SIAMO UOMINI O BERSANIANI? - ALTRO CHE RENZI, NEL MIRINO DEL RANCOROSO CULATELLO CI SONO I GIOVANI CHE VOGLIONO LIBERARSI DELL’ABBRACCIO ASFISSIANTE DEI VECCHI LEADER. E LA MINORANZA SI SPACCA

Il capogruppo Speranza vuole guidare l’opposizione interna e trattare direttamente con Renzi, ma l’ex segretario non ci sta e alza la posta, minacciando la scissione. Ma rimane solo coi pasdaran Fassina e D’Attorre…

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Emilia Patta per “Il Sole 24 Ore

 

bersani renzi bersani renzi

«Stavolta viene prima il Paese e poi la ditta». Pier Luigi Bersani non era mai stato così duro: oltre ad accusare il combinato disposto Italicum-abolizione del Senato di introdurre una antidemocratico presidenzialismo senza contrappesi, l’ex segretario - in un colloquio su Repubblica - alza l’asticella fino al punto di non ritorno del voto contrario («Renzi non ha più i numeri alla Camera») e arriva addirittura a evocare la scissione («vediamo se Renzi si fa carico del problema»). Il voto sull’Italicum si conferma dunque come la madre di tutte le battaglie politiche e come possibile spartiacque nella stessa storia del Pd.

 

Pierluigi Bersani Roberto Speranza Alfredo D Attorre Pierluigi Bersani Roberto Speranza Alfredo D Attorre

Eppure Bersani stavolta appare più isolato di qualche settimana fa. I giovani di Area riformista, la componente che fa capo a lui e al capogruppo a Montecitorio Roberto Speranza, non sembrano avere l’intenzione di seguirlo in una resa dei conti che li trasformerebbe in «guastatori del governo», come dice l’esponente della minoranza Dario Ginefra.

 

Sono in molti, al di là delle bocche ufficialmente cucite per non far salire la tensione, a chiedere un chiarimento all’interno all’Area.

 

Bersani e D Attorre Bersani e D Attorre

«Se la missione della nostra Area dovesse diventare quella di “guastatrice” del governo Renzi è giusto che si sappia affinché ciascuno possa sentirsi libero di fare le proprie scelte», dice Ginefra. E a pensarla come Ginefra non sono solo i giovani, comprensibilmente preoccupati del loro futuro politico al di là delle posizioni dei “padri”, ma anche un politico di lungo corso come l’ex ministro Cesare Damiano che ha ricordato come «la fiducia al governo non si può negare».

 

Alla fine della giornata, dopo le bellicose prese di posizione in favore di Bersani da parte dei “radicali” Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre, anche Speranza spende una parola per l’ex leader: «Vedo troppa ingenerosità nei confronti di Bersani». Eppure non c’è dubbio che Bersani abbia scompaginato le carte di Speranza, che puntava a far «depositare le polveri» dopo la direzione di lunedì che ha blindato l’Italicum per arrivare più serenamente alla prossima assemblea del gruppo dopo Pasqua.

 

dario ginefra e laura ravetto dario ginefra e laura ravetto MATTEO ORFINI MATTEO ORFINI

E non è un caso, dichiarazioni di parlamentari renziani a parte, che ad attaccare Bersani sia ufficialmente il presidente del Pd Matteo Orfini, che renziano non è: «Immaginare che si possa spaccare il Pd su una richiesta di modifiche marginali all’Italicum lo trovo incredibile e incomprensibile. Non vorrei che per ragioni strumentali si creasse tensione nel Pd». Renzi, da parte sua, fa mostra di non preoccuparsi affatto, convinto com’è che alla fine i dissidenti non saranno più di una trentina. La road map resta la stessa: via libera definitivo all’Italicum entro maggio.

 

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