TIRA ARIA DI SCISSIONE: BERLUSCONI E’ RIUSCITO A SPACCARE IL PD

Franceschini confessa: “Il rischio esiste ed è concreto” - I giovani turchi in Barca verso Sel - Matteuccio umiliato sul “caso grandi elettori” vuole la sua rivincita - Salta l’incontro con D’Alema…

Condividi questo articolo


Goffredo De Marchis per "la Repubblica"

DARIO FRANCESCHINIDARIO FRANCESCHINI

Tira aria di scissione. Dario Franceschini racconta che per aver detto che «l'avversario non si può scegliere» e che Berlusconi va riconosciuto «come il leader di 8 milioni di italiani» non ha ricevuto solo critiche «normali, legittime». Ha sentito invece «un rigurgito identitario dentro il Partito democratico, un posizionamento pericoloso che ci ha riporta indietro di 6 anni.

I diessini con i diessini, gli ex popolari con gli ex popolari spinti nel loro antico recinto. Sul mio blog ho visto ripetuta più volte, come un'offesa pesante, la parola "democristiano". Ora siamo attesi da prove difficili: l'elezione del Quirinale, la nascita di un governo. Tutto può precipitare».

PIERLUIGI BERSANIPIERLUIGI BERSANI

L'ex capogruppo ha messo in piazza la sua preoccupazione durante una riunione della corrente Areadem, «una componente che tiene dentro me e Fassino, tutte le anime che hanno dato vita al Pd. Ma non è così per altre correnti». Per questo il «rischio scissione», spiega di fronte ai suoi interlocutori sorpresi, «esiste, è concreto. La tentazione di tornare ognuno nella propria casa, io la sento». A quel punto si alzano alcuni dirigenti locali e parlamentari, dicono che anche sul loro territorio vivono lo stesso problema. Il partito fatica a rimanere unito e le riunioni si svolgono in ordine sparso.

BERSANI E DALEMA SBIRCIATINA ALLUNITABERSANI E DALEMA SBIRCIATINA ALLUNITA

O, più precisamente, nell'ordine che esisteva prima del Pd. Che è anche peggio. Quello che è successo con la bocciatura di Renzi come grande elettore conferma le divisioni e la tensione. Il sindaco accusa in particolare «Bersani, D'Alema e Franceschini. Sono loro ad aver manovrato contro di me».

matteo renzimatteo renzi

Tanto che l'incontro con l'ex presidente del Copasir, a lungo cercato dai due, adesso è in forse. D'Alema sarà a Firenze oggi pomeriggio, ma il sindaco gli ha fatto sapere che lui ha tempi stretti. In serata parte per Roma dove lo aspettano due nuovi momenti di battaglia: un'intervista al TgLa7 e Porta a porta. E anche lì non farà sconti, non userà la diplomazia.

I suoi parlamentari, ieri in Transatlantico, rilanciavano l'idea di una separazione col resto della truppa democratica, il progetto di una Cosa che nasce intorno a Renzi. Troppo forte lo smacco sul grande elettore. Non è la linea del sindaco, per ora. «Rimango a sinistra, rimango nel Pd».

VASCO ERRANIVASCO ERRANI

Ma racconta che lo ha ferito una telefonata di Vasco Errani. «Non è giusto che tu vada a Roma», gli ha detto il governatore nella versione del sindaco. Renzi accusa Miro Fiammenghi di aver tramato alle sue spalle telefonando ai consiglieri regionali. Il fedelissimo di Bersani però lo sfida.

«Dice falsità, sono pronto a mostrargli i tabulati telefonici dei miei tre cellulari. Quando vuole facciamo un confronto all'americana». Ma la bufera non si placa nel mondo renziano. Nelle Marche oggi hanno scelto i grandi elettori silurando Vittoriano Sollazzi, presidente del consiglio regionale, candidato naturale alla platea della seduta parlamentare comune. È un renziano doc, ma il Pd gli ha preferito il capogruppo regionale. Un nuovo schiaffo.

Walter VeltroniWalter Veltroni

A sinistra di Renzi sono guardate con sospetto le mosse di Stefano Fassina e Matteo Orfini, la loro marcia di avvicinamento o di fusione con Vendola. Persino la candidatura di Fabrizio Barca a entrare nel «gruppo dirigente» del Pd viene letta come una mossa che punta a spostare l'asse del partito verso Sel cioè verso la sinistra. Con un effetto che secondo alcuni rischia di spaccare il Pd.

E il rischio scissione non è certo un timore fantapolitico di Franceschini. Walter Veltroni ne ha parlato nella sua lettera a Repubblica. Il punto è che si avvicina il voto sul Quirinale. E Bersani, con tutta evidenza, dovrà pescare un nome o una rosa di nomi che vada bene a Berlusconi, ma che non provochi scossoni nel suo partito. Che sulla leadership del futuro ha già cominciato la resa dei conti.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – AVVISATE LA MELONA CHE URSULA LE HA RIFILATO UNA SOLA: DA’ A FITTO LA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA MA GLI CONCEDE UN PORTAFOGLIO DI SERIE B (E SULLA GESTIONE DEL PNRR LO HA “COMMISSARIATO” METTENDOGLI VICINO IL MASTINO LETTONE DOMBROVSKIS) - LE FORCHE CAUDINE PER IL PENNELLONE SALENTINO SARA' L’AUDIZIONE CON LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVRA’ VALUTARLO: IL COLLOQUIO E' IN INGLESE, LINGUA CHE FITTO PARLA A SPIZZICHI E BOCCONI - PER PASSARE L'ESAME, SERVIRA’ L’OK DEL PD (GRUPPO PIU' NUMEROSO TRA I SOCIALISTI DEL PSE) - MA I DEM SONO SPACCATI: ALCUNI SPINGONO PER IL NO, DECARO-ZINGARETTI PER IL SÌ, ELLY SCHLEIN TRACCHEGGIA MA SPERA CHE FITTO SI SCHIANTI IN AUDIZIONE PER FARLO SILURARE - IL CONTENTINO AI VERDI CON LE DELEGHE ALLA SPAGNOLA RIBERA E LA CACCIATA DEL “MAESTRINO” BRETON CHE STAVA SULLE PALLE A TUTTI, DA MACRON A URSULA...

CHI FERMERÀ ORCEL NELLA SCALATA A COMMERZBANK? UNICREDIT VUOLE CHIEDERE ALLA BCE IL VIA LIBERA PER PORTARE IL SUO CAPITALE DELL'ISTITUTO TEDESCO AL 30%, SOGLIA LIMITE PER LANCIARE L'OPA – DEUTSCHE BANK POTREBBE RILANCIARE MA HA I CAPITALI PER UNA FAIDA BANCARIA? – IL VERO OSTACOLO PER ORCEL SONO I SINDACATI TEDESCHI, CHE TEMONO UNA PESANTE SFORBICIATA AI POSTI DI LAVORO. ANCHE PERCHÉ LA GERMANIA VIVE UNA CRISI ECONOMICA PESANTE, COME DIMOSTRA IL CASO VOLKSWAGEN, CHE MINACCIA DI FARE FUORI 15 MILA DIPENDENTI…

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2029 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO...