E AL SEGNALE DI GUBITOSI, I DIPENDENTI RAI SCATENARONO L’INFERNO - SCIOPERO E MANIFESTAZIONE CONTRO LA SFORBICIATA DA 150 MILIONI IMPOSTA DA RENZI - IL VICEMINISTRO MORANDO: “IL TAGLIO RESTA”

Il decreto Irpef è vecchio di due mesi, ma solo ieri il dg ha annunciato licenziamenti causa bilancio ridotto - I sindacati uniti hanno indetto uno sciopero l’11 giugno: “Il governo non colpisce gli sprechi ma i posti di lavoro, preparando lo smantellamento delle sedi regionali e la svendita di rai Way”…

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Da www.repubblica.it

La Rai scende in piazza contro il governo per protestare contro i tagli imposti dalla spending review. L'11 giugno le segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf Sal e Usigrai hanno indetto una giornata di sciopero con manifestazione a Roma per tutti i dipendenti del servizio pubblico contro il taglio di 150 milioni di euro che mostra "evidenti profili di incostituzionalità".

SCAZZO RENZI FLORISSCAZZO RENZI FLORIS

"Un taglio drastico che non colpisce gli sprechi ma i posti di lavoro - spiegano i sindacati - creando le condizioni per lo smantellamento delle sedi regionali e ancor peggio per la svendita di RaiWay alla vigilia del 2016 (data in cui dovrà essere rinnovata la concessione per il servizio pubblico), lasciando intravedere inquietanti ritorni a un passato fatto di conflitti di interessi e invasione di campo dei partiti e dei governi. Indicare in Raiway e nelle sedi regionali i luoghi verso cui operare vendite o riduzioni significa infatti - continuano - far morire la Rai e compromettere seriamente il rinnovo della concessione per il servizio pubblico".

Proprio sui tagli al servizio pubblico ricordiamo lo scontro a Ballarò lo scorso 13 maggio fra il premier Matteo Renzi e il conduttore del programma Giovanni Floris:
"Anche la Rai deve partecipare dei sacrifici, tocca anche a voi", aveva detto in quella occasione il premier, distinguendo tra "tagli agli sprechi e ai cda" e licenziamento di lavoratori che, anzi, "non ci saranno".

Alla fine della trasmissione i lavoratori della Rai avevano poi contestato il presidente del consiglio, facendogli notare che aveva detto un sacco di inesattezze e difendendo la propria azienda. Renzi se ne era andato via su tutte le furie gridando di non votare per lui e ricevendo in risposta un coro di "stai sereno Matteo".

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"Il dibattito sul fatto che in tempi di crisi anche la Rai deve contribuire al risanamento del paese - affermano ancora i sindacati proprio in riferimento alle parole del premier - risulta tanto affascinante quanto fuorviante, perché nasconde, dietro un'affermazione condivisibile, un'operazione poco trasparente, che rischia di mettere in ginocchio il servizio pubblico e la tenuta occupazionale nella più grande azienda culturale del Paese. Altro tema è quello della discussione su come ridurre gli sprechi e riformare la più grande azienda culturale del Paese, rispetto al quale i sindacati sono come sempre disponibili al confronto. Confronto che - concludono - non può avvenire se il campo non verrà sgombrato dall'idea che la rete possa essere usata per fare cassa".

Enrico MorandoEnrico Morando


2. RAI:MORANDO;TAGLIO 150 MLN RESTA;DISPONIBILI SU ART.20
(ANSA) - Il taglio di 150 milioni alla Rai previsto dall'articolo 21 del Dl Irpef ''resta''. Il governo - ribadisce il ministro all'Economia Enrico Morando - è invece disponibile a valutare l'esclusione della televisione pubblica dall'articolo 20 che taglia sulle partecipate.

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