SGARBI E SANGIULIANO, C’ERAVAMO TANTO ODIATI – I DUE NON SI PARLAVANO DA 5 MESI, DA QUANDO IL MINISTRO AVEVA TRASMESSO ALL’ANTITRUST IL DOSSIER ANONIMO SUL CRITICO D’URTO – MA GLI SCAZZI ERANO INIZIATI SIN DALLA NOMINA DI SGARBI, PER IL BUDGET E PER L’INSOFFERENZA ALLE REGOLE DI VITTORIONE – ORA AL MINISTERO RIFIATANO: “IL PROFESSORE SI PRESENTAVA A LAVORARE NON PRIMA DELLE 4 DEL POMERIGGIO E USCIVA ANCHE DOPO LE 3 DI NOTTE”

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Estratto dell‘articolo di Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”

 

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Al Collegio Romano, la sede dei Beni Culturali, dopo l’addio di Sgarbi rifiatano i commessi, la guardiania, gli autisti. Raccontano che «il professore si presentava a lavorare non prima delle 4 del pomeriggio e capitava che uscisse dopo le 3 di notte. O che al termine delle sue cene romane chiedesse all’improvviso di partire per Torino...».

 

Il giorno dopo è il giorno dei veleni. Vittorio Sgarbi ieri ha ricevuto una lettera dall’amico scrittore Biagio Riccio, napoletano come il ministro Gennaro Sangiuliano che lui però nella missiva paragona al «Corvo di Palermo» che osteggiò Falcone: «Sangiuliano è pervaso dall’invidia — scrive Riccio solleticando non poco l’ego dell’amico — non sopporta Sgarbi, ne soffre la sua indiscutibile possanza culturale».

 

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Di sicuro tra Sangiuliano e il suo ex ormai sottosegretario i rapporti sono stati sempre burrascosi. I due non si parlano più da 5 mesi, da quando cioè è scoppiato il caso del dossier anonimo pubblicato dal Fatto sulle presunte consulenze extra di Sgarbi. Dossier che Sangiuliano, dopo aver ascoltato il parere degli avvocati del ministero, trasmise all’esame dell’Antitrust.

 

Ma la verità è che cominciarono a litigare quasi subito dopo la nomina di Sgarbi, il 31 ottobre 2022. Il critico d’arte dava del «formalista» al ministro, «maniaco estremo dei regolamenti»; Sangiuliano da parte sua non sopportava «l’insofferenza per le regole» dell’altro. Scontri sulle nomine: dal Padiglione Italia di Venezia al Centro per il libro e la lettura.

 

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Feroce la contrapposizione sui musei gratis: per Sgarbi un dogma, ma non per Sangiuliano che fece pagare il biglietto per il Pantheon (5 euro) pure a Elon Musk. […]

 

A giugno scorso, poi, ci fu il tremendo scivolone sessista al Maxxi di Roma durante una serata con Morgan. Il cantante chiese al sottosegretario: «Hai letto più libri o fatto l’amore con più donne? Qual è il tuo record?». E Sgarbi, pronto: «Gli osservatori dell’Osce, nel momento in cui ero attivo, valutavano anche 9 al mese. Quindi 1.500, direi una quota minima di servizio». Scese il gelo in sala.

 

In una lettera al presidente della Fondazione, Alessandro Giuli, 43 dipendenti, principalmente donne, manifestarono il proprio dissenso. Sgarbi provò subito a rimediare: «Parole scherzose». Ma Sangiuliano, in una lettera aperta, tirò fuori il bazooka: «Sono da sempre e categoricamente lontano da manifestazioni sessiste e dal turpiloquio».

 

Litigavano pure sul budget annuo (20 milioni) previsto per l’acquisizione d’immobili di pregio. Sgarbi segnalava bellezze ovunque (a Roma, Verona, Venezia) ma Sangiuliano puntualmente lo stoppava: «Vittorio, abbiamo solo 20 milioni, mica 2 miliardi». Un rapporto, insomma, destinato a finir male.

MEME GENNARO SANGIULIANO CHE MOSTRA IL SUO CELLULARE MEME GENNARO SANGIULIANO CHE MOSTRA IL SUO CELLULARE vittorio sgarbi tiziana rocca giancarlo giannini gianmarco mazzi gennaro sangiuliano foto di bacco vittorio sgarbi tiziana rocca giancarlo giannini gianmarco mazzi gennaro sangiuliano foto di bacco GENNARO SANGIULIANO - RIUNIONE A FERRAGOSTO CON VITTORIO SGARBI E I DIRETTORI GENERALI DEL MINISTERO DELLA CULTURA GENNARO SANGIULIANO - RIUNIONE A FERRAGOSTO CON VITTORIO SGARBI E I DIRETTORI GENERALI DEL MINISTERO DELLA CULTURA

 

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