1. SILICON BANK PREMIATA DA "FORBES" SOLO UNA SETTIMANA PRIMA DI FALLIRE
una filiale della silicon valley bank
Estratto dell’articolo di Antonella Ciancio per “il Messaggero”
Solo una settimana Silicon Valley Bank veniva premiata da Forbes, prestigiosa riviste di economia e finanza, come una delle migliori banche al mondo: solida e affidabile. In meno di due giorni Svb è diventa la seconda maggiore banca a fallire nella storia americana.
Le cause di un crollo così rapido sono ancora oggetto di analisi: un mix di investimenti troppo sbilanciati sui bond che insieme al rialzo dei tassi hanno messo in crisi l'istituto americano. Appesantito pure dall'eccessiva esposizione verso le start up.
[…] E ieri una seconda banca, Signature Bank, è stata chiusa dalle autorità: ha sede nello Stato di New York. Il motivo è che le riforme attuate dopo la grande crisi finanziaria consentono di evitare il disastro che ha travolto le grandi banche sistemiche 15 anni fa.
Va precisato che un terzo dei depositi Usa sono in mano a banche di piccole dimensioni, e circa il 50% non sono assicurati secondo stime citate da Bob Elliott, il cio di Unlimited Funds. «Se una delle banche tra le top 20 che rispettano le regole può crollare in 48 ore con un danno per i depositanti, c'è da immaginare quale rischio corrono coloro che conservano i loro risparmi al di fuori dei circuiti finanziari», scrive Elliott su Twitter. […]
2. SILICON VALLEY BANK, BIDEN: "SISTEMA È SOLIDO, RISPARMI AL SICURO"
"Grazie alla rapida azione della nostra amministrazione negli ultimi giorni, gli americani possono avere fiducia che il nostro sistema bancario è solido. I vostri depositi sono al sicuro". E' quanto è tornato ad assicurare il presidente americano Joe Biden, in una dichiarazione dalla Casa Bianca prima di partire per la California, per il vertice Aukus con il Regno Unito e l'Australia. "Nessuna perdita sarà a carico dei contribuenti americani", ha garantito, parlando del fallimento della Silicon Valley Bank e della Signature Bank.
"Chiederò al Congresso e alle autorità di regolamentazione di rafforzare le regole per le banche" ha annunciato il presidente degli Stati Uniti. "Dobbiamo prevenire che questo possa accadere di nuovo" ha detto Biden parlando del fallimento della Svb, denunciando che "purtroppo la precedente amministrazione aveva annullato le regole" introdotte dall'amministrazione Obama.
3. BIDEN «SALVATORE DELLE BANCHE»: TUTTE LE IMPLICAZIONI DEL CRAC SILICON VALLEY BANK
Estratto dell’articolo di Federico Rampini per www.corriere.it
[…] L’Ucraina, la Cina, l’inflazione, l’immigrazione, ogni altro dossier passa in secondo piano di fronte all’emergenza creata con il crac della Silicon Valley Banka cui ne è seguito un altro, della Signature Bank di New York. Due fallimenti bancari nel giro di 48 ore.
Evocare la grande crisi finanziaria del 2008 per adesso è prematuro, le differenze sono sostanziali. Però il governo e la banca centrale preferiscono non correre rischi. I loro interventi colpiscono per la rapidità e anche la generosità. Perfino eccessiva? Di sicuro non mancheranno le ricadute politiche.
[…] La reazione all’insolvenza della Silicon Valley Bank (SVB) è stata tempestiva. L’azienda di credito è stata messa sotto il controllo dell’agenzia federale che assicura i depositi, la FDIC. Ai sensi della legge, e del suo mandato, la FDIC è tenuta a proteggere solo i depositanti medio-piccoli: garantisce il rimborso di tutti i conti bancari fino al valore di 250.000 dollari. […]
In questo caso però la filosofia detta del «moral hazard» è stata abbandonata precipitosamente. Già nel corso del weekend, a mercati chiusi, le autorità americane hanno fatto sapere che con i soldi della FDIC rimborseranno tutti i clienti, anche quelli che alla SVB avevano affidato milioni o perfino centinaia di milioni. Del resto la stragrande maggioranza dei clienti di quella banca aveva conti molto superiori ai 250.000 dollari.
Quella banca non aveva una clientela di piccoli risparmiatori bensì di imprese, le tipiche start-up tecnologiche e innovative che formano il tessuto economico della Silicon Valley californiana. Con il fallimento della banca rischiavano di fallire anche molte di quelle start-up. Già alcune avevano smesso di pagare i dipendenti e i fornitori, visto che tutta la loro liquidità era sui conti SVB.
Lo strappo al principio per cui i clienti ricchi non vanno protetti al 100% come i piccoli risparmiatori, sta già sollevando critiche da parte di chi sospetta un movente politico: il tessuto imprenditoriale della Silicon Valley è di sinistra, vota democratico e finanzia il partito di Biden, è all’avanguardia in tutte le crociate del politicamente corretto, dall’ambientalismo radicale alla promozione delle minoranze etniche all’agenda transgender.
[…] C’è però una giustificazione dietro lo strappo alla regola. Biden, la sua segretaria al Tesoro Janet Yellen (che è anche una ex banchiera centrale), il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, hanno avuto ragione di temere un effetto contagio.
Il fallimento di una seconda banca nel weekend, la Signature Bank di New York, ha confermato questo timore. La decisione di rimborsare tutti i clienti di ambedue le banche vuole mandare un messaggio rassicurante all’intero sistema. La potenza delle autorità pubbliche americane, Tesoro e banca centrale viene dispiegata per fare argine contro le ondate di panico.
sede della silicon valley bank
[…] La […] vicenda è […] figlia di due eccessi: da una parte la lunga stagione di politica monetaria accomodante che aveva schiacciato i tassi vicino allo zero; dall’altro la bolla di Big Tech che aveva arricchito la Silicon Valley durante la pandemia (quando tutta la nostra vita si svolgeva «in remoto», a beneficio del settore digitale).
L’inversione di tendenza è stata brutale, con la ripresa post-pandemia è esplosa l’inflazione, la Federal Reserve ha dovuto alzare i tassi, ha «bucato» la bolla di Big Tech. Alla luce di queste cause generali, il trio Biden-Powell-Yellen non può escludere che altre banche facciano la fine della SVB.
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[…] Altre polemiche politiche sono in arrivo. È prevedibile che saranno soprattutto i repubblicani a contestare la generosità con cui Biden salva tutti, anche i ricchi, a spese del contribuente. Nel 2008 fu proprio questa protesta a far nascere il Tea Party, movimento populista di destra che contestò i maxi-salvataggi e prese le difese del ceto medio che paga le tasse: fu il segnale precursore dell’ascesa politica di Donald Trump.
[…] Un’ultima notazione riguarda la geopolitica globale: un’altra ricaduta del 2008 fu che i dirigenti del partito comunista cinese si convinsero della superiorità del modello statalista e dirigista, cominciarono a teorizzarla apertamente, e Pechino cominciò a vedere il capitalismo americano come afflitto da un declino irreversibile.