TUTTI PAGANO RISCATTI - UN AGENTE SEGRETO: ''I SERVIZI SEGRETI SI OCCUPANO DI OGNI CONNAZIONALE CADUTO IN MANO AI TAGLIAGOLE. LA PARTE PIÙ DIFFICILE DELLA MISSIONE È SEMPRE L'ULTIMA: QUANDO LA POLITICA SI DÀ BATTAGLIA ATTORNO AL RISULTATO'' - LA RISPOSTA DI BELPIETRO: ''NON POSSO ACCETTARE SIA IL RISCATTO CHE LO SPOT PRO TERRORISTI, DESCRITTI COME BUONI E GENTILI CON LA PRIGIONIERA TANTO DA CONVINCERLA A CONVERTIRSI E INDOSSARE ABITI CARI ALLA JIHAD''

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1. SI PAGA PER RECUPERARE QUALSIASI OSTAGGIO

Lettera di "Agente Segreto" a “la Verità

 

Tutti i governi trattano per la liberazione dei loro cittadini presi in ostaggio in teatri esteri: offrono denaro, aiuti umanitari, liberazione di propri prigionieri, importanti fette dei loro interessi nazionali; ma lo fanno in silenzio, attraverso sotterfugi e percorrendo vie tortuose.

 

SILVIA ROMANO ARRIVA A CIAMPINO CON GLI UOMINI DEI SERVIZI SEGRETI ITALIANI SILVIA ROMANO ARRIVA A CIAMPINO CON GLI UOMINI DEI SERVIZI SEGRETI ITALIANI

Si avvalgono di società finanziarie (i cui rappresentanti ricordano fisicamente più ex appartenenti a corpi speciali delle Forze Armate che oscuri impiegati da scrivania), o di grandi enti di importanza strategica (che vengono poi ricompensati con trattamenti di favore non necessariamente in linea con le leggi del libero mercato); stringono patti scellerati con governi di Stati confinanti con quello di interesse (sorvolando sullo scarso rispetto dei diritti umani esercitato da tali governi); forniscono a Stati terzi materiale bellico, anche di armamento, in spregio ad eventuali embarghi che impedirebbero tali trasferimenti.

 

E le trattative a volte non riguardano solo ostaggi ancora in vita, ma anche resti di persone decedute durante la detenzione: perché anche il recupero di una salma può apportare beneficio politico al governante di turno.

L' Italia è comunemente additata come uno Stato che paga, solo perché non usa sotterfugi né persegue procedure che possono esporre a futuri ricatti il governo, ma utilizza i fondi riservati che sono destinati alle attività di intelligence.

 

Ma è anche la nazione che per le negoziazioni seleziona attentamente i propri rappresentanti e gli interlocutori, per non rimanere vittima di raggiri: infatti, sinora, le trattative sono andate sempre a buon fine, e non risulta che somme di denaro siano state elargite senza avere in cambio quanto pattuito, né che abbiano raggiunto destinazioni diverse da quelle verso cui erano dirette.

 

SILVIA ROMANO ARRIVA A CIAMPINO CON GLI UOMINI DEI SERVIZI SEGRETI ITALIANI SILVIA ROMANO ARRIVA A CIAMPINO CON GLI UOMINI DEI SERVIZI SEGRETI ITALIANI

Non va poi sottovalutato come l' opzione militare (liberazione con la forza) sia sempre esclusa; nei sequestri operati in danno di petroliere dai pirati somali (argomento stranamente poco trattato dalla stampa), anche quando si sarebbe potuto intervenire con la forza si è sempre optato per la soluzione pacifica, nel solco di una tradizione ormai consolidata.

 

Solo nel caso del sequestro di due operativi del Sismi in Afghanistan (settembre 2007) fu dato il consenso all' azione di forza dei reparti speciali britannici che avevano individuato il nascondiglio: in quel caso, evidentemente, la scelta politica si fondò sul fatto che si trattava di agenti governativi, e come tali «sacrificabili» a differenza dei civili.

Nessuna polemica, allora, nessuna protesta: chi mette in gioco la propria vita per lo Stato mette in conto di poterla perdere.

 

Nel discettare di rapimenti e liberazioni, la Rete svolge purtroppo un' opera nefasta, lanciando parole d' ordine di condanna ed esecrazione che prescindono solitamente dalla conoscenza di luoghi, situazioni, circostanze.

 

Il secondo tweet di Conte su Silvia Romano nel quale ringrazia i servizi di intelligence "esterna", cioè l'Aise guidata da Luciano Carta Il secondo tweet di Conte su Silvia Romano nel quale ringrazia i servizi di intelligence "esterna", cioè l'Aise guidata da Luciano Carta

I particolari di una negoziazione sono giustamente tenuti riservati, e pochissimi ne conoscono asperità ed umiliazioni; per cui ci si aspetterebbe che almeno i giornalisti, quali professionisti dell' informazione, moderassero i termini, anziché accendere micce di maldicenza che vanno poi ad innescare esplosivi la cui potenza distruttiva è ignota; e tutto ciò solo per solleticare la pancia della popolazione, quando non per servire le manovre dei loro referenti politici.

 

Purtroppo, infatti, l' Italia è anche la nazione dove la liceità dell' azione di governo in casi delicati viene ciecamente avallata dalla maggioranza, ed altrettanto ciecamente contestata dall' opposizione, per cui il comportamento adottato da una compagine governativa in un determinato momento storico diventa illecito, criticabile, iniquo agli occhi delle stesse forze politiche che tale compagine rappresentavano ma che nel frattempo sono passate all' opposizione.

 

La mancanza di equilibrio politico nel trattare questioni attinenti all' interesse nazionale sottopone gli operatori della sicurezza (agenti dei Servizi ed elementi della Polizia Giudiziaria) ad una continua altalena emotiva, che finisce per incidere sull' operatività degli stessi, ed inficia gravemente l' immagine del Paese nei contesti internazionali.

 

Ogni cittadino italiano rapito all' estero ha lo stesso valore per lo Stato, che non distingue le circostanze in cui si è verificato l' evento; è singolare, però, come i motivi della presenza della vittima in un determinato luogo incidano poi sulle reazioni politiche che seguono alla sua liberazione: i cooperanti, come spesso anche i giornalisti, vengono additati come incoscienti avventurieri, mentre i turisti vengono inspiegabilmente assolti; per pietà cristiana, i religiosi vengono generalmente «perdonati».

 

al shabaab al shabaab

Sarebbe piuttosto opportuno che fosse fatto espresso divieto a cooperanti e turisti di recarsi in aree pericolose, prevedendo sanzioni per i trasgressori, anche se tale misura incontrerebbe certamente l' ostracismo dei liberali ad ogni costo.

Mentre appare impraticabile la via della polizza assicurativa, dato che sarebbe difficile trovare una compagnia che si assumesse tale oneroso impegno, se non a fronte di premi proibitivi.

 

Quanto infine alle passerelle mediatiche organizzate da rappresentati del governo in occasione dei rientri in patria degli ostaggi liberati, va sottolineato che raramente i politici riescono a sottrarsi al fascino della sovraesposizione; prova ne sia il teatrino approntato per salutare il rimpatrio di un terrorista da anni latitante all' estero, dimentichi dei ripetuti pronunciamenti della Corte Costituzionale in merito alla dignità del detenuto.

E chi ieri sorrideva in favore di telecamera, oggi si erge a giudice di chi abbraccia la giovane liberata.

 

 

2. MA POI NON SI PRESTANO A UN MEGA SPOT PRO TERRORISTI

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

shabaab shabaab

Caro 007, come da sua richiesta mantengo il riserbo sul suo nome. Di regola non pubblico lettere senza firma, ma in questo caso capisco i motivi per cui è meglio non rivelare la sua identità: un agente segreto per poter svolgere il proprio compito lavora nell' ombra, senza che nessuno possa risalire a lui, se no che agente segreto sarebbe?

 

Detto ciò, condivido molte delle cose che lei scrive, ma non tutte. Comincio dalle prime, così sgombriamo il campo dagli equivoci. So benissimo che molti Paesi offrono denaro, aiuti umanitari o altro in cambio della liberazione dei propri prigionieri. Ma, come dice lei, lo fanno in silenzio, evitando di dare pubblicità alla cosa. Sono ipocriti, come lei fa intendere perché schermano le operazioni dietro società finanziarie o associazioni umanitarie? Può essere, ma quanto meno non fanno pubblicità alla faccenda, evitando di stimolare altri a rapire e chiedere un riscatto. Non pensa che lo spot governativo, cioè una ragazza vestita con lo jilbab, la tunica che sono costrette a indossare le donne islamiche, sia stata una bella propaganda per i terroristi islamici di Al Shabaab?

SILVIA ROMANO SILVIA ROMANO

 

La foto di Silvia Romano sorridente con accanto Giuseppe Conte e Luigi Di Maio ha fatto il giro del mondo, ma soprattutto ha fatto il giro dei Paesi islamici, divenendo la sintesi efficacissima del successo di una banda di tagliagole che inneggiano alla jihad. Quanti proseliti farà quello scatto? Quanti altri integralisti convincerà ad impugnare le armi e a rapire un occidentale minacciando di ucciderlo se non verrà versato un riscatto?

 

Io non dico che si debba ricorrere a sotterfugi o, peggio, a opzioni militari, perché purtroppo l' intervento in zone sconosciute, dove i ribelli sono armati fino ai denti, può risolversi in una catastrofe, con la perdita degli ostaggi e a volte anche la morte dei soccorritori. Ricordo ancora quando un gruppo di teste di cuoio cercò di liberare i 52 diplomatici americani che l' Iran aveva sequestrato dopo aver invaso l' ambasciata a Teheran: otto militari morirono nello scontro fra uno degli elicotteri impiegati nell' operazione e un C130. Sì, in missioni così pericolose, c' è sempre qualche cosa che può andare storto e la vita di un agente governativo non può essere considerata sacrificabile. La morte di Nicola Calipari, il funzionario del Sismi che liberò la giornalista Giuliana Sgrena, dovrebbe far riflettere, soprattutto chi si avventura in zone a rischio senza pensare alle conseguenze.

 

SILVIA ROMANO SILVIA ROMANO

E qui vengo al tema che più mi vede in disaccordo con lei.

È ovvio che ogni cittadino ha lo stesso valore per lo Stato italiano. Ci mancherebbe. Ma un conto è essere rapiti mentre si è impegnati in una missione e un conto è fare la missionaria e andarsi a cercare il pericolo. Conosco bene la storia di Gino Pollicardo, uno dei quattro tecnici che furono sequestrati in Libia anni fa. Gino non era in Africa per sentirsi più buono: lavorava in un campo petrolifero per mantenere la sua famiglia e la lontananza da moglie e figli gli costava. La sua non era una gita turistica, in mezzo ai bimbi e ai poveri: era un viaggio con qualche rischio, per questo doveva essere scortato e l' azienda per cui lavorava doveva prendere una serie di precauzioni per la sua sicurezza.

 

SILVIA ROMANO CON IL GIUBBOTTO ANTIPROIETTILE SILVIA ROMANO CON IL GIUBBOTTO ANTIPROIETTILE

Proprio per questo la società per cui lavorava è stata condannata, perché non rispettò le regole nei trasferimenti e questo è costato la vita a due dei quattro tecnici rapiti. Accostare chi va alla ventura convinta che il mondo sia un paradiso e poi quando si trova all' inferno chiede aiuto allo Stato con chi va a lavorare per portare a casa uno stipendio e far arrivare il gas in Italia non è solo sbagliato: è profondamente ingiusto.

 

Lei però su un punto ha ragione ed è che non si possono accusare i cooperanti e assolvere i turisti. È vero, gli uni e gli altri vanno ugualmente condannati, perché i primi sono turisti in cerca di buone intenzioni e i secondi vanno invece a caccia solo di buoni scatti fotografici. Sì, caro il mio 007, gli uni e gli altri li tratterei allo stesso modo in cui si trattano in certi Paesi gli sciatori scellerati che fanno fuori pista. Vai alla ricerca di emozioni forti e poi, quando capita qualche cosa chiedi l' intervento del soccorso alpino? Beh, paga il conto dell' elicottero e della squadra di soccorritori.

maurizio belpietro direttore del quotidiano la verita (1) maurizio belpietro direttore del quotidiano la verita (1)

 

Mi faccia poi dire due ultime cose. La prima è che in Italia esiste una legge che impedisce di pagare il riscatto, consentendo alla magistratura anche il sequestro dei beni della famiglia del rapito. Ma se un cittadino italiano che paga i rapitori rischia l' arresto, perché un presidente del Consiglio che versa milioni ai sequestratori che useranno i soldi per armarsi e per fare altri sequestri merita l' applauso? Infine, mi spieghi un po', lei che è del mestiere: come mai gli 007 negli altri Paesi hanno licenza di uccidere e qui invece l' unica licenza di cui dispongono è quella di pagare delinquenti e terroristi?

 

GIUSEPPE CONTE - SILVIA ROMANO CON I GENITORI - LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE - SILVIA ROMANO CON I GENITORI - LUIGI DI MAIO

Ps. Naturalmente queste ultime domande mi piacerebbe che il Copasir le rivolgesse anche a Giuseppe Conte. Visto che il premier si è tenuto la delega sui servizi segreti, perché non spiega al Parlamento l' operazione di cui a quanto pare va tanto fiero, al punto da precipitarsi all' aeroporto ad accogliere Silvia Romano quando non accorse nemmeno a Bergamo a salutare le bare dei morti di Covid che venivano portati via dai camion militari?

 

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