SORA GIORGIA NON PUÒ PIÙ FARE L'INDIANA CON LA CINA - MELONI È ARRIVATA A NEW DELHI PER IL G20. DOMANI È PREVISTO IL BILATERALE CON IL PADRONE DI CASA, IL PREMIER INDIANO NARENDRA MODI – MA LA VERA NOTIZIA È CHE IL PRIMO MINISTRO CINESE, LI QIANG, HA RICHIESTO UN FACCIA A FACCIA CON LA DUCETTA: UN TENTATIVO IN EXTREMIS DI CONVINCERE MELONI A NON ABBANDONARE LA VIA DELLA SETA? LA REAZIONE CINESE ALLA DISDETTA DEGLI ACCORDI È AL MOMENTO IMPREVEDIBILE…

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1 – MELONI ARRIVATA A NEW DELHI PER IL G20

Estratto da www.ansa.it

giorgia meloni a new delhi per il g20 giorgia meloni a new delhi per il g20

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è atterrata a New Delhi, dove domani e domenica parteciperà al G20. Fra i bilaterali che avrà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a New Delhi a margine del G20, ci dovrebbe essere anche quello con il padrone di casa, Narendra Modi, in programma domani nella fitta agenda del premier indiano.

 

Meloni all'aeroporto di Delhi è stata accolta dalla ministra dell'Agricoltura Shobha Karandlaje, e da un breve spettacolo di ballo messo in scena da un gruppo di giovani danzatrici. […]Fra le autorità che hanno ricevuto Meloni, anche l'ambasciatore italiano in India, Vincenzo De Luca.

 

2 – G20 IN INDIA, FACCIA A FACCIA TRA GIORGIA MELONI E IL PRIMO MINISTRO CINESE: USCIREMO DALLA VIA DELLA SETA?

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per www.corriere.it

 

giorgia meloni a new delhi per il g20 giorgia meloni a new delhi per il g20

[…] La presidente del Consiglio interverrà in due delle tre sessioni di lavoro, sabato e domenica mattina, avrà diversi incontri bilaterali, fra gli altri ha chiesto di vederla il presidente egiziano Al Sisi, così come i nuovi vertici della Banca Mondiale.

 

Ma ciò che ha sorpreso di più gli uffici di Palazzo Chigi è stata la richiesta arrivata da Pechino: il primo ministro cinese, Li Qiang, ha richiesto un faccia a faccia con la nostra premier e le ragioni possono essere molteplici. Può trattarsi di un tentativo in extremis di far cambiare parere alla nostra diplomazia, cercando di convincere Meloni a non abbandonare la partecipazione dell’Italia al progetto della Via della Seta . Ma più probabilmente è un tassello di un negoziato in corso, sottotraccia, fra i due Stati, per arrivare ad un punto di equilibrio che stia bene a entrambi i Paesi.

 

MELONI XI JINPING 56 MELONI XI JINPING 56

L’uscita dell’Italia dal progetto strategico della Belt and Road Initiative, progetto che potrebbe entrare in crisi viste le difficoltà finanziarie della Cina, è temuto dalle autorità cinesi sia per ragioni di immagine, che per il possibile effetto domino. Se va via la Romania, come sembra, non se ne accorge nessuno o quasi, se va via Roma è anche uno smacco nella guerra diplomatica costante fra Washington e Pechino: gli americani potranno piantare una bandierina, i cinesi saranno delusi e arrabbiati. In ogni caso il viaggio di Meloni in Cina, dove è stata invitata da Xi Jinping, potrebbe slittare, o essere addirittura congelato, sino al prossimo anno.

 

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La vera reazione cinese ad un’ormai quasi certa disdetta degli accordi conserva infatti tratti imprevedibili. Se alcuni ministri del governo cinese, anche dopo la visita recente del nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, hanno fatto capire che in ogni caso si cercherà di salvaguardare una relazione commerciale in crescita, non è detto che la nostra uscita dal Memorandum siglato quattro anni fa da Giuseppe Conte rimanga senza contraccolpi. Una diplomazia riservata, fra i due Stati, forse anche coinvolgendo possibili contropartite italiane, è al lavoro e il confronto fra Li Qiang e Giorgia Meloni potrebbe essere un ulteriore tassello di un negoziato di riduzione dei danni.

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