STRONZI DI RIACE: LO SCANDALO DELLE STATUE DI BRONZO ABBANDONATE A REGGIO MOSTRA COME L’ITALIA NON MERITI I TESORI CHE HA

Ecco come prendere un tesoro di valore inestimabile e buttarlo nel cesso: il museo di Reggio Calabria che ospita i bronzi di Riace è chiuso dal 2009 - Le splendide statue sono nel palazzo della Regione, dimenticate da tutti - A questo punto sarebbe meglio che siano gli stranieri a occuparsene...

Condividi questo articolo


Sergio Rizzo per "Corriere.it"

Sono ancora pietosamente adagiati sul dorso, in una sala di palazzo Campanella a Reggio Calabria. Si trovano in quella posizione dal 23 dicembre 2009. E 1.291 giorni cominciano a essere davvero troppi, anche per due statue. Se poi quelle due statue sono i Bronzi di Riace, e la prospettiva è che rimangano lì almeno per altri otto mesi, giudicate voi.

BRONZI Di RiaceBRONZI Di Riace

Il Museo della Magna Grecia, dove sono stati esposti per ventotto anni nella pressoché totale indifferenza, è chiuso dalla vigilia di Natale di tre anni e mezzo fa causa restauri. Doveva riaprire un anno dopo, in tempo per le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. Ma come sempre i lavori si sono rivelati interminabili, fra problemi tecnici, pastoie burocratiche e la solita inevitabile carenza di soldi. Causata, manco a dirlo, dalla lievitazione abnorme dei costi: da 10 a 33 milioni di euro.

L'ultimo appalto da 5 milioni per l'allestimento delle sale con i fondi europei, che alla fine sono saltati fuori, doveva essere chiuso il 6 giugno scorso. Invece è slittato al 15 luglio. E siccome il bando stabilisce 180 giorni dalla data di consegna dei lavori al vincitore della gara, ecco che se tutto andrà per il verso giusto ben difficilmente i Bronzi potranno tornare al loro posto prima della primavera 2014 inoltrata.

bronzi riacebronzi riace

Nel frattempo restano dunque nel Consiglio regionale. Dove si apprestano a trascorrere un quarantunesimo compleanno dal loro ritrovamento, avvenuto il 16 agosto del 1972 nelle acque di Riace a opera del sub dilettante Stefano Mariottini, piuttosto triste. Vero è che si possono ammirare gratis, ovviamente supini. Ma a patto di sapere che si trovano in quel posto.

Pensate forse che la città di Reggio Calabria sia disseminata di indicazioni su come raggiungere il luogo dove sono esposti? Niente affatto. Dell'esistenza dei Bronzi di Riace non si trova traccia nemmeno nella home page del sito Internet del Consiglio regionale che pure li ospita. Bisogna cliccare sul link della «visita virtuale» al palazzo Campanella, quindi entrare nella pagina del «Salone Federica Monteleone», cui è stato dato il nome di una sfortunata studentessa sedicenne morta nel gennaio 2007 per un errore medico, per apprendere che «l'aula attualmente ospita il laboratorio di restauro dei Bronzi di Riace».

px Bronzi di riace ritrovamentopx Bronzi di riace ritrovamento

Stop. Non una foto. Non una riga di spiegazione. Come se la presenza di quelle meraviglie dell'arte classica senza paragoni nei ritrovamenti archeologici di tutte le epoche storiche, non fosse niente più che un trascurabile dettaglio.

Del resto, basta dare un'occhiata ai dati del ministero dei Beni culturali per avere idea dell'attenzione che veniva riservata ai Bronzi di Riace anche quando erano esposti nelle sale del museo ora chiuso. Le cifre dei visitatori paganti durante gli ultimi tre anni di apertura lasciano letteralmente di stucco: erano 61.805 nel 2007, 50.085 nel 2008, per scendere a 36.136 nel 2009.

Ovvero, un ventisettesimo delle persone che erano accorse a vedere i Bronzi a Firenze, trent'anni prima. Incasso del 2009, poco più di 132 mila euro: una miseria. Ma difesa con le barricate dalla città tutte le volte che qualcuno ha provato a ipotizzare anche il semplice trasloco temporaneo, naturalmente a pagamento, dei suoi inestimabili tesori fuori da Reggio Calabria.

Basta ricordare come dieci anni fa il progetto dell'allora governatore calabrese Giuseppe Chiaravalloti di realizzare copie delle due statue da mandare in giro per il mondo fu contrastato da un comitato «contro il trasferimento e la clonazione dei Bronzi di Riace» attraverso un referendum popolare che vinse con 30.564 «no» contro appena 186 «sì».

bronzi riacebronzi riace

Da allora le cose sono andate oggettivamente di male in peggio, come dicono i numeri: colpa delle amministrazioni locali, del ministero, chissà. Fatto sta che oggi un analogo «comitato per la valorizzazione e la tutela dei Bronzi di Riace» implora di riaprire il Museo per rimetterli in piedi al più presto.

Due sculture di importanza planetaria scandalosamente dimenticate per anni in una città che ha un disperato bisogno di sviluppo. Pensate alla Francia, alla Germania o alla Gran Bretagna: in qualunque altro Paese civile una situazione del genere non avrebbe potuto che suscitare scandalo e provocare immediate reazioni. Ma non qui, dove il silenzio assordante delle istituzioni e della politica è stata la risposta alle denunce dell'opinione pubblica.

Prime fra tutte, quelle di Antonietta Catanese, che sul Quotidiano della Calabria ha dedicato a questa vicenda pagine di fuoco. L'ultima puntata della storia infinita riguarda la cosiddetta «fase 2» del restauro del Museo della Magna Grecia. Si tratta di un progetto che risale a qualche anno fa e prevede l'ampliamento sotterraneo degli spazi. Autore, l'architetto Nicola Di Battista.

Per realizzarlo si sarebbero resi disponibili altri 10 milioni di fondi europei, ma l'associazione Amici del Museo si è messa di traverso: le loro contestazioni riguardano il rischio di pregiudicare eventuali resti della necropoli ellenistica che si trovano sotto la costruzione. Senza poi contare i problemi sollevati dal Comune di Reggio a proposito della viabilità.

Eppure le chiacchiere stanno a zero. Quei denari vanno tassativamente spesi entro il 2015, diversamente saranno perduti. Ma purtroppo è un film già visto, a dispetto dell'orribile primato nazionale della disoccupazione giovanile. In Calabria è arrivata al 53,5 per cento.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - COME SI PUO’ CONTROLLARE UN PARTITO CHE HA QUASI IL 30% DEI VOTI CON UN POLITBURO DI 4-5 PERSONE? E INFATTI NON SI PUO’! - LE SORELLE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI NON TENGONO LE BRIGLIA DI FRATELLI D’ITALIA: SILENZIATA LA CORRENTE DEI “GABBIANI” DI RAMPELLI, AZZERATO IL DISSENSO, ELIMINATA OGNI DIALETTICA INTERNA (CHE SI CHIAMA “POLITICA”), TRATTATI I PARLAMENTARI COME CAMERIERI A CUI SI DANNO ORDINI VIA CHAT, COSA SUCCEDE? CHE POI QUALCUNO SI INCAZZA E FA “L’INFAME”, SPUTTANANDO ALL’ESTERNO IL PIANO DI GIORGIA MELONI PER IL BLITZ PER ELEGGERE FRANCESCO SAVERIO MARINI ALLA CONSULTA…

DAGOREPORT – GIORGETTI E' GIA' PRONTO PER LA TOMBOLA: DÀ I NUMERI - IL MINISTRO DELL’ECONOMIA ALLE PRESE CON LA TERRIBILE LEGGE DI BILANCIO PRIMA ANNUNCIA “SACRIFICI PER TUTTI” E NUOVE TASSE TRA ACCISE E CATASTO, PER POI RINCULARE QUANDO SI INCAZZA LA MELONA, COSI' TIMOROSA DI PERDERE IL VOLUBILE CONSENSO POPOLARE DA CONFEZIONARE UN VIDEO CONTRO IL SUO MINISTRO: "NOI LE TASSE LE ABBASSIAMO" - E QUANDO NON SBUCA LA MELONI, ARRIVA PANETTA: SULLA CRESCITA DEL PIL GIORGETTI SI APPOGGIA AI NUMERI “ADDOMESTICATI” DELLA RAGIONERIA GENERALE FORNITI DALLA SUA FEDELE DARIA PERROTTA, PER VENIRE SUBITO SMENTITO SECCAMENTE DALL'UFFICIO STUDI DI BANKITALIA... 

DAGOREPORT – IL BALLO DELLA KETAMINA DI ELON MUSK NON PORTA VOTI: LA PERFORMANCE “OCCUPIAMO MARTE” DEL PICCHIATELLO DI TESLA SUL PALCO CON TRUMP IN PENNSYLVANIA NON HA MOSSO L’OPINIONE PUBBLICA – KAMALA HARRIS SAREBBE IN VANTAGGIO DI 4-5 PUNTI, MA IL SISTEMA ELETTORALE USA E' FOLLE: NEL 2016 HILLARY CLINTON FU SCONFITTA DA TRUMP PUR AVENDO AVUTO 3 MILIONI DI VOTI IN PIU' – IL PRESSING DEI REPUBBLICANI PERCHE' TRUMP ABBASSI I TONI (È IL MOMENTO DI PARLARE AGLI ELETTORI MODERATI, NON AL POPOLO MAGA, CHE LO VOTA COMUNQUE) - I DILEMMI DI KAMALA: MI CONVIENE FARE GLI ULTIMI COMIZI CON OBAMA? COME RICONQUISTARE IL VOTO DEI TANTI GIOVANI PRO-PALESTINA?

DAGOREPORT – VOCI (NON CONFERMATE) DALL’IRAN: IL REGIME DELL’AYATOLLAH AVREBBE TESTATO UN ORDIGNO NUCLEARE NEL DESERTO DI SEMNAN – SAREBBE UN MONITO PER NETANYAHU: NON ATTACCARE SENNO’ RISPONDIAMO CON L’ATOMICA – PIU’ DELLE MINACCE DI KHAMENEI CONTA L’ECONOMIA: CINA E INDIA SONO I PRINCIPALI CLIENTI DEL PETROLIO DI TEHERAN E SE “BIBI” COLPISCE I SITI PETROLIFERI IRANIANI PUO’ TERREMOTARE L’ECONOMIA GLOBALE – BIDEN CHIAMA NETANYAHU E GLI CHIEDE DI NON TOCCARE I GIACIMENTI…