LA POLIZIA CARICA GLI STUDENTI DURANTE UN CORTEO PRO PALESTINA A PISA
1. INSULTI A MELONI E RAGAZZI PICCHIATI IL FILO CHE LEGA LE PAROLE DEL COLLE
Estratto dell’articolo di Marzio Breda per il “Corriere della Sera”
sergio mattarella e giorgia meloni
Quei ragazzi, in buona parte minorenni, manganellati anche mentre erano a terra. […] Quel sangue su volti impauriti e sbalorditi. C’è stata troppa sproporzione, venerdì tra Pisa e Firenze, nell’intervento della polizia ai cortei nei quali gli studenti chiedevano il cessate il fuoco a Gaza.
Questo ha pensato Sergio Mattarella guardando alla tv le immagini delle cariche per disperdere la protesta a sostegno dei palestinesi. Ne è rimasto «colpito» al punto da volerne parlare subito con il ministro dell’Interno. Al quale ha espresso il proprio sconcerto, ricordando che «l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli, ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni».
la polizia carica gli studenti durante i cortei pro palestina a pisa 4
Piantedosi si è ovviamente detto d’accordo. Ha assicurato che condivide il giudizio, che andrà a fondo degli incidenti, che farà luce, anche se diversi ministri, nelle stesse ore, non vedevano scandalo nell’episodio e difendevano l’intervento della polizia.
Per essere più chiari, la nota diffusa ieri dal Quirinale spiegava pure che «con i ragazzi, i manganelli esprimono un fallimento», e questa sintesi bruciante riassume come il presidente della Repubblica intenda la propria azione di pedagogia civile, che è poi incardinata nella Carta costituzionale, all’articolo 21.
[…] Mattarella queste cose le sa bene. […] la libertà di dissenso […] non dev’essere intesa come una graziosa (e troppo condizionata) concessione.
matteo piantedosi foto di bacco (5)
Concetto che, andando oltre gli episodi di Pisa e Firenze, fa il paio con il richiamo lanciato dal Colle venerdì, a proposito della «intollerabile serie di manifestazioni di violenza» a base di «insulti, volgarità di linguaggio, interventi colmi di aggressività, perfino effigi bruciate o vilipese» di cui è vittima «la stessa presidente del Consiglio». Tutto si tiene, nella logica del capo dello Stato. Il quale […] va oltre i singoli episodi e si concentra nella preoccupazione che un certo clima possa peggiorare in vista delle elezioni europee. Schiacciando «la dignità della politica».
sergio mattarella giorgia meloni
2. MATTARELLA A PIANTEDOSI: “I MANGANELLI SUI RAGAZZI ESPRIMONO UN FALLIMENTO”
Estratto dell’articolo di Ugo Magri per “La Stampa”
Siamo arrivati al punto che Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica, non può più trattenere l’allarme. Le cariche di Pisa, […] l’hanno spinto ieri a intervenire appena 24 ore dopo avere espresso solidarietà alla premier per i manichini bruciati in piazza. Il presidente ha chiesto conto dei pestaggi al ministro dell’Interno e, caso senza precedenti nella storia patria, la notizia del chiarimento con Matteo Piantedosi è stata resa pubblica dal Quirinale. Mattarella ha voluto insomma che si sapesse.
LA POLIZIA CARICA GLI STUDENTI DURANTE I CORTEI PRO-PALESTINA A PISA
Il capo dello Stato ha fatto pesare […] che «l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma nella capacità di assicurare sicurezza tutelando al contempo», mette in guardia il testo del comunicato, dosato da Mattarella fino alle virgole, «la libertà di manifestare pubblicamente opinioni».
Sottinteso: il dissenso in Italia è ancora permesso, siamo un Paese democratico, ci vuole più rispetto per chi scende pacificamente in piazza. Con una postilla che lascia intendere con chiarezza l’opinione del presidente sui fatti di Pisa, ma non solo quelli: «Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento», mai bisognerebbe arrivare a usare la forza specie coi minorenni; e se questi vengono trattati da facinorosi la responsabilità è di tutti, istituzioni comprese.
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[…] Il Quirinale, chiaramente, non entra nelle “tecnicalità”, su come dovrebbero regolarsi le forze di polizia per le quali lassù si nutre totale fiducia. Ci penserà Piantedosi col quale pure - confidano fonti bene informate - il rapporto col presidente è di stima, cresciuta nel tempo. Il ruolo che il ministro ricopre ne fa l’interlocutore più diretto.
Ma quando Mattarella difende la libertà di esprimersi, sia pure nel rispetto delle regole, ciò significa che ai suoi occhi ce n’è bisogno. Anche qui la casistica è ricca: dal loggionista alla Scala identificato dopo aver gridato «viva la Repubblica antifascista» ai funzionari di Polizia rimbrottati dal meloniano Galeazzo Bignami per non aver cacciato gli alluvionati di Forlì durante una visita della premier con Ursula von Der Leyen; dal carabiniere che rifiuta di riconoscere Mattarella come suo presidente fino agli oppositori russi di Putin, cui sono stati chiesti i documenti per aver deposto fiori in ricordo di Navalny. Saranno tutte coincidenze, dovute magari a funzionari «poco consapevoli» nella definizione memorabile di Piantedosi; ma i casi sfortunati stanno diventando francamente troppi e Mattarella non si accontenta più delle spiegazioni. Di qui il richiamo del presidente, mai così forte come stavolta.
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