Stamane a Parigi con Marine Le Pen, per parlare di lavoro, famiglia e tutela dell’ambiente, impegnati ad allargare l’alleanza di chi il 26 maggio vuole cambiare e portare un po’ di buonsenso in Europa! ? @MLP_officiel pic.twitter.com/MW6Kak1ISr
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 5 aprile 2019
SOVRANISTI DI TUTTA EUROPA, DIS-UNITEVI! – MENTRE LA MELONI VOLA A VARSAVIA E CHIUDE L’ACCORDO CON IL PIS DI KACZYNSKI, ORBAN E LA LE PEN SI SFILANO DALL’INCONTRO CONVOCATO DA SALVINI A MILANO – “VIKTATOR” TIENE LA TESTA BASSA PER NON FARSI ESPELLERE DAL PPE. MA I POPOLARI, IN CASO DI DEBACLE SOCIALISTA, SARANNO COSTRETTI A SCARICARE IL PSE, COME AMMETTE PURE BERLUSCONI – A QUEL PUNTO ORBAN POTRÀ FARE IL CAVALLO DI TROIA E SPOSTARE A DESTRA IL BARICENTRO DEL PARTITO POPOLARE...
MATTEO SALVINI CON MARINE LE PEN A PARIGI
1 - LE PEN-SALVINI, VERTICE A PARIGI: "È L'INIZIO DI UNA NUOVA EUROPA"
Agostino Corneli per www.ilgiornale.it
Marine Le Pen e Matteo Salvini si sono incontrati a Parigi. La leader del Rassemblement National ha commentato il vertice con l'alleato della Lega scrivendo un post su Twitter in cui ha dichiarato: "In piena forma e pronti a vincere le elezioni europee il 26 maggio prossimo con Matteo Salvini".
L'incontro fra il capo della Lega e la leader del Rn (l'ex Front National)è stato molto cordiale. Come descritto non solo dalla leader francese ma anche dalle fonti vicine al ministero dell'Interno italiano. Secondo le fonti del Viminale, il vertice fra i due leader sovranisti è servito soprattutto a porre le basi per l'ultimo periodo della campagna elettorale in vista delle elezioni europee di maggio mettendo nero su bianco i punti principali del programma della piattaforma comune dei sovranisti - la stessa che si incontrerà il prossimo 8 aprile all'Hotel Gallia a Milano - e che sarà non solo sicurezza, ma anche lavoro, famiglia e ambiente.
Salvini e Le Pen hanno poi ipotizzato una manifestazione comune per la chiusura della campagna elettorale per maggio, con l'idea di "annunciare l’inizio di una nuova Europa". Quell'Europa che, secondo la volontà del fronte sovranista, dovrà essere guidata da un blocco composto da diversi movimenti di tutta Europa, a cominciare dalla Lega, dalla destra francese, ma anche dall'AfD tedesco e dai sovranisti austriaci. Una campagna di allargamento dell'Europa delle Nazioni che, secondo Marine Le Pen, è compito di Salvini, come affermato dalla leader francese in un'intervista al Corriere della Sera.
giorgia meloni raffaele fitto carlo fidanza a varsavia con jaroslaw kaczynski e la delegazione del pis
2 – SALVINI INCONTRA LE PEN: "A MAGGIO A MILANO EVENTO SOVRANISTA PER LE EUROPEE, TUTTI INVITATI"
Angela Mauro per www.huffingtonpost.it
Matteo Salvini ci riprova: "A maggio a Milano terremo un evento grande per la nuova Europa, saranno coinvolti dai 15 ai 20 paesi". Dopo l'incontro mattutino con Marine Le Pen a Parigi, a margine dei lavori del G7 dei ministri degli Interni, il leader della Lega è carico e rilancia su questo evento sovranista di campagna elettorale che inizialmente doveva tenersi a febbraio, poi gli stessi leghisti lo immaginavano a marzo a Strasburgo, poi a Roma, infine fissato a Milano per l'8 aprile.
Ma siccome quello di lunedì prossimo si è ridotto ad una conferenza stampa con i tedeschi dell'Afd, i danesi del Dansk Folkeparti e i finlandesi del Finns Party più lo stesso Salvini, dopo i forfait della Le Pen nonché degli austriaci di Fpo, il vicepremier insiste: evento a maggio. Ma restano incognite su chi davvero ci sarà: le distanze ci sono e sono politiche, pur nella stessa rete sovranista.
In un punto stampa a fine vertice, proprio nella sala del ministero degli Interni francese dove si sono riuniti i rappresentanti dei sette 'grandi', Salvini precisa che l'evento di Milano è "aperto a tutti". Anche "agli spagnoli di Vox", l'ultradestra che qualche mese fa è riuscita a conquistare un ruolo in maggioranza in Andalusia insieme ai Popolari spagnoli e Ciudadanos. E' aperto "ai polacchi di Kaczynski", il leader del Pis che però resta diffidente verso le simpatie putiniane di Salvini. Addirittura l'evento milanese sarà "aperto anche a Orban", azzarda Salvini riferendosi al premier ungherese leader di Fidesz che è appena riuscito a evitare l'espulsione dal Ppe, richiesta dai Popolari dei paesi nordici imbufaliti per le sue derive a destra e – da ultimo – per la campagna del governo di Budapest fatta di manifesti contro Jean Claude Juncker.
Salvini aspetta tutti, convinto di poter costruire così la sua rete sovranista allargata a gruppi che attualmente non fanno parte dell'Enf, la formazione che all'Europarlamento comprende sia gli eurodeputati leghisti che quelli del Rassemblement National. I finlandesi che saranno a Milano lunedì, rappresentati da Olli Kotro, sono attualmente nell'Ecr, il gruppo dei Conservatori e riformisti dove si trovano i 19 eletti di Kaczynski e dove alloggeranno i futuri eletti di Giorgia Meloni con Fratelli d'Italia. E anche i danesi, che a Milano saranno rappresentati da Anders Vistisen, sono nell'Ecr. Mentre l'Afd - con il suo unico eurodeputato Jorg Meuthen, presente lunedì a Milano - è nello stesso gruppo del M5s, l'Efdd.
L'evento di lunedì prossimo insomma serve a Salvini per dire che lui e la sua Lega, quotata oltre il 30 per cento nei sondaggi, fanno da catalizzatore di alleanze per la formazione di un nuovo gruppo europeo, oltre l'Enf e oltre l'Ecr. L'idea è di influenzare così la formazione della nuova maggioranza per la prossima legislatura, esercitando pressione sul Ppe affinché guardi alla sua destra invece che alla sua sinistra (Pse e liberali). Ma tutto questo è ancora in fieri. E forse sta in questo 'in fieri' il motivo dei forfait di Milano e dei continui rinvii dell'evento sovranista, che ancora non conosce data e luogo certi.
MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN
L'incontro di Salvini a Varsavia con Kaczynski a gennaio non è andato bene, sia perché il leader polacco non vede di buon occhio i legami tra la Lega e la Russia di Putin e sia per una storica diffidenza nei confronti dei francesi della Le Pen. Insomma, l'alleanza Kaszynski-Salvini-Le Pen non è ancora una realtà e chissà se lo sarà mai.
E anche con Orban - leader "con cui ci sentiamo ogni giorno", assicura Salvini - il rapporto è complicato dall'esigenza del premier ungherese di non uscire dal Ppe, la famiglia europea ancora primo partito nei sondaggi, la 'casa' che gli ha permesso di contare in Europa. Senza il Ppe, il 50 e passa per cento di Fidesz sarebbe rimasto 'confinato' in Ungheria e Orban sarebbe più isolato di quanto non sia adesso, nonostante la condanna del Parlamento europeo per violazioni dello stato di diritto. Tra l'altro, proprio l'esempio di Orban che, con i suoi 12 eletti, da leader di governo nel suo paese, si è posizionato nel Ppe per avere voce in capitolo in Europa, è di monito a Salvini, che di certo non vuole finire confinato tra i sovranisti e rimanere al palo in minoranza in Europa con Le Pen, seppure al governo in Italia.
Si fa presto a dire evento sovranista. Bisognerà vedere chi ci sarà davvero a Milano a maggio. Ma soprattutto i giochi delle alleanze si faranno dopo il voto, alla luce dei consensi conquistati alle urne e delle convenienze politiche. Salvini ha interesse a sedersi al tavolo che conta in Europa per avere voce in capitolo sulle cariche future, dal presidente del Parlamento a quello della Commissione e soprattutto sulla nomina del commissario che spetta di diritto all'Italia. Il rischio è non solo quello di restare in minoranza senza voce, ma anche di farsi prendere il posto dal M5s che pure ambisce a sedersi al tavolo che conta e sottolinea, ogni volta che può, che sul commissario europeo che spetta all'Italia tratterà il premier Giuseppe Conte e non Salvini.
CHRISTOPHE CASTANER E MATTEO SALVINI A PARIGI
Milano val bene una Le Pen. Ma chissà se dura fino a dopo le europee. Difficile sedersi al tavolo che conta in Europa, dove ci sarà di sicuro il Ppe, ci sarà Kaczynski (che è già ora alleato dei Popolari con tutto l'Ecr) e anche i liberali eletti da Macron, portandosi dietro anche la leader del Rassemblement national, storica avversaria del presidente francese. Salvini dovrà scegliere, evidentemente. E da oggi ha con sé anche la "sintonia" riscontrata al G7 di Parigi proprio con Christophe Castaner, il ministro degli Interni, braccio di destro di Macron, convinto anche lui come il leader leghista che "le ong sono complici dei trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo". Se son rose, fioriranno, sovraniste o meno.
salvini alla festa di castelrotto in trentino alto adige 3 jaroslaw kaczynski