E SE CROLLA IL MURARO? LA RAGGI DEVE URGENTEMENTE COMPLETARE LA SQUADRA DI GOVERNO E RIEMPIRE I VUOTI LASCIATI DAI DIMISSIONARI - VACILLA ANCHE LA POLTRONA DELL’ASSESSORA ALL’AMBIENTE, PAOLA MURARO, NONOSTANTE LA “BLINDATURA” DI VIRGINIA

Condividi questo articolo


Giovanna Vitale per “la Repubblica - Roma

 

RAGGI MURARO RAGGI MURARO

«Ci prenderemo tutto il tempo necessario», continua a ripetere lo staff di Virginia Raggi a proposito dei tasselli mancanti, in giunta e al vertice del gabinetto, che hanno bloccato il motore della macchina amministrativa e portato alla paralisi il Campidoglio.

Sono trascorse ormai due settimane dalle dimissioni a catena che hanno amputato la squadra grillina.

 

virginia raggi paola muraro virginia raggi paola muraro

E ancora «non si vede luce di paradiso», sbotta un consigliere sull’orlo di una crisi di nervi. Convinto però che la dead line del 20 settembre, fissata dal presidente dell’Aula Marcello De Vito per riunire l’assemblea capitolina («Per quella data avremo il nuovo assessore al Bilancio») sarà rispettata. Ma nessuno sa dire se e quando la decisione verrà ufficializzata. Né se il successore di Marcello Minenna, al netto delle voci, sia stato effettivamente individuato. «Arriverà, arriverà», si limita a sussurrare la sindaca all’ora di pranzo, uscendo da palazzo per uno dei suoi incontri riservati.

 

virginia raggi paola muraro virginia raggi paola muraro

Quel che si sa, al momento, è solo che nell’inner circle della prima cittadina si sta facendo strada una tentazione forte. Procedere con un pacchetto di nomine complessive: una sorta di blitz per designare contestualmente il nuovo titolare dei conti comunali, il vertice del gabinetto decapitato dopo l’addio della giudice Carla Raineri e - a sorpresa - un altro assessore all’Ambiente al posto di Paola Muraro.

 

Raggi, nonostante l’anatema di Grillo e gli ultimi sviluppi di un’inchiesta dai contorni sempre più inquietanti, continua a difendere l’ex consulente dell’Ama. Idem la giunta, con la sola eccezione di Paolo Berdini, che insiste per un suo avvicendamento, necessario ad allontanare ogni ombra dalla squadra. Ma i big del Movimento e soprattutto la base hanno emesso il loro verdetto: Muraro, indagata per reati ambientali, va sostituita.

VIRGINIA RAGGI E PAOLA MURARO VIRGINIA RAGGI E PAOLA MURARO

 

Un’idea che, in queste ore, pare cominciare a far breccia anche nella cerchia dei fedelissimi raggiani che sta vagliando profili e curricula dei papabili all’ingresso nell’esecutivo cinquestelle. Il passo non sarebbe comunque indolore per la sindaca. Costretta ad accettare ciò che solo qualche giorno fa aveva rifiutato con decisione: le dimissioni della sua assessora, rassegnate all’indomani della drammatica audizione in Ecomafie. Sempre tuttavia rimaste sul tavolo.

 

MINENNA MINENNA

Una testa da far rotolare, sebbene obtorto collo, per allentare l’assedio e respirare un po’. Senza neppure temere di precipitare in una nuova impasse, dal momento che un nome di alto profilo - per sostituirla in giunta - sarebbe già planato sul tavolo di Raggi: Antonio Senni, ex direttore generale del ministero dell’Ambiente e professore presso la pontificia università Antonianum. Unico neo: è un uomo. Che stravolgerebbe la parità di genere imposta in giunta dallo Statuto comunale.

 

RAFFAELE DE DOMINICIS RAFFAELE DE DOMINICIS

Raggi però non è convinta. Chiede ancora tempo. Una riflessione che rallenta tutto. Tanto più che pure sul Bilancio, dopo lo scivolone su De Dominicis, si è ben lontani dallo sciogliere la riserva: in corsa sarebbero rimasti quattro candidati. Due i più accreditati: l’economista Nino Galloni e l’ex generale della Gdf Ugo Marchetti. Che ieri ha ammesso: «Sì ho incontrato la sindaca, ma era diverso tempo fa. Ho dato la mia disponibilità, servire Roma è un onore, ma poi non ho saputo più nulla».

 

Un rebus che si allarga anche al nuovo capo di gabinetto. Lunedì il presidente del Consiglio di Stato, ricevendo la sindaca, le ha chiesto di suggerirgli lei un nome, sul quale lui si sarebbe poi espresso. Ma dal Campidoglio non sono arrivate indicazioni. Solo un imbarazzato silenzio. E pure questa partita è sospesa.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MAMMA! MORMORA LEONARDINO… - L’AFFETTUOSO INCONTRO TRA LA VEDOVA DEL VECCHIO, NICOLETTA ZAMPILLO, CON IL VIVACISSIMO FIGLIO LEONARDO MARIA, IN DECOLLO PER LA “FEBBRE DEL SABATO SERA” MILANESE: "CHIODO" AL POSTO DEL DOPPIOPETTO MANAGERIALE - DAL 27 GIUGNO 2022, SONO TRASCORSI OLTRE DUE ANNI DALLA SCOMPARSA DI DEL VECCHIO E LA GUERRA SULL’EREDITÀ TRA GLI 8 EREDI SI E’ INGARBUGLIATA DEFINITIVAMENTE QUANDO È ESPLOSO IL CASO DEGLI SPIONI MILANESI DI EQUALIZE SRL, DOVE TRA I CLIENTI PIU’ DOVIZIOSI SBUCA LEONARDINO CHE ‘’VORREBBE MONITORARE IL FRATELLO MAGGIORE CLAUDIO DEL VECCHIO E UN CONSULENTE CHE STA VICINO A UNA DELLE SUE SORELLE, PAOLA DEL VECCHIO…”

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...