1. PADOAN ANNULLA VIAGGIO A BRUXELLES
Da Ansa
Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha cancellato il viaggio odierno a Bruxelles dove era atteso per la riunione dell'Eurogruppo. Lo conferma un portavoce.
2 VOCI DELLA COMMISSIONE UE: L’EUROPA SOPRAVVIVERA’
Marco Bresolin per la Stampa
Per Bruxelles si è verificato il peggiore degli scenari. Vittoria del No con un ampio margine e dimissioni di Renzi, esattamente quello che Jean-Claude Juncker aveva confidato di non augurarsi nell' intervista a La Stampa di una settimana fa. Uno scossone politico di questo tipo in uno dei Paesi fondatori, dove l' avanzata del populismo non sembra fermarsi, è certamente un brutto colpo alla stabilità europea. Anche nel giorno del pericolo scampato in Austria.
Ma i primi messaggi che filtrano dai piani alti delle istituzioni comunitarie sono acqua sul fuoco: «L' Europa sopravvivrà anche a questo. Idem per l' Euro», una delle prime reazioni a caldo. Un' altra fonte usa parole diverse, ma il concetto è lo stesso: «Purtroppo è andata così. Ma non sarà la fine del mondo».
L' impressione - o almeno l' auspicio - è che alla fine l' Italia farà «quel che meglio sa fare, barcamenarsi» ragionava nei giorni scorsi una fonte diplomatica nord-europea, passando in rassegna tutti i possibili scenari. A Bruxelles c' è la volontà di rasserenare Roma e più in generale i mercati, anche perché gli analisti prevedono «grande volatilità a breve termine» dovuta alla confusione politica che già regna da ieri sera. E dalle istituzioni comunitarie non c' è alcuna voglia di alimentare questa confusione.
Con la consapevolezza che nel medio periodo le cose potrebbero aggiustarsi. Come ha ricordato Mario Draghi proprio qui a Bruxelles, l' economia europea ha già dimostrato una certa «resilienza» alle crisi politiche, vedi Brexit. C' è infatti chi intravedeva rischi peggiori a lungo termine in caso di una vittoria del Sì.
«Non so se la riforma Renzi avrebbe portato risultati positivi, forse sarebbe stato addirittura peggio» fa notare Martina Dlabajova, eurodeputata liberale della Repubblica Ceca, grande conoscitrice della politica italiana. Con la riforma in vigore, e una legge elettorale come l' Italicum, il vincitore delle prossime elezioni avrebbe avuto poteri ritenuti eccessivi. «E se il Paese finisse nelle mani sbagliate?» si chiedevano in molti a Bruxelles.
Al di là delle reazioni a caldo, oggi arriveranno i primi messaggi tangibili all' Italia. Il caso ha infatti voluto che il calendario offrisse come primo evento post-referendum un Eurogruppo dedicato all' analisi delle manovre dei Paesi della zona euro. Nonostante le concessioni «generose» e un' interpretazione molto elastica sul fronte delle spese eccezionali, quella Italiana è stata definita dalla Commissione «a rischio di non conformità con le regole del Patto di Stabilità».
Non una bocciatura netta, piuttosto una sorta di giudizio sospeso anche per non incidere troppo sul referendum. Ora la parola dunque spetta ai ministri della zona Euro, dove la componente dei «falchi» è ben più nutrita e molto più influente rispetto a quella interna alla Commissione. Il presidente dell' Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e il più potente tra i ministri delle Finanze, il tedesco Wolfgang Schaeuble, hanno annunciato battaglia per bloccare la svolta anti-austerità chiesta da Jean-Claude Juncker e ribadita ieri dal commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici.
Ma è tutto da vedere l' atteggiamento che avranno nello specifico bilancio italiano. Con una vittoria del Sì, i difensori del rigore erano già pronti a chiedere a Padoan risposte chiare per azzerare il «rischio di non conformità» della nostra legge di bilancio, che potrebbe richiedere un aggiustamento di cinque miliardi di euro. Ma per evitare di infiammare una situazione già calda, l' indicazione è quella di volare bassi e creare una sorta di «cordone sanitario» attorno all' Italia. Che in questa fase ne ha molto bisogno.