LO SQUALO NELLO STATO - UN DEPUTATO LABURISTA, A LUNGO NEL MIRINO DEI TABLOID, ACCUSA MURDOCH DI AVER COSTRUITO UNO “STATO OMBRA” CHE OPERAVA ALLA RICERCA DI INFORMAZIONI PICCANTI SUI POLITICI, PER SCOPRIRNE AMANTI, CORNA E VIZIETTI CON L'OBIETTIVO DI RICATTARLI E DI INFLUENZARNE LE DECISIONI - UN EX-CRONISTA DEL “NEWS OF THE WORLD” RIVELA CHE LA ROSSA BROOKS VOLEVA NOTIZIE HARD SUI MEMBRI DELLA COMMISSIONE DELLA CAMERA CHE AVEVA COMINCIATO A INDAGARE SULLA “NEWS CORPORATION”…

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Enrico Franceschini per "la Repubblica"

Uno «stato ombra» che opera nascostamente all'interno della società britannica, sguinzagliando i suoi uomini alla ricerca di informazioni compromettenti sui leader politici, per scoprire «amanti segreti», «relazioni extraconiugali», «amicizie omosessuali», con l'obiettivo di ricattarli e di influenzarne le decisioni.

RUPERT MURDOCH CON IL SUN A TRENTATRE ANNI DI DISTANZARUPERT MURDOCH CON IL SUN A TRENTATRE ANNI DI DISTANZA

È l'accusa senza precedenti lanciata a News Corporation, la casa editrice dei giornali di Rupert Murdoch in Inghilterra, da un libro appena pubblicato a Londra, scritto da Tom Watson, un deputato laburista a lungo lui stesso nel mirino dei tabloid del magnate australiano, e da un giornalista dell' Independent, un quotidiano rivale.

RUPERT MURDOCHRUPERT MURDOCH

Il libro presenta nuove prove contro Murdoch, proprio nel momento in cui il cerchio sembra stringersi sempre di più attorno all'editore e ai suoi collaboratori. Martedì suo figlio James sarà interrogato per la terza volta dalla commissione d'inchiesta sul Tabloidgate, lo scandalo di intercettazioni illecite e corruzione di pubblici ufficiali che dall'estate scorsa tormenta la News Corporation; e il giorno dopo sarà chiamato a deporre, per la seconda volta, l'81enne Rupert. Intanto la polizia ha arrestato altre tre persone nell'ambito delle indagini, fra cui un giornalista, corrispondente da Buckingham Palace del Sun, il quotidiano più venduto del gruppo.

Con questi il numero degli arrestati sale a 26 e secondo le indiscrezioni la polizia ha chiesto nei giorni scorsi alla magistratura di incriminarne formalmente almeno 11, tra cui ci sarebbe Rebekah Brooks, ex-amministratrice delegata della News Corporation, considerata da Murdoch come una figlia.

REBEKAH BROOKS CON IL MARITOREBEKAH BROOKS CON IL MARITO

E il caso starebbe per allargarsi agli Stati Uniti, dove il tycoon ha un'altra cospicua fetta del suo impero mediatico, dalla rete tivù Fox News al tabloid scandalistico New York Post fino al Wall Street Journal: Mark Lewis, l'avvocato inglese che un anno fa fece scoppiare il Tabloidgate a Londra denunciando intercettazioni illecite ai danni di un singolo cliente, afferma di essere pronto a presentare tre casi analoghi alla giustizia statunitense.

MURDOCH ATTACCATO CON SCHIUMA DA BARBAMURDOCH ATTACCATO CON SCHIUMA DA BARBA

In attesa delle nuove testimonianze di Murdoch padre e figlio davanti alla commissione d'inchiesta, per il momento è il libro del deputato britannico a raccogliere la maggiore attenzione. Fin dal titolo: Dial M for Murdoch, allusione a un famoso film di Hitchcock, "Dial M for Murder" (in italiano si chiamava "Delitto perfetto").

In passato l'autore aveva paragonato Rupert Murdoch a un padrino mafioso. Stavolta va ancora più in là: «Abbiamo concluso», afferma Watson, «che la rete di influenza stesa da News Corporation sopra la Gran Bretagna, includendo politici, polizia e molti altri personaggi della nostra vita pubblica, equivale a uno stato ombra».

Il suo volume contiene le rivelazioni di un ex-giornalista del News of the World, il tabloid chiuso da Murdoch nel luglio scorso per spegnere lo scandalo, il quale afferma che l'allora direttore del giornale ordinò ai suoi cronisti di «trovare tutto quello che si riesce» sul conto dei membri della commissione della camera dei Comuni che aveva cominciato a indagare sulla News Corporation. Lo scopo era scoprire «chi è gay, chi ha relazioni extraconiugali, qualsiasi cosa possiamo usare» per compromettere i deputati e condizionarne le decisioni.

ALISTAIR CAMPBELL E CHERIE BLAIRALISTAIR CAMPBELL E CHERIE BLAIR Manifestante anti MurdochManifestante anti Murdoch

Trai deputati della commissione più decisi a fare luce sugli sporchi trucchi del gruppo Murdoch c'era lo stesso Watson, che nel suo libro raccoglie una confidenza in proposito fattagli da Alastair Campbell, l'ex-portavoce di Tony Blair: «Rebekah Brooks mi disse che non si sarebbe fermata fino a quando non fosse riuscita a colpire Watson.

E quando io criticai l'operato del loro gruppo, ricevetti una serie di messaggi minacciosi da parte di Rebekah e di James Murdoch». Con Watson, sempre secondo il libro, la News Corporation a un certo punto prova anche a trattare: un intermediario avvicina il deputato, per dirgli che la compagnia è disposta a sacrificare il direttore del News of the World, ma non Rebekah, considerata «sacra». Sennonché poi è caduta anche lei. Resta da vedere quante altre teste cadranno in questa istituzione che Dial M for Murdoch definisce «tossica», come un veleno, per la democrazia.

 

 

 

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