1. IL TRIUMVIRATO EUROPEO È DURATO IL TEMPO DI UNA CANDELINA SULLA TOMBA DI SPINELLI A VENTOTENE. E RENZI ESCLUSO DAL VERTICE MERKEL-HOLLANDE PUO' SOLO FARE LA VITTIMA: 'È UN AVVERTIMENTO DOPO LA MIA ROTTURA A BRATISLAVA'. NO, E' UN UMILIAZIONE TOTALE
2. MENTRE LA CRESCITA SI AFFLOSCIA DI NUOVO E PADOAN AMMETTE CHE 'LA FLESSIBILITÀ NON CI SARA'', L'ITALIA PERDE PURE IL (FINTO) RUOLO DI GUIDA NELL'EUROPA POST-BREXIT
3. IL GOVERNO NON HA I SOLDI PER ELARGIRE LE MANCE PROMESSE DAL PREMIER PAROLAIO NELLA MANOVRA PRE-REFERENDUM, E ORA MATTEUCCIO PROVA A TRASFORMARE L'ESCLUSIONE IN UNA MEDAGLIA DI CHI SI OPPONE ALLA PREPOTENZA TEDESCA. MA FINO A UNA SETTIMANA SCODINZOLAVA DIETRO AD ANGELONA, IMPLORANDO LA CANCELLIERA DI INCLUDERLO

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1. LO "STRAPPO DI BERLINO" MERKEL, JUNCKER, HOLLANDE VERTICE A TRE SENZA RENZI

Roberto Petrini per ''la Repubblica''

 

renzi hollande merkel ventotene renzi hollande merkel ventotene

 

Giornata turbolenta per il presidente del Consiglio Matteo Renzi escluso dal vertice di mercoledì prossimo tra Hollande, la cancelliera Merkel e Juncker, mentre l' Istat rivede al ribasso il Pil dello scorso anno vanificando le speranze di una spinta maggiore per il 2016-2017. Così il ministro dell' Economia Padoan smorza gli entusiasmi: conferma al Tg1 che ci sono «poche risorse» da «usare al meglio» per occupazione e investimenti e che la «flessibilità non c' è».

 

1. La doccia gelata arriva da Berlino: un vertice a tre tra il presidente francese Hollande, la cancelliera tedesca Merkel e il presidente della Commissione Juncker. Sensibile l' irritazione dell' Italia, dopo lo schiaffo di Bratislava e le rampogne sulla flessibilità di Juncker: nessun riferimento diretto ma Renzi torna ad attaccare le politiche di austerità e a lamentare che dopo la Brexit alla Ue «manca una strategia».

renzi hollande merkel a ventotene renzi hollande merkel a ventotene

 

Da Bologna all' inaugurazione del museo della Ducati e in una intervista al Washington Post il premier ha sottolineato come l' austerità sia stata un «errore cruciale» per l' Europa e come Obama, definito «un esempio», con politiche opposte, abbia ottenuto «risultati concreti nella creazione di nuovi posti di lavoro».

 

«L' austerità non serve a niente e fa male», ha aggiunto il presidente del Consiglio. Non stempera il clima il tentativo di Juncker, nel tardo pomeriggio di ieri, di gettare acqua sul fuoco parlando, come riferiscono fonti Ue, di un «completo fraintendimento» in quanto la riunione di Berlino è una tavola rotonda, lo European Round Table, un confronto franco-tedesco con rappresentati della Commissione che avviene da anni. Anche Merkel fa sapere che non ci sono «discriminazioni» verso l' Italia.

 

2. Un nuovo ostacolo si frappone nel percorso, già in salita, del varo dell' aggiornamento del Def (atteso entro martedì) e della legge di Bilancio. Ieri l' Istat ha notificato che il Pil del 2015 è cresciuto solo dello 0,7% e non dello 0,8% come consuntivato nel marzo scorso. Si tratta di decimali, ma la speranza di trovare nei conti dell' ultimo biennio la forza per fare stime più alte per il 2016 e per il 2017 viene vanificata: nel biennio la revisione al rialzo è di uno 0,3% e non ci sono segnali particolari da consumi, investimenti e spesa pubblica.

EUROPA ADDIO - HOLLANDE MERKEL RENZI 0076 EUROPA ADDIO - HOLLANDE MERKEL RENZI 0076

 

La stima di quest' anno che già si profila scarsa (l' Ocse dà lo 0,8% contro l' 1 su cui conta «ottimisticamente» Padoan) non migliorerà come pure quella del 2017 (l' Fmi è a 1%, l' Ocse allo 0,8%). Consola, in parte, il ribaltamento del dato del Pil del 2014: non più recessione a - 0,3 ma microcrescita a +0,1% che consente al ministero del Tesoro di sottolineare gli effetti positivi del bonus di 80 euro.

 

3.Il quadro economico peggiorato e i rapporti con l' Europa condizionano la manovra di bilancio per il 2017. La linea prevalente è intanto quella della cautela e delle «risorse scarse»: le spese si limiteranno a pensioni, interventi per la competitività e contratti, il tutto per 4-5 miliardi.

 

renzi merkel hollande renzi merkel hollande

Se la flessibilità completa (per ora il tetto deficit-Pil all' 1,8%) non verrà concessa - e Padoan non la chiede - la caccia alle risorse salirà dai 6-7 miliardi previsti negli ultimi giorni fino a 10-12 considerando il mantenimento della sterilizzazione dell' Iva. Margini stretti che hanno sviluppato negli ultimi giorni il tentativo sulla flessibilità-bis, ma che non consentiranno di alzare più di tanto il deficit- Pil del 2017.

 

 

2. IL PREMIER: "È UN AVVERTIMENTO MA NON SMETTERÒ DI CRITICARE LA UE"

Goffredo De Marchis per ''la Repubblica''

 

renzi come merkel e hollande renzi come merkel e hollande

«Non voglio essere complice di questa palude, di un clamoroso errore. Non voglio che si pensi, tra sei mesi, che ho assecondato una strategia che non funziona e anzi mette a rischio l' Europa». Renzi dice di non essere stupito dalla convocazione del direttorio franco-tedesco di mercoledì, officiante Juncker, che lo esclude e cancella in parte i risultati di Ventotene.

 

Non è nemmeno arrabbiato, garantisce parlando con i suoi collaboratori. Ma certamente, spiega, quel vertice senza l' Italia non fermerà la sua ondata di accuse all' Unione: per le regole vecchie, per il patto di stabilità inconcludente, per la gestione dei migranti e per il ritardo sulla crescita. «Continuerò a criticare la deriva dell' Europa con ancora maggiore intensità. Lo dico con convinzione assoluta. L' ho fatto anche in Emilia ripetendo che la sicurezza dei nostri figli viene prima dei rituali di Bruxelles».

 

RENZI PADOAN RENZI PADOAN

Il film dell' incontro di Berlino, secondo il premier, è già scritto. «Fanno finta che sia un meeting sull' agenda tecnologica - spiega ancora ai suoi fedelissimi - ma il vero obiettivo è blindare un percorso che porta dritto al vertice di Roma 2017», quando nella Capitale si celebreranno, in primavera, i 60 anni della firma dei Trattati, con Renzi padrone di casa. «Vogliono arrivare a quella data con una specie di nulla di fatto. Come a Bratislava dove è finita come tutti sappiamo, con un documento vuoto e del tutto inutile».

 

Non esclude che i leader di Francia e Germania, insieme con il presidente della Commissione, gliela stiano facendo pagare.

 

Troppi attacchi alla Ue, troppe richieste da parte dell' Italia. «Casualmente - ironizza - , dopo la rottura di Bratislava non vengo invitato. Conoscendo il modo di ragionare della Merkel si può interpretare l' appuntamento di Berlino come un segnale a me, un avvertimento. Ma deve sapere che per me non cambia nulla».

Se l' Unione, e l' asse che la guida, puntano a fermare le proposte italiane, «devono essere consapevoli che io continuerò a martellare».

NAPOLITANO RENZI NAPOLITANO RENZI

 

Se anche Giorgio Napolitano sposa le critiche a Bruxelles ma gli suggerisce di mantenere una dialogo con le istituzioni europee, il premier replica che lui non si può permettere di essere complice «di questo andazzo». E osserva con i suoi collaboratori: «Dopo lo schiaffo della Brexit, con Angela Merkel e François Hollande eravamo d' accordo che l' Europa avesse bisogno di un rilancio serio, di uno scatto. Ventotene rispondeva a questa logica. Poi è venuta Bratislava».

 

Il premier ha già ricordato che le scadenze elettorali della Germania, della Francia (nel 2017) e anche dell' Italia (il referendum sulla riforma costituzionale) condizionano le scelte e le mosse dei leader.«Lo capisco, naturalmente». Ma non capisce come non si veda lo sbaglio di tanti messaggi che portano tutti a un solo risultato: «L' Europa non riesce a riformare se stessa».

 

Il meeting di Berlino, con quel copione scontato, per Renzi sarà la conferma di questa verità. Forse si poteva fare buon viso a cattivo gioco, forse si potevano ascoltare le rassicurazioni della Cancelliera che nega qualsiasi intento discriminatorio nei confronti dell' Italia, forse conveniva rimanere aggrappati agli incontri di Ventotene e al duetto con la Merkel di Maranello, avvenuti recentissimamente. Ma la preoccupazione di Renzi è quella di una «nuova occasione mancata», come dice al Washington Post.

 

renzi juncker renzi juncker

«Carpe diem», sintetizza. Ai fedelissimi ripete:«Il momento è adesso. O L' Unione riesce a rilanciare il suo progetto, le sue istituzioni o finisce male ». E conclude: «Io non voglio essere complice della seconda ipotesi».

 

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