TE LO DO IO L’INCERINITORE! – EFFETTO-GRILLO IN VAL D’AOSTA SUL REFERENDUM SUL PIROGASSIFICATORE DI BRISSOGNE: POLITICI AL TAPPETO - RIBALTATO IL “SI’” UNANIME ALL’IMPIANTO DEL CONSIGLIO REGIONALE - UN VALDOSTANO SU DUE VOTA CONTRO LA DECISIONE DELL’UNION VALDOTAINE, CHE AVEVA CONSIGLIATO DI DISERTARE LE URNE - SCONFITTI I TEORICI DEL “PERICOLO NAPOLI”…

Condividi questo articolo


Stefano Casellli per il "Fatto quotidiano"

BEPPE GRILLO - MOVIMENTO 5 STELLEBEPPE GRILLO - MOVIMENTO 5 STELLE

In Valle d'Aosta ha vinto l'antipolitica, nel senso che la politica tradizionale ha preso una sberla non indifferente. La costruzione del pirogassificatore di Brissogne (impianto della famiglia degli inceneritori) era stata deliberata in Consiglio regionale con una maggioranza che nemmeno la Bulgaria dei tempi andati: 30 voti favorevoli, cinque astenuti, nessuno contrario.

BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLEBEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Domenica questo voto è stato ribaltato da una valanga di "sì" al referendum propositivo, istituto previsto dalla Regione a Statuto speciale: 47 mila sì al quesito "Non si realizzano né si utilizzano sul territorio regionale impianti di trattamento a caldo quali incenerimento, termovalorizzazione, pirolisi o gassificazione"; 47 mila sì che rappresentano il 94% dei voti validi espressi da oltre 50 mila valdostani, il 48% degli aventi diritto (all'ultimo referendum propositivo aveva votato il 28%).

PIROGASSIFICATORE jpegPIROGASSIFICATORE jpeg

Questa la vera vittoria di chi da anni si oppone all'impianto che avrebbe dovuto smaltire le 65 mila tonnellate di rifiuti che la Valle produce ogni anno. Perché significa che quasi un valdostano su due ha manifestamente votato contro l'Union Valdotaine, il partito autonomista al governo da oltre trent'anni che - non a caso - aveva consigliato l'astensionismo agli elettori (il referendum sarebbe fallito in caso di non raggiungimento del quorum del 45%). E a queste latitudini un "consiglio" dell'Union Valdotaine, partito che detiene ogni leva di comando, ha il suo peso.

PIROGASSIFICATORE jpegPIROGASSIFICATORE jpeg

Parlare di vittoria dei "cittadini" contro il "palazzo" in questo caso è davvero fuor di retorica. Non è un caso che venerdì sera, a poche ore dal voto, sia planato ad Aosta Beppe Grillo, che sul tema ciclo dei rifiuti, no inceneritori e simili ha costruito parte del suo percorso politico. Il locale e ancora acerbo Movimento 5 Stelle (assieme al Pd che ha cambiato idea nel corso degli anni) è l'unica forza politica ad avere affiancato il comitato "Valle virtuosa" che ha vinto il referendum.

MODELLO DI UN PIROGASSIFICATORE jpegMODELLO DI UN PIROGASSIFICATORE jpeg

L'idea di un inceneritore in Valle d'Aosta risale al 2005. La prima petizione del Comitato raccoglie 652 firme, la seconda mille, la terza - con tanto di bozza per un piano alternativo di gestione dei rifiuti - 3.500. La Regione si accorge del dissenso, abbandona il progetto dell'inceneritore per un pirogassificatore, votato con la già ricordata maggioranza bulgara. Il Comitato non si accontenta e raccoglie 11 mila firme (il 10% degli elettori), ma il Consiglio regionale la boccia, aprendo la strada al referendum.

REFERENDUM SUL PIROGASSIFICATORE DI AOSTA jpegREFERENDUM SUL PIROGASSIFICATORE DI AOSTA jpeg

Inizia una lotta serrata tra pro e contro, fatto di studi, perizie (soprattutto mediche sui danni alla salute provocati dallo smaltimento a caldo dei rifiuti) e dossier su interessi palesi e nascosti dietro al business del pirogassificatore. Si scopre, per esempio, che tra le società incaricate della realizzazione dell'opera figura (o meglio, figurava) anche la Green Holding, di cui era amministratore delegato Giuseppe Grossi (scomparso nel 2011) arrestato nel 2009 per la truffa delle bonifiche del quartiere Milano Santa Giulia.

IL PIROGASSIFICATORE DI AOSTA jpegIL PIROGASSIFICATORE DI AOSTA jpeg

Oppure la Real Dalmine, gestore di un inceneritore nel Bergamasco dove negli anni passati sono stati smaltiti anche rifiuti provenienti dalla campagna. Musica per le orecchie di chi ritiene che gli inceneritori siano solo un affare maleodorante (in tutti i sensi) fatto per guadagnare sull'importazione dei rifiuti a scapito della salute di chi abita vicino. Chi voleva il "piro", invece, paventa un "pericolo Napoli" nel cuore delle Alpi. La discarica è satura, la differenziata non è a livelli di eccellenza. Augusto Rollandin, presidentissimo della Regione (la prima volta ricoprì la carica nel 1984) non ne vuole più sapere: "La questione sarà decisa nella prossima legislatura".

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – DUE “ORFANELLE” SI AGGIRANO PER L’EUROPA: MARINE LE PEN E GIORGIA MELONI. ENTRAMBE DEVONO PRENDERE LE DISTANZE DAGLI EUROPUZZONI (I "PATRIOTI" ORBAN, VOX E PARANAZI VARI CHE SALVINI HA RIUNITO A PONTIDA) - LA DUCIONA FRANCESE È TERRORIZZATA DAL PROCESSO SUGLI ASSISTENTI DEL SUO PARTITO PAGATI CON I FONDI EUROPEI: LA CONDANNA CANCELLEREBBE IL SOGNO DI CONQUISTA DELL'ELISEO - PER SALVARSI DALL'IRA DEI GIUDICI LA “PATRIOTA” MARINE, DOPO AVER RINUNCIATO A FIRMARE LA MOZIONE DI SFIDUCIA CON LA SINISTRA DI MELANCHON AL GOVERNO DI MACRON, ORA PENSA DI MOLLARE I "PATRIOTI" DEL POPULISMO SOVRANISTA - LA DUCETTA ITALIANA E' INVECE RIMASTA SOLA IN ECR CON I POLACCHI DEL PIS E STA CERCANDO DA BRAVA CAMALEONTE DI BORGATA DI FINGERSI “MODERATA” PER RIAGGANCIARE IL CARRO DEL PPE...

VESPA, CHI ERA COSTUI? INDIGNATA LETTERINA DI "BRU-NEO" A DAGOSPIA: “IERI SERA AL PALAZZO DEI CONGRESSI HO ABBANDONATO LA CELEBRAZIONE DEI 100 ANNI DELLA RADIO E DEI 70 DELLA TELEVISIONE, INDIGNATO PER IL TRATTAMENTO RISERVATO A ‘PORTA A PORTA’. ACCANTO ALL'OMAGGIO A MONUMENTI COME ZAVOLI E PIERO ANGELA, SONO STATI RICORDATI ‘MIXER’ E ‘CHI L’HA VISTO’. MA NON UNA PAROLA, NÉ UNA IMMAGINE, SUI 30 ANNI DI PORTA A PORTA” - FATTE LE NOMINE, VESPA NON SERVE PIÙ? È STATO UN GENTILE CADEAU DA PARTE DI CHI È STATO ESTROMESSO? CHI C'È DIETRO? È MAI POSSIBILE CHE LA SCALETTA DI UN PROGRAMMA COSÌ IMPORTANTE, CHE CELEBRA UN SECOLO DI RAI, NON ABBIA AVUTO L’IMPRIMATUR DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RAI, GIAMPAOLO ROSSI?

PERCHÉ GIORGIA MELONI È COSÌ INCAZZATA CON LA DISGRAZIATA "TALPA" CHE HA SPIFFERATO IL BLITZ SULLA CONSULTA DI MARTEDÌ PROSSIMO? LA DUCETTA SPERAVA DI COGLIERE DI SORPRESA L'OPPOSIZIONE E SPIANARE LA STRADA AL SUO CONSIGLIERE GIURIDICO, FRANCESCO SAVERIO MARINI. GIUSTO IN TEMPO PER IL 12 NOVEMBRE, QUANDO LA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBE BOCCIARE L'AUTONOMIA LEGHISTA, CON GRANDE GIUBILO DELLA SORA GIORGIA: SE COSÌ FOSSE, SALTEREBBE IL REFERENDUM CHE NON LA FA DORMIRE LA NOTTE (GLI ITALIANI SONO CONTRARI) - ANCHE FORZA ITALIA HA CHIAMATO IN ADUNATA I SUOI, MA LA LEGA NO. E TE CREDO...

DAGOREPORT - LA FINANZIARIA È UN INCUBO PER IL GOVERNO CAMALEONTE DI GIORGIA MELONI: GRAVATA DAGLI OBBLIGHI EUROPEI SUL DEBITO PUBBLICO, CHE ANDRÀ SFORBICIATO DI ALMENO 12 MILIARDI L’ANNO, E DA UNA CRESCITA STRIMINZITA – EPPURE IL PNRR PIÙ DOVIZIOSO D’EUROPA (QUASI 200 MILIARDI) DOVEVA GARANTIRCI CRESCITA COSTANTE E SOPRA AL 3%. COS’È ANDATO STORTO? TUTTO: IL PIANO È STATO MAL SPESO E PEGGIO INVESTITO. E CON IL TRASLOCO DEL MINISTRO FITTO, CHE HA GIÀ PORTATO ARMI E BAGAGLI A BRUXELLES IN VISTA DELL’ESAME DELL’EUROPARLAMENTO, LA SITUAZIONE POTRÀ SOLO PEGGIORARE. LA MELONA INFATTI VUOLE DIVIDERE IL PORTAFOGLIO TRA CIRIANI E MUSUMECI, NON CERTO DUE FENOMENI DI EFFICIENZA E GESTIONE…