LA TERZA GUERRA MONDIALE È TRA HACKER E SPIE - IL SITO DELLA NSA VA IN TILT E “ANONYMOUS” RIVENDICA L’ATTACCO MA L’AGENZIA NEGA: “ERRORE INTERNO”

Poco meno di un’ora dopo che il sito era out, su Twitter sono usciti cinguettii da account riconducibili ad Anonymous che lasciavano intuire che si è trattato di una loro azione di rappresaglia - Il mistero di “Marina”, la gigantesca banca dati nella quale la Nsa raccoglie le informazioni che provengono da Prism e Upstream…

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1 - IL SITO INTERNET DELLA NSA VA IN TILT. ANONYMOUS RIVENDICA L'ATTACCO. MA L'AGENZIA NEGA: "ERRORE INTERNO"
Marco Bardazzi per "la Stampa"

Da quando è uscita dall'ombra ed è finita nell'occhio del ciclone in seguito alle rivelazioni della "talpa" Edward Snoweden, non c'è pace per la la maggiore agenzia di intelligence Usa, la National security Agency: il suo sito web ufficiale è andato in black-out, e subito gli hacker di Anonymous si sono affrettati ad affermare che è stata opera loro, ma la stessa Nsa ha poi affermato che si è trattato di «un errore tecnico».

Dopo che ormai da alcune ore il sito era inaccessibile, una portavoce, Vanee Vines, ha confermato che c'erano dei problemi e che erano in corso verifiche. «Ci stiamo lavorando», si è limitata ad affermare. Allo stesso tempo, altre fonti hanno fatto sapere che non c'erano indicazioni di un'intrusione di pirati informatici né tantomeno di una sottrazione di dati.

Tuttavia, già poco meno di un'ora dopo che il sito era andato in panne, su Twitter sono cominciati a uscire cinguettii da account riconducibili ad Anonymous, più o meno attendibili, che lasciavano intuire che si è trattato di una loro azione di rappresaglia per l'attività di sorveglianza elettronica globale condotta dalla Nsa.
Un'azione messa a segno con la tecnica del `disributed denial of service´(DDoS), ovvero un sovraccarico di traffico, di contatti convogliati dai pirati informatici per mandare in tilt i siti presi di mira.

C'è stato un riferimento al DDoS da un account Twitter chiamato @annoymousAsia, ritenuto affiliato al gruppo Anonymous, e anche da altri, così come da altri account sempre riconducibili allo stesso gruppo, sono arrivate battute ironiche, come quella di @AnonyOps: «Aww, non temete per l'interruzione di nsa.gov. Loro hanno una copia di backup di internet».

Non molto tempo dopo, la Nsa ha però affermato in comunicato che si è trattato di un problema tecnico e non di un'intrusione di pirati informatici. «Nsa.gov è rimasto inaccessibile questa sera per diverse ore a causa di un errore interno verificatosi durante una programmata operazione di aggiornamento», ha affermato l'agenzia in una e-mail citata dalla Abc News. «La questione verrà risolta» nelle prossime ore, si legge ancora nel testo, in cui si precisa anche che «le affermazioni secondo cui l'interruzione è stata causata da un attacco `disributed denial of service´(DDoS) non sono vere».

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2 - NOMI IN CODICE E ALLEANZE. TUTTI I MISTERI DI "MARINA"
Marco Bardazzi per "la Stampa"


Come in ogni spy-story che si rispetti, anche nel caso Snowden al centro dell'intrigo ci sono una raffica di nomi in codice. Per capire cosa ha svelato finora l'esperto d'intelligence trentenne e ipotizzare quali segreti contengono ancora i suoi file criptati, bisogna seguire le parole-chiave che li racchiudono. Due in particolare.

La prima è in apparenza rassicurante, un nome di donna: Marina. La seconda è un classico acronimo militare del Pentagono: Jwics, che sta per Joint Worldwide Intelligence Communications System.

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Marina è la gigantesca banca dati nella quale l'agenzia di intelligence americana Nsa raccoglie le informazioni che provengono da Prism e Upstream, due programmi già diventati famosi. Il primo è quella sorta di gigantesco aspirapolvere digitale con cui la Nsa setaccia i server di colossi come Google, Apple, Facebook e altri. Qui vengono prelevati milioni di «metadati», informazioni di base come mittente, destinatario e orario di trasmissione di una mail. Le società coinvolte negano di fornire accesso diretto ai server, ma l'effettivo funzionamento di Prism resta segreto.

I dati di Prism finiscono nei database di Marina e qui vengono incrociati con quelli che arrivano da Upstream, un programma che permette alla Nsa di infiltrare direttamente i cavi in fibra ottica che trasportano nel mondo gli scambi di informazioni sul web e le comunicazioni telefoniche. Upstream è poi il collettore di una serie di programmi la cui natura è ancora nebulosa. La fantasia degli spioni elettronici, anche in questo caso, emerge dai nomi in codice: Fairview, Stormbrew, Oakstar, Blarney.

Per non essere da meno, i cugini del Gchq che lavorano nel «doughnut» - il gigantesco edificio a ciambella che ospita l'equivalente britannico della Nsa - hanno nascosto dietro altri nomi in codice programmi analoghi, che raccolgono dati forse destinati a confluire in Marina. Il più importante, secondo le rivelazioni del «Guardian», si chiama Tempora e funziona in modo analogo a Upstream.

La quantità di informazioni gestite da questi sistemi si intuisce dai dati emersi nei documenti di Snowden. La Nsa per esempio in un manuale per uso interno afferma di attingere ogni giorno all'1,6% di tutto il traffico di internet. Non è poco, se si considera che sul web si stima un traffico quotidiano di 1.826 petabytes di informazioni. Un petabyte, stando al sito specializzato Gizmodo, equivale a 13 anni di trasmissioni Tv in HD. Visto però che la stragrande quantità dei dati sul web è occupata da video e foto, quell'1,6% in realtà potrebbe anche rappresentare una larga fetta degli scambi di mail del pianeta.

Marina conserva per almeno 12 mesi questa valanga di dati e la Nsa, stando a quanto ha fatto emergere Snowden, dovrebbe avere la possibilità di incrociarli con ciò che raccoglie con altri programmi che raccolgono i metadati delle telefonate gestite dai colossi come Verizon, BT, Vodafone. Quando poi gli spioni elettronici americani e britannici incontrano comunicazioni criptate, le violano senza troppi problemi grazie a due programmi con nomi in codice presi da storiche battaglie: BullRun (Usa) e Edgehill (Gb).

Per Glenn Greenwald, il giornalista-avvocato che conduce da mesi il gioco delle rivelazioni, tutto questo complesso scenario è solo una piccolissima parte di ciò che racconta la documentazione top secret che Snowden ha sottratto agli Usa e custodisce ora con modalità misteriose.

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Washington è in allarme perché ha ricostruito nel dettaglio ciò che l'esperto d'intelligence ha collezionato prima della fuga. Il timore è che dopo aver permesso al mondo di sbirciare dentro Marina, possa aprire le porte anche del Jwics, la rete segreta militare su cui passano informazioni altamente classificate sui rapporti degli Usa con molteplici paesi: da qui, Snowden ha portato via 30 mila documenti.

Fino a oggi, però, l'uomo che gli Usa vorrebbero arrestare ha creato molti imbarazzi diplomatici, ma è stato attento a non divulgare niente che si configuri come un vero e proprio attentato alla sicurezza nazionale.

 

 

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