TIKTOK USA E GETTA - SUL SOCIAL CINESE I POLITICI NON SE LI FILA PIÙ NESSUNO - RENZI ERA PARTITO SFORZANDOSI DI SEMBRARE SIMPATICO MA DOPO IL 25 SETTEMBRE HA ABBANDONATO I SUOI FOLLOWER - CALENDA NON MOLLA E CI AMMORBA TRAVESTENDOSI DA GUIDA TURISTICA DEL SENATO E SPIEGANDO GLI AFFRESCHI DI PALAZZA MADAMA - POVERO PD, OLTRE CHE NELLE URNE È SCOMPARSO ANCHE DAI SOCIAL: SU TIKTOK ZAN NON BASTA PER ACCHIAPPARE QUALCHE LIKE

-

Condividi questo articolo


 

Daniele Priori per “Libero quotidiano”

 

carlo calenda su tiktok 1 carlo calenda su tiktok 1

Camere riunite e profili TikTok spenti o quasi, almeno a sinistra. Il social cinese più popolare fra i giovani, anzi, fra i giovanissimi tra i 18 e i 30 anni, nel campo progressista si è rivelato un autentico fuoco di paglia o forse anche meno. Bastano pochi dati per capire le dimensioni del flop, in proporzione ancor più catastrofico di quello elettorale.

 

Tra i partiti e i leader del centrosinistra e del Terzo Polo, infatti, la media di follower last minute accumulati su TikTok in campagna elettorale va dai 36mila e 200 del profilo ufficiale del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, partito forte tra shish, shock e autoironiche parodie di se stesso ma dalla fine della campagna elettorale praticamente spento, ai 25mila e rotti del collega di lista Carlo Calenda, leader di Azione, unico, oltre i confini geografici del centrodestra, che sta continuando a tenere attivo il profilo.

 

matteo renzi tiktok matteo renzi tiktok

Senza macchiette e balli ma con interventi su politica e cultura. A inizio settimana l'ex ministro dello sviluppo economico ha postato un video da insider del Senato, una sorta di breve videolezione d'arte sull'enorme affresco presente nel Salone d'Onore di Palazzo Madama: Cicerone denuncia Catilina.

 

matteo salvini tiktok matteo salvini tiktok

Non molto coinvolgente, almeno per i punti di vista dei tiktoker ma almeno evocativo. Ancor meno attraente l'ingresso del Partito Democratico sulla piattaforma dei ragazzini. Solo 7mila i supporter che hanno messo il loro like. Nonostante il segretario ormai uscente Enrico Letta abbia mandato davanti alla platea dei tiktoker due golden boy mediamente popolari tra i giovani col kaffiah e il boa di struzzo al collo, come il libertario alfiere dei diritti lgbt, Alessandro Zan (22mila 200 follower per lui) e uno de sinistra duro e puro come il toscano Marco Furfaro, responsabile nazionale Pd dei rapporti con movimenti e associazioni, neoeletto deputato nonostante i soli 274 follower.

 

carlo calenda su tiktok 3 carlo calenda su tiktok 3

 

Decisamente una brutta aria, dunque, pure sul fronte telematico per il partito di largo del Nazareno, tanto che il segretario ormai uscente Enrico Letta non ha nemmeno tentato di prendere il largo in prima persona nell'agone dei teenagers. Impresa iniziata e già finita, invece, per la lista dei cocomeri (verdi fuori e rossi dentro) di Sinistra Italiana e Europa verde dei quali, forse perché è finita l'estate, non c'è già più traccia oltre che negli ortofrutta nemmeno sul web.

 

I radicali di Più Europa invece vanno controcorrente. Sul loro profilo Tik Tok ufficiale lanciano i ragazzi. Anzi li lasciano in autogestione come ci sbatte in faccia un fiero esponente del giovanile che mostra tutta la sua irriverente adolescenza in primo piano senza timore di acne. I follower sono 14mila 700, il doppio del Pd. Peccato che l'autogestione giovanile si risolva poi in una stanca replica dei video dei due leader Emma Bonino e Benedetto Della Vedova con qualche sprazzo del riccioluto Riccardo Maggi.

 

silvio berlusconi tiktok silvio berlusconi tiktok

Ovvero quando la forma non corrisponde affatto alla sostanza. Forma e sostanza coincidono invece per Giuseppe Conte che blandisce i suoi 468mila follower con la possibilità di vivere senza lavorare. Salvo poi, nel dopo elezioni, smorzare pure lui le luci sulla pagina Tik Tok.

 

Si fa presto, quindi, ad attaccare e ridere di Matteo Salvini che con la sua Bestia di comunicatori social insegue da almeno un lustro le tendenze imposte al dibattito dagli influencer, più o meno seri. Molto più difficile imitarlo. E soprattutto raggiungere i 718mila follower che lo seguono sul prato di Pontida come pure tra pecore e gattini.

 

A tallonarlo ci sono gli altri due leader della coalizione che ha vinto le elezioni: Giorgia Meloni che a favore degli smartphone dei suoi 612mila tiktoker sta raccontando passo passo tutto il lento rituale post-elettorale: dal nuovo trionfale videocollegamento dello scorso fine settimana con la platea iberica di Vox, in cui, oltre allo spagnolo fluente e ormai ben noto, la leader ha sfoggiato un elegante tailleur rosso con un set sullo sfondo molto simile a quello che potrà essere il suo ufficio a Palazzo Chigi, fino al primo incontro con i gruppi parlamentari di Fratelli d'Italia.

carlo calenda su tiktok 4 carlo calenda su tiktok 4

 

Il vero furore su Tik Tok, però, lo ha fatto Silvio Berlusconi. Sono 699mila i follower per il Cav che è però l'unico leader politico divenuto virale in poche ore col primo video, raggiungendo quasi 10 milioni di contatti. Prestazioni da numero uno e un'avventura su TikTok che ha tutta l'intenzione di continuare spedita per il leader di Forza Italia. Tanto che a chiedere l'assist al Cavaliere per andare in gol anche sul social cinese è stato nientemeno che un bomber come Zlatan Ibrahimovic. E pensare che avevamo iniziato a scrivere cercando tracce di Fratoianni.

matteo salvini su tiktok matteo salvini su tiktok giuseppe conte su tiktok giuseppe conte su tiktok giuseppe conte su tiktok giuseppe conte su tiktok

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

NON È CON LE GUERRE CHE SI ESTIRPA IL TERRORISMO – ISRAELE POTREBBE INVADERE IL LIBANO GIÀ QUESTA SETTIMANA MA NON CAMBIERA' GRANCHE' – NETANYAHU E I SUOI ALLEATI FINGONO DI NON CAPIRE CHE PER RISOLVERE IL PROBLEMA ALLA RADICE 

BISOGNA CREARE UNO STATO PALESTINESE - PER CREARE UN “NUOVO ORDINE” DI PACE IN MEDIO ORIENTE, TEL AVIV HA BISOGNO DI AVERE DALLA SUA PARTE LE OPINIONI PUBBLICHE INTERNAZIONALI: FARE GUERRA E ELIMINARE I CAPI DI HAMAS E HEZBOLLAH NON BASTERA' - IL MESSAGGIO DI NETANYAHU AGLI IRANIANI: "PRESTO SARETE LIBERI". IL PENTAGONO INVIA ALTRI SOLDATI E AEREI DA CACCIA IN MEDIO ORIENTE

DAGOREPORT - LA GUERRA D’ATTRITO NEL CENTRODESTRA NON SI FERMA A UCRAINA, AUTONOMIA, RAI, BANCHE E CANONE, MA SI ARRICCHISCE DI UNA NUOVA SORPRENDENTE ATTRICE PROTAGONISTA: BARBARA D’URSO – A VIALE MAZZINI SI MORMORA CHE DIETRO L’OSPITATA DELLA CONDUTTRICE A “BALLANDO CON LE STELLE” (COSTO: 70MILA EURO) CI SIA LO ZAMPINO DI TELEMELONI. UNA PIZZA IN FACCIA A PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE HA ALLONTANATO “BARBARIE” DA MEDIASET E NON VUOLE VEDERLA NEMMENO SULLE ALTRE RETI – L’AFFONDO DI GASPARRI SULLE BANCHE E SU ELON MUSK, L’AUTONOMIA, IL POSIZIONAMENTO INTERNAZIONALE: TUTTE LE SCHERMAGLIE TRA FRATELLI D’ITALIA, FORZA ITALIA E LEGA…

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE