1. I TABACCAI ALL' ASSALTO "DENUNCIAMO I SINDACI CHE VIETANO I GIOCHI"
Giuseppe Salvaggiulo per ''La Stampa''
Con un' iniziativa senza precedenti, i tabaccai dichiarano guerra ai sindaci che limitano il gioco d' azzardo, denunciandoli alla Corte dei Conti per danno erariale. Secondo i tabaccai, le ordinanze restrittive causano un danno alle casse pubbliche, privandole delle tasse che derivano dal gioco legale. Pertanto i sindaci devono risponderne con il patrimonio personale. Secondo le loro stime, il danno in tutta Italia ammonta a 2,5 miliardi di euro l' anno.
Il primo esposto-denuncia viene depositato in queste ore alla Procura presso la Corte dei Conti della Lombardia contro il sindaco di Bergamo Giorgio Gori (Pd), che il 13 giugno ha emanato un' ordinanza «per contrastare fenomeni patologici connessi al gioco compulsivo». Riguarda new slot, sale giochi tradizionali, videolottery, sale scommesse sportive, lotterie istantanee e a estrazione, sia telematiche che cartacee. Prescrive una distanza minima di 500 metri dai «luoghi sensibili» (chiese, scuole, ospedali) e obbliga le sale a chiudere dalle 7,30 alle 9,30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21.
L' ordinanza di Gori è simile a molte emanate dai Comuni negli ultimi quattro anni, ma è la prima a colpire anche scommesse sportive e «gratta e vinci», facendo di Bergamo l' unica città italiana in cui il gioco d' azzardo è completamente vietato in alcune ore. In estate i tabaccai l' hanno impugnata al Tar. L' udienza è stata fissata a febbraio dell' anno prossimo.
Sono ormai decine i contenziosi aperti in tutta Italia. I tabaccai, che sono concessionari dello Stato per il gioco legale e autorizzati delle questure, reclamano la violazione della libertà di iniziativa economica in un settore legale («l' alternativa è farlo gestire dalla malavita, come fino a 15 anni fa»). Inoltre accusano i Comuni di appropriarsi di una competenza legislativa riservata allo Stato. I sindaci rivendicano l' esercizio di poteri legittimi di regolamentazione per tutelare l' ordine pubblico e la salute pubblica in una materia delicata.
La giurisprudenza dei tribunali amministrativi non è univoca. Il governo Monti nel 2012 aveva previsto un decreto entro 120 giorni per stabilire norme generali. Sono passati quattro anni e si naviga ancora nell' incertezza del diritto. Dunque i tabaccai rilanciano, chiamando in causa direttamente i sindaci per «depauperamento finanziario dello Stato».
La denuncia contro il sindaco di Bergamo non resterà isolata. Altre ne partiranno presto in Toscana, Piemonte e Veneto.
Se la sindaca di Roma Virginia Raggi terrà fede all' annuncio di limitare numero e orari delle sale gioco e di vietarle nel centro storico, anche lei sarà oggetto di un' iniziativa analoga.
Così a tappeto, in tutta Italia.
Su 53 mila tabaccai, il sindacato conta 48 mila associati dei quali 35 mila sono concessionari di gioco d' azzardo.
L' esposto pilota quantifica il danno provocato dall' ordinanza. Nel 2015 a Bergamo sono state effettuate giocate per 284,7 milioni di euro, garantendo un gettito per l' erario di 25,5 milioni. Dopo l' ordinaza di Gori, le giocate del «10eLotto» sono calate del 24,5 per cento, quelle del Lotto del 22,5 e quelle del Gratta e Vinci del 14,8. Dunque, secondo i tabaccai, «a Bergamo appare ragionevole stimare un danno complessivo di 7,6 milioni l' anno». La proiezione del danno stimato su base nazionale è 2,5 miliardi l' anno.
«Anche noi riteniamo che la tutela della salute sia un dovere primario, ma la situazione è diventata insostenibile - dice Giorgio Pastorino, presidente nazionale del Sindacato Totoricevitori Sportivi - Federazione tabaccai -. I sindaci sono intervenuti malamente e devono essere chiamati a rispondere dei danni provocati».
2. RENZI: "NO ALLA TASSA SU AIRBNB" E ARRIVA IL TAGLIO DI 133MILA SLOT - PREMIER CONTRO CEDOLARE DEL 21% SUGLI AFFITTI VIA WEB: "CON ME NIENTE AUMENTI"
Barbara Ardu per ''la Repubblica''
«Nessuna nuova tassa in Legge di bilancio nessuna scrive Matteo Renzi -. Nemmeno Airbnb. Finché sono premier io, le tasse si abbassano e non si alzano». Con un messaggio su Twitter il premier si dice contrario all' emendamento segnalato dalla Commissione Finanze della Camera a quella Bilancio, dove, da martedì, verranno votati 900 emandamenti (quelli scelti tra i 4.692 presentati).
E dove potrebbe aprirsi anche un altro dossier, quello sulle slot machine. Governo e maggioranza vorrebbero anticipare al 2017 la riduzione del 33% delle macchinette, anche perché ci sarebbero le coperture.
Ma prima di farlo dovrà arrivare l' ok della Conferenza unificata Stato-Regioni, prevista per martedì.
Ma è sul tweet di Renzi che si apre la prima crepa. Il messaggio del premier attacca l' emendamento che prevede l' introduzione di una cedolare secca del 21% sugli affitti pagati dai turisti ai proprietari di casa che mettono in locazione, per periodi brevi, stanze o abitazioni sulla piattaforma Airbnb o con altri canali. È Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio, ad aprire le polemiche.
Dai microfoni di Radio radicale rilancia quanto gli sta a cuore da tempo, l' introduzione della digital tax, per far pagare l' Iva alle multinazionali del web, un' entrata di cui Boccia quantificò l' importo in circa 30 miliardi di euro. «Renzi - spiega Boccia - aveva promesso l' introduzione della digital tax dal 1° gennaio 2017, ma sulla sua approvazione si sono poi spente le luci». Poi precisa la sua posizione sull' emendamento contestato da Renzi.
«Non prevede nessun aumento delle tasse, semmai un recupero dell' evasione - dichiara Boccia - perché gran parte di questi affitti sono in nero. E anche di buon senso perché c' è gente che le tasse vuole pagarle ». Tant' é precisa, che «la proposta arriva da più gruppi parlamentari, a partire dal Pd».
Anche i Cinque Stelle sposano l' idea della cedolare, ma ne abbattono l' aliquota «al 10% se si paga entro 60 giorni e senza imporre fantomatici registri », che dovrebbero censire gli affittuari . Sul tema interviene anche il viceministro all' Economia Luigi Casero, che batte su un altro tasto, la concorrenza che certo ha molto a che fare col nero. La tassa Airbnb «è un problema che va affrontato perché bisogna porre sullo stesso livello l' offerta alberghiera e paralberghiera ».
Concorda con il premier il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. «Penso sia giusto che il governo avvii un percorso di abbassamento della pressione fiscale. Penso poi - ha aggiunto Calenda - che si possa e si debba fare un ragionamento sui regimi fiscali applicati alle piattaforme digitali. Si tratta di un ragionamento complesso e tendenzialmente andrebbe fatto a livello europeo».
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