SENZA DI ME, IL DILUVIO - PISAPIA: ''ORA FINIRÀ MALE, COME IN SICILIA''. L'INTERVISTA ALL'EX SINDACO CHE SMENTISCE DI VOLER LASCIARE LA POLITICA, E DUNQUE CE LO RITROVEREMO A OGNI SVINCOLO ELETTORALE - IL SUO BADANTE TABACCI: ''SI È STUFATO, NON NE POTEVA PIÙ, È DELUSO, ERA INNAMORATO DELL'IDEA DI UNIRE IL CENTROSINISTRA''. AL MASSIMO POTEVA UNIRE GLI ANTIQUARI DI BRERA...

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TABACCI: PISAPIA NON NE POTEVA PIU', SI E' STUFATO, E' MOLTO DELUSO, ERA INNAMORATO IDEA DI METTERE INSIEME CENTROSINISTRA

Da http://ungiornodapecora.rai.it/  

 

BRUNO TABACCI GIULIANO PISAPIA INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO BRUNO TABACCI GIULIANO PISAPIA INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO

“Pisapia si è stufato, ha tentato di mettere insieme le diverse anime del centrosinistra ma quando era partito non sapeva che da lì a tre mesi ci sarebbe la scissione, che ha cambiato gli scenari”. A dirlo è Bruno Tabacci, ospite della puntata di Un Giorno da Pecora che andrà in onda domani, su Rai Radio1, a partire dalle 13.30. La discesa in campo di Grasso cambierà qualcosa per il Pd? “No, il Pd è nei guai da solo. Al Pd faceva comodo Pisapia, cercavano di costruire una coalizione ma lo stesso giorno gli sono scappati Pisapia e Alfano”. E' vero che Renzi l'ultimo giorno ha chiamato Pisapia dicendogli che aveva convinto Alfano a non candidarsi? “No, non credo”.

BRUNO TABACCI E GIULIANO PISAPIA BRUNO TABACCI E GIULIANO PISAPIA

 

Renzi, però, pare abbia provato fino all'ultimo a convincere l'ex sindaco di Milano. “Quando le cose non si costruiscono bene non si risolvono certo facendo la telefonata dell'ultimo minuto. I rapporti, e le coalizioni – ha proseguito Tabacci a Rai Radio1 - vanno costruite, non possono esser fatte per dispetto”. Crede che criticato l'atteggiamento di Pisapia fosse più portato dalla delusione che dall'indecisione?

 

matteo renzi giuliano pisapia a milano pranzo con la moda matteo renzi giuliano pisapia a milano pranzo con la moda

“Si, lui è molto deluso. Proprio qui a Un Giorno da Pecora, il 19 ottobre scorso, vi dissi che Pisapia era disamorato, un termine per dire che era innamorato dell'idea di mettere insieme il centrosinistra. E poi si è disamorato quando ha visto che non era possibile”. Qualcuno dei suoi, ora, andrà con Pietro Grasso? “Secondo me si. Alcuni erano già con Mdp, poi avevano pensato che fosse utile dare una mano a Pisapia. Ora, visto che non è stato possibile, sono tornati indietro”. Quindi, facendo un paragone sentimentale, non è stato Matteo Renzi che si è fatto lasciare quanto piuttosto Pisapia a dire basta. “E' Pisapia che non ne poteva più”.

 

 

" HO PROVATO A UNIRE DUE SINISTRE SORDE ORA FINIRÀ MALE COME IN SICILIA"

Stefano Cappellini per ''la Repubblica''

 

 

boldrini pisapia boldrini pisapia

 Pisapia, cominciamo dalla fine. La sua scelta di non candidarsi alle politiche è un ritiro dalla contesa elettorale? O addirittura dalla politica?

«La parola ritiro non l' ho mai usata. Già la scorsa primavera avevo dichiarato che non mi sarei candidato. Per me la politica è quello che diceva don Milani, uscire insieme dai problemi, non solo competere per un seggio. Quella è la politica che continuerò a fare, perché dall' impegno civile non ci si ritira».

 

pisapia alfano pisapia alfano

I suoi critici le obiettano che da mesi era chiaro che un' unità tra il campo renziano e anti-renziano era impossibile. È stata un' ingenuità sperarci?

«Quando, nel dicembre 2016, è nato Campo progressista, il mondo della sinistra non era ancora così drammaticamente diviso. E ancora non era neppure ipotizzata una legge elettorale devastante come quella approvata dal Parlamento. Era giusto provarci».

 

Il Pd ha virato sul Rosatellum proprio per tornare alle coalizioni.

«Questa legge non prevede coalizioni vere, ma apparentamenti. Non ci sono primarie, non c' è un candidato premier comune, non c' è un programma condiviso. Sarebbe servito, quantomeno, il voto disgiunto. Lo dissi a Gentiloni, in tempi non sospetti, che questa legge elettorale era una follia».

 

Eppure l' alleanza con il Pd pareva quasi fatta. E' stato lo slittamento dello Ius soli in Senato a far precipitare tutto?

bersani pisapia bersani pisapia

«No. Personalmente ho apprezzato l' impegno di Piero Fassino e di altri esponenti del Pd: aperture ci sono state sulla legge di stabilità, come la progressiva eliminazione dei superticket sanitari e l' estensione della cassa integrazione per le aziende in crisi, ma su temi fondamentali quali il precariato, la tutela del lavoro, la cittadinanza, il perimetro delle alleanze, non c' è stata alcuna certezza. Per noi non era possibile avere come alleati chi contrastava l' approvazione di leggi di civiltà come biotestamento e ius soli e ha una visione diametralmente diversa dai valori della sinistra. In molti, dei nostri è aumentata la sfiducia nella possibilità di un accordo. Ho preso atto di questa divisione e ne ho tratto le conseguenze».

 

Minniti dice che sullo Ius soli è ancora tutto aperto.

SPERANZA PISAPIA SPERANZA PISAPIA

«Per fare un accordo servono certezze. Se lo Ius soli sarà legge non possiamo saperlo il giorno prima di fare le liste».

 

Si parla molto dei "rancori personali", però l' impressione è che ormai esista davvero un fossato tra le sinistre in termini di programma.

«In generale, penso che non sia una buona idea rottamare. Né le persone né i provvedimenti. Non si costruisce demolendo, ma accettando con umiltà le critiche e migliorando. Il paradosso è che molte delle cose che dividono sono state votate da entrambi».

 

Dice Tabacci: Renzi non ha mai creduto davvero alla coalizione.

«Questo andrebbe chiesto a Renzi. Posso dire che se da un lato il Pd ha dato prova di voler ascoltare la nostra voce, dall' altro non vi è mai stata una seppur timida autocritica sulle politiche degli ultimi anni. Campo Progressista chiedeva discontinuità, non abiure».

 

Un passo avanti di Gentiloni, o di un altro candidato premier con un programma rinnovato, l' avrebbe convinta a restare in campo?

PISAPIA BOSCHI 4 PISAPIA BOSCHI 4

«Sarebbe stato un segno di discontinuità importante, ma con i "se" non si fa la storia».

 

Per mesi l' hanno rappresentata come un pendolo tra le due sinistre. Ha mai davvero preso in considerazione l' idea di candidarsi con i fuoriusciti dem contro il Pd?

«No, mai. Ho sempre pensato che due sinistre, incapaci di arrivare a sintesi, sono destinate a perdere. Il mio progetto originario è sempre stato quello del modello Milano, e di tante altre amministrazioni locali, dove è stata sconfitta la coalizione di destra e il Movimento cinque stelle non ha toccato palla. È per questo che ho lavorato con caparbietà e non ho mai cambiato idea. Forse mi sono fidato troppo di chi ci ha chiesto di fare un percorso con noi, dicendo che condivideva il nostro progetto, ma che, in buona o cattiva fede, aveva altri obiettivi».

 

Come giudica la scesa in campo di Grasso?

«Confido che il presidente Grasso, col quale ho un rapporto di stima e di amicizia, farà di tutto per attenuare le già troppe divisioni esistenti. Bisogna evitare quanto meno che la campagna elettorale si trasformi in una lotta fratricida».

 

GIULIANO PISAPIA CARLO DE BENEDETTI GIULIANO PISAPIA CARLO DE BENEDETTI

È vero che, nel vostro colloquio privato al Senato, lei gli sconsigliò di accettare una leadership di parte?

«No, e comunque non sono abituato né a dare consigli non richiesti né a riferire in pubblico il contenuto di conversazioni private. Certo, la presenza di una personalità di rilievo alla testa di tre soggetti politici che faticavano a trovare una leadership nuova, ha creato un effetto di attrazione».

 

Perché la destra riesce a compattarsi pur in presenza di divergenze forti al suo interno mentre la sinistra è vocata al frazionismo?

«Questo è un cruccio di molti. Penso che a destra non si vada tanto per il sottile pur di arrivare al potere. Potere inteso come aggettivo, non come verbo. Ma è impossibile poter fare le cose che si dicono quando si dicono cose così diverse. Purtroppo la destra e i populisti stanno raccogliendo il consenso cavalcando le paure delle persone e forse perché sono dotati di una dose di cinismo superiore alla nostra».

pisapia sinistra a roma pisapia sinistra a roma

 

Ha sentito cosa dice Prodi del suo tentativo? "Non sempre le frittate riescono".

«Prodi è stato carino con me, sa tutto l' impegno che c' ho messo».

 

Gli elettori di centrosinistra devono rassegnarsi ad assistere alla contesa tra Berlusconi e Grillo?

«I sondaggi segnano questa tendenza. E purtroppo in Sicilia è andata proprio così. Temo che la lezione non sia servita».

 

Si rimprovera qualcosa? C' è qualcosa che non rifarebbe o, al contrario, qualcosa che avrebbe dovuto fare?

orlando dalema bersani boldrini pisapia orlando dalema bersani boldrini pisapia

«Non ho mai creduto nell' uomo solo al comando e ho sempre cercato il dialogo e il confronto. Credo ancora che solo un centrosinistra radicalmente innovativo, che sappia unire anime e storie diverse, che hanno però lo stesso obiettivo, sia l' unico modo per dare una speranza a chi ha perso ogni speranza e per evitare che alla fine vinca il partito dell' astensione. Certamente ho fatto anche io errori ma non sono pentito di aver provato a indicare la strada dell' unità. Ma prendo atto che oggi non è percorribile».

BERSANI PISAPIA BERSANI PISAPIA

 

 

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