carlo nordio sergio mattarella
Estratto dell’articolo di Marzio Breda per il “Corriere della Sera”
Qualcuno ieri immaginava che Mattarella intervenisse come presidente del Csm, sullo scontro tra politica e giustizia. Conflitto riesploso dopo l’intervista in cui il ministro Crosetto ha denunciato una «opposizione giudiziaria» pronta ad aprire le ostilità contro l’esecutivo. Tensioni cresciute con il rinvio a giudizio del sottosegretario Delmastro e con la proposta governativa di sottoporre le toghe a test psicoattitudinali.
SERGIO MATTARELLA E CARLO NORDIO AL CSM
Insomma: la materia del contendere c’è, e le polemiche pure. Eppure, il capo dello Stato ha taciuto. Perché? A parte il fatto che l’assemblea del Csm era dedicata a una relazione del ministro Nordio, e solo a quella, Mattarella si è ispirato al suo metodo. Evitando cioè di interferire con ammonimenti a caldo. Lasciando decantare il dissidio. E favorendo anche così una ripresa del dialogo.
Adesso sta succedendo proprio questo, e al Quirinale lo notano con sollievo, dopo giorni di preoccupazione. Per il momento sono solo segnali, ma indicativi: 1) la conciliante relazione svolta ieri da Nordio; 2) l’annuncio di Crosetto, di voler incontrare i responsabili dell’Anm, cui aderisce la maggioranza delle toghe, per spiegarsi. Poca cosa. Ma meglio del muro contro muro.
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