconi non era mai andata oltre il sottosegretariato), senza avere alle spalle una lunga militanza nella destra-destra.

 

GIORGIA MELONI E DANIELA SANTANCHE GIORGIA MELONI E DANIELA SANTANCHE

[…] i precedenti, anche recenti, insegnano che a decidere la sorte di un ministro è sempre il presidente del consiglio. Prima o dopo l'avviso di garanzia o il rinvio a giudizio e sempre sulla base di valutazioni politiche che tendono ad evitare che gli strascichi del caso si riflettano sul governo. Finora Santanchè può contare sulla solidarietà piena di Meloni, contraria al contraccolpo di eventuali dimissioni. Il resto si vedrà.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

COME MAI L’OPA OSTILE DI UNICREDIT SU BANCO BPM HA TERREMOTATO I NEURONI LEGHISTI? IL MINISTRO DEL MEF GIORGETTI HA SUBITO ALZATO LE BARRICATE: L'OPA È STATA "COMUNICATA, MA NON CONCORDATA COL GOVERNO", MINACCIANDO ADDIRITTURA LA GOLDEN POWER, COME SE UNICREDIT FOSSE DI PROPRIETÀ CINESE - ANCOR PIÙ IMBUFALITO È SALVINI: “UNICREDIT ORMAI DI ITALIANO HA POCO E NIENTE: È UNA BANCA STRANIERA, A ME STA A CUORE CHE REALTÀ COME BPM E MPS CHE STANNO COLLABORANDO, SOGGETTI ITALIANI CHE POTREBBERO CREARE IL TERZO POLO ITALIANO, NON VENGANO MESSE IN DIFFICOLTÀ" – ECCO IL PUNTO DOLENTE: L’OPERAZIONE DI ORCEL AVVIENE DOPO L'ACCORDO BPM-MILLERI-CALTAGIRONE PER PRENDERSI MPS. COSI’ IL CARROCCIO CORRE IL RISCHIO DI PERDERE NON SOLO BPM, STORICAMENTE DI AREA LEGHISTA, MA ANCHE MPS, IL CUI PRESIDENTE NICOLA MAIONE È IN QUOTA LEGA…

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…