Walter Rauhe per “la Stampa”
seehofer rifiuta la stretta di mano di merkel
Angela Merkel non è ancora convinta. Sul fronte del coronavirus i dati - non solo in Germania - sono incoraggianti e indicano una diminuzione dei contagi, dei decessi e della diffusione della pandemia.
Ma la cancelliera, con la sua spiccata prudenza scientifica e una buona dose di scetticismo, invita a non abbassare la guardia, critica gli alleggerimenti secondo lei «affrettati» del lockdown, assicura la piena solidarietà tedesca ai vicini europei in crisi ma ribadisce il suo «Nein» agli eurobond e alla condivisione dei debiti.
Al termine dell' ormai tradizionale videoconferenza con i governatori dei 16 Länder tedeschi, la cancelliera si è rivolta ai suoi concittadini con un appello - o meglio con un monito - molto severo: «Non dobbiamo perdere di vista nemmeno per un secondo il fatto che ci troviamo appena all' inizio della pandemia e che in Germania non abbiamo ancora superato il picco», ha dichiarato in conferenza stampa al termine della videoconferenza. «Sarebbe fatale se i cittadini interpretassero gli alleggerimenti di alcune misure come una sorta d' incoraggiamento ad abbassare la guardia», ha aggiunto la cancelliera.
Nel giorno in cui in Germania hanno potuto riaprire alcuni esercizi commerciali, i concessionari d' auto, i negozi di biciclette e le librerie, Merkel ha preferito richiamare all' ordine e alla disciplina e ha aspramente criticato colleghi di partito e governatori regionali favorevoli ad un alleggerimento più veloce delle misure. Secondo lei non è ancora arrivato il momento per allentare il lockdown. Al contrario. Angela Merkel condanna senza mezzi termini i governi nazionali e le regioni che farebbero «a gara per chi riapre più velocemente negozi, imprese e servizi pubblici. Dobbiamo attendere ancora 14 giorni per vedere se i dati sui contagi continueranno effettivamente a diminuire», ha aggiunto la cancelliera.
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«La madre della nazione»
Nella gestione della pandemia Merkel ha assunto fin dall' inizio un atteggiamento scientifico e anche rigido imponendo ai cittadini regole severe e molti sacrifici. Una severità premiata dalla maggioranza dei tedeschi. La popolarità della cancelliera anzi non è mai stata così alta come in queste settimane di crisi. I suoi consensi hanno superato l' 80%, nei sondaggi l' Unione cristiano-democratica è tornata a quota 37% e c' è già chi invoca la sua ricandidatura per un quinto mandato.
Merkel è tornata ad essere insomma la «mamma della nazione», una leader superstar che mette in ombra tanti altri colleghi europei e che fa impallidire i suoi potenziali eredi al trono. I «tre moschettieri» Friedrich Merz, Armin Laschet e Norbert Röttgen candidatisi alla presidenza della Cdu e che dovevano presentarsi al al voto dei delegati cristiano-democratici in un congresso straordinario fissato per il 25 aprile.
Ma poi è arrivato il virus, Angela Merkel si è risvegliata dal suo letargo, ha rioccupato il ruolo di «Krisenkanzlerin» (la cancelliera delle crisi) e il tanto invocato processo di rinnovo e cambio generazionale ai vertici del partito e del Paese è stato presto dimenticato, vanificando anche molte speranze a livello europeo.
All' indirizzo di Roma, Parigi, Madrid o Bruxelles, Merkel ha lanciato ieri un segnale importante. La Germania non solo vorrebbe essere solidale, ma lo è e lo sarà. Deve però esserlo nella cornice degli attuali trattati europei, «che permettono azioni più veloci e tempestive». Si può anche discutere di nuovi trattati e nuovi strumenti, «ma per farlo ci vorrebbero 2-3 anni - ha messo in chiaro -, e in questa situazione ci vogliono soluzioni e aiuti veloci».
friedrich merz, annegret kramp karrenbauer e jens spahn 1