TANGENTI TERREMOTATE: “SE NON PAGHI NON LAVORI” - I 10 MILA EURO DI MAZZETTA PER IL VICESINDACO PD DELL'AQUILA NASCOSTI NELLA SCATOLA DELLA GRAPPA

4 arresti per un'inchiesta che promette di svelare una nuova Tangentopoli aquilana - Gli sciacalli del terremoto pretendevano tangenti dagli imprenditori impegnati nei lavori della ricostruzione - Il vicesindaco Riga (del Pd) si è dimesso mentre altre 4 persone sono finite ai domiciliari...

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Giuseppe Caporale per ‘La Repubblica'

La mazzetta per Roberto Riga, vice sindaco (in quota centrosinistra) della città terremotata, era nascosta dentro una confezione di grappa. Diecimila euro in pezzi da cinquecento. Agostino Marcon, dipendente della Steda spa, ditta veneta impegnata nei lavori della ricostruzione dell'Aquila, ricorda tutto molto bene, e lo mette a verbale davanti ai magistrati dell'Aquila, David Mancini e Antonietta Picardi. «Misi io i soldi dentro la confezione di una bottiglia di grappa, che poi consegnai a Pierluigi Tancredi (all'epoca dei fatti consigliere di Forza Italia, ndr).

ROBERTO RIGAROBERTO RIGA

Nel dargliela gli dissi che all'interno c'erano i diecimila euro che aveva preteso e che doveva portare a Roberto Riga e lui mi rispose: a posto grazie. E ci salutammo. Ricordo anche di aver parlato successivamente a quella dazione dei 10 mila euro proprio con Riga, nel corso di un incontro avvenuto al bar La Dolce Vita sempre a L'Aquila. In quella circostanza Riga mi garantì che era imminente l'assegnazione di alcuni lavori alla nostra ditta. E che "era tutto a posto", ma di fatto quei lavori poi non li abbiamo mai avuti...».

Comincia da qui, da questo interrogatorio, l'inchiesta che potrebbe segnare l'inizio di una nuova tangentopoli all'Aquila e che ieri ha portato all'arresto di quattro persone. A finire agli arresti domiciliari oltre a Tancredi, anche l'ex assessore alla ricostruzione dei beni culturali Vladimiro Placidi, Daniela Sibilla, collaboratrice di Tancredi e l'imprenditore abruzzese Pasqualino Macera.

ROBERTO RIGAROBERTO RIGA

"SE NON PAGHI NON LAVORI"
«Tancredi ci disse che se non pagavamo quella tangente a Riga non avremmo ottenuto commesse per i puntellamenti e nemmeno per la ricostruzione della città» racconta ancora Marcon durante il suo interrogatorio. «Avevamo bisogno di lavorare perché l'azienda in quel periodo era in serie difficoltà finanziarie, l'ente pubblico non ci pagava lo stato di avanzamento lavori ed avevamo dei costi fissi altissimi. Pagavamo stipendi a mille cento persone che lavoravano per noi, fra dipendenti e sub appaltatori. Dopo circa un mese, nel corso del quale Tancredi era stato particolarmente insistente nel chiedere i soldi per Riga, Daniele Lago, l'amministratore della società, si decise a pagare».

E ora si scopre che per partecipare al grande affare della ricostruzione dell'Aquila "bisogna pagare..." come racconta ai giudici anche l'imprenditore Lago: 30 mila euro per il vice sindaco Riga, 20 mila euro per l'allora assessore Palcidi, il tre per cento per il politico- affarista Tancredi. Sono queste le tariffe delle tangenti nella città che cinque anni dal sisma è ancora in ginocchio e che non ha più - e forse mai lo riavrà - un centro storico. E quando l'imprenditore non ha soldi, le tangenti si possono pagare anche con le casette, con i m.a.p., i moduli abitativi provvisori.

TERREMOTO AQUILATERREMOTO AQUILA

Già, perché se quelle strutture di legno per migliaia di persone sono, ancora oggi, luogo di dolore e sofferenza, per Tancredi, politico locale di lungo corso con in mano le "chiavi" giuste per aprire le porte degli uffici comunali, erano mazzette. Mazzette ottenute in merce.

IL SISTEMA DELLA RICOSTRUZIONE
Racconta ancora l'imprenditore Lago: «Tancredi mi spiegò che in Comune a L'Aquila i lavori venivano affidati previo accordo con singoli politici e/o funzionari, in relazione alle loro aree di influenza; mi si disse che ad esempio, gli immobili ATER facevano capo ad una persona, gli immobili di altra natura ad altra persona ancora e nel caso di specie, il vice sindaco Riga era referente per l'aggregato da ricostruire che mi si propose».

«Gli indagati hanno rivelato una dedizione costante ad attività predatorie in danno della collettività, arrivando a suggerire i metodi corruttivi, a costituire società ad hoc, a rappresentare realtà fittizie, anche in momenti (il post sisma) in cui il dramma sociale e umano avrebbe suggerito onestà e trasparenza. Da ciò si ricava la certezza della reiterazione di reati della stessa specie», scrive il gip Romano Gargarella nell'ordinanza d'arresto motivando le esigenze cautelari.

Il terremoto visto dall'alto (foto Adnkronos) Il terremoto visto dall'alto (foto Adnkronos) Il terremoto visto dall'alto (foto Adnkronos) Il terremoto visto dall'alto (foto Adnkronos)

I SOLDI AI PARTITI
Per ottenere quell'appalto a Lago fu chiesto di finanziare con un contributo elettorale di cinque mila euro il partito politico "La Destra", in quanto un'esponente locale era responsabile della ricostruzione di uno dei palazzi dove la Steda spa voleva ottenere i lavori. Ieri, il vice sindaco Robero Riga, dopo una mattinata convulsa tra perquisizioni e incontri in Comune, si è dimesso.

«Per me si tratta di un fulmine a ciel sereno - ha detto Riga - su una vicenda che non conosco. Confido nella magistratura che faccia il suo corso, fornirò elementi per mia estraneità. Per le mie azioni c'è la piena tracciabilità - sottolinea - comunque ho un'informazione di garanzia, non un rinvio a giudizio. Mi dimetto per consentire alla città di continuare la ricostruzione senza che la mia vicenda personale possa essere di intralcio».

 

Il terremoto visto dall'alto (foto Adnkronos) Il terremoto visto dall'alto (foto Adnkronos)

 

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