IL “TRUCCHETTO” DI ENRICHETTO: QUANDO IL 2 PER MILLE AI PARTITI FA 60 MILIONI GARANTITI

Il taglio al finanziamento pubblico dei partiti sarà di un terzo (50-60 milioni contro gli attuali 91) - Dalle detrazioni record per i privati potrebbe arrivare al massimo una ventina di milioni - Il resto verrà intascato sempre e comunque grazie al famigerato “inoptato”…

Condividi questo articolo


Marco Palombi per Il fatto Quotidiano

FABIO FAZIO E ENRICO LETTAFABIO FAZIO E ENRICO LETTA

Come vi abbiamo spiegato ieri, più che di abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, Enrico Letta farebbe bene a parlare di una sua riduzione, per la precisione di un terzo: l'accordo politico - raccontano fonti di governo - è che alla fine il nuovo sistema non costi allo Stato più di 50-60 milioni contro gli attuali 91. Tutto qui.

Questi soldi in un modo o nell'altro dovranno arrivare e il governo li ha sostanzialmente garantiti con un sistema vagamente truffaldino e grandemente discrezionale, visto che la quantificazione del flusso è affidata ad un decreto annuale del ministro dell'Economia: in buona sostanza, quel che non arriverà dalle donazioni rientrerà dalla finestra del famigerato "inoptato" con il 2 per mille. Vediamo perché.

cecile kyenge tra enrico letta e giorgio napolitanocecile kyenge tra enrico letta e giorgio napolitano

Le detrazioni.
Riguarderanno, come si sa, le erogazioni liberali a partiti e movimenti politici e saranno del 52% fino a cinquemila euro e del 26% fino a ventimila. Come ha fatto notare Sergio Rizzo ieri sul Corriere della Sera, questo comporta che dare soldi alla politica sia per un contribuente 12 volte più conveniente che darli ad una onlus visto che sulle seconde si può detrarre solo il 26% fino al tetto di 2.056 euro.

Peraltro anche le detrazioni, per quanto in modo indiretto, sono un finanziamento pubblico, visto che lo Stato, concedendole, rinuncia a incassare delle tasse: a valori 2011, ad esempio, quando le donazioni ai partiti ammontarono a 14 milioni di euro (nove dei quali con assegni inferiori a cinquemila), l'erario rinuncerebbe all'ingrosso a 6,5 milioni.

LETTA enricolLETTA enricol

Ora che la raccolta fondi dei partiti diventerà più professionale ed agguerrita è ipotizzabile che queste cifre cresceranno: anche ammesso che triplichino, però, non si arriverebbe ad un mancato gettito superiore a venti milioni. È qui, per arrivare ai 50-60 milioni di cui sopra, che entra in gioco il due per mille truffaldino.

L'inoptato.
Il meccanismo consentirà, in sostanza, ai partiti di sapere con discreta approssimazione quanti fondi avranno a disposizione aggirando l'incertezza insita in un sistema di contribuzione volontario.

ENRICO CON LO ZIO GIANNI LETTAENRICO CON LO ZIO GIANNI LETTA

Se venti milioni servono a coprire le detrazioni, il resto della "spesa massima" - 61 milioni di euro - potrà essere messo con decreto del ministero dell'Economia a copertura del 2 per mille (nel nostro esempio, circa 40 milioni) con la ragionevole certezza di incassarne la maggior parte. I partiti, infatti, hanno imparato la lezione degli anni Novanta e non vogliono lasciar fare a quei capricciosi dei loro elettori.

Nel 1997, proprio come oggi, si provò a finanziare i partiti con un 4 per mille (che poi sarebbe stato diviso per la percentuale di voti alle politiche) e le donazioni, ma fu un disastro: si pensava che il tutto sarebbe costato 160 miliardi di lire (110 dalle dichiarazioni dei redditi, 50 di mancato gettito per le detrazioni), solo che dal 4 per mille arrivarono la miseria di 10 miliardi. Poco male, si passò ai rimborsi elettorali e il sole tornò a splendere su Roma.

ENRICO CON LO ZIO GIANNI LETTAENRICO CON LO ZIO GIANNI LETTA

Ora, memori di quella disavventura, la politica ricorre alla millenaria sapienza della Chiesa e s'aggrappa all'ormai famoso "inoptato" inventato per l'8 per mille. In sostanza, stabilito per ipotesi che il fondo del 2 per mille è di 40 milioni di euro, quella somma sarà interamente ripartita tra gli aventi diritto (partiti e Stato) secondo la proporzione delle scelte espresse, anche se queste dovessero assommare - per tenersi al numero del 1997 - a soli 10 milioni.

I conti devono tornare per forza, ma il meccanismo è così involuto che i numeri ancora ballano: per questo il ddl di Enrico Letta è stato approvato "salvo riserva". Vuol dire che la Ragioneria generale ci sta ancora lavorando.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - COME SI PUO’ CONTROLLARE UN PARTITO CHE HA QUASI IL 30% DEI VOTI CON UN POLITBURO DI 4-5 PERSONE? E INFATTI NON SI PUO’! - LE SORELLE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI NON TENGONO LE BRIGLIA DI FRATELLI D’ITALIA: SILENZIATA LA CORRENTE DEI “GABBIANI” DI RAMPELLI, AZZERATO IL DISSENSO, ELIMINATA OGNI DIALETTICA INTERNA (CHE SI CHIAMA “POLITICA”), TRATTATI I PARLAMENTARI COME CAMERIERI A CUI SI DANNO ORDINI VIA CHAT, COSA SUCCEDE? CHE POI QUALCUNO SI INCAZZA E FA “L’INFAME”, SPUTTANANDO ALL’ESTERNO IL PIANO DI GIORGIA MELONI PER IL BLITZ PER ELEGGERE FRANCESCO SAVERIO MARINI ALLA CONSULTA…

DAGOREPORT – GIORGETTI E' GIA' PRONTO PER LA TOMBOLA: DÀ I NUMERI - IL MINISTRO DELL’ECONOMIA ALLE PRESE CON LA TERRIBILE LEGGE DI BILANCIO PRIMA ANNUNCIA “SACRIFICI PER TUTTI” E NUOVE TASSE TRA ACCISE E CATASTO, PER POI RINCULARE QUANDO SI INCAZZA LA MELONA, COSI' TIMOROSA DI PERDERE IL VOLUBILE CONSENSO POPOLARE DA CONFEZIONARE UN VIDEO CONTRO IL SUO MINISTRO: "NOI LE TASSE LE ABBASSIAMO" - E QUANDO NON SBUCA LA MELONI, ARRIVA PANETTA: SULLA CRESCITA DEL PIL GIORGETTI SI APPOGGIA AI NUMERI “ADDOMESTICATI” DELLA RAGIONERIA GENERALE FORNITI DALLA SUA FEDELE DARIA PERROTTA, PER VENIRE SUBITO SMENTITO SECCAMENTE DALL'UFFICIO STUDI DI BANKITALIA... 

DAGOREPORT – IL BALLO DELLA KETAMINA DI ELON MUSK NON PORTA VOTI: LA PERFORMANCE “OCCUPIAMO MARTE” DEL PICCHIATELLO DI TESLA SUL PALCO CON TRUMP IN PENNSYLVANIA NON HA MOSSO L’OPINIONE PUBBLICA – KAMALA HARRIS SAREBBE IN VANTAGGIO DI 4-5 PUNTI, MA IL SISTEMA ELETTORALE USA E' FOLLE: NEL 2016 HILLARY CLINTON FU SCONFITTA DA TRUMP PUR AVENDO AVUTO 3 MILIONI DI VOTI IN PIU' – IL PRESSING DEI REPUBBLICANI PERCHE' TRUMP ABBASSI I TONI (È IL MOMENTO DI PARLARE AGLI ELETTORI MODERATI, NON AL POPOLO MAGA, CHE LO VOTA COMUNQUE) - I DILEMMI DI KAMALA: MI CONVIENE FARE GLI ULTIMI COMIZI CON OBAMA? COME RICONQUISTARE IL VOTO DEI TANTI GIOVANI PRO-PALESTINA?

DAGOREPORT – VOCI (NON CONFERMATE) DALL’IRAN: IL REGIME DELL’AYATOLLAH AVREBBE TESTATO UN ORDIGNO NUCLEARE NEL DESERTO DI SEMNAN – SAREBBE UN MONITO PER NETANYAHU: NON ATTACCARE SENNO’ RISPONDIAMO CON L’ATOMICA – PIU’ DELLE MINACCE DI KHAMENEI CONTA L’ECONOMIA: CINA E INDIA SONO I PRINCIPALI CLIENTI DEL PETROLIO DI TEHERAN E SE “BIBI” COLPISCE I SITI PETROLIFERI IRANIANI PUO’ TERREMOTARE L’ECONOMIA GLOBALE – BIDEN CHIAMA NETANYAHU E GLI CHIEDE DI NON TOCCARE I GIACIMENTI…