UNICREDIT-BPM, È UN SONORO SCHIAFFO AL GOVERNO DEL “QUI, COMANDO IO!” – SE LA DUCETTA NON APRE BOCCA, SALVINI LA SPALANCA: “E' UN'OPERAZIONE PARTITA NON PER COSTRUIRE, MA PER BLOCCARE”. BEN DETTO: L’OPS DI ORCEL FA SALTARE LA FUSIONE BPM-MPS-ANIMA, CON L’INGRESSO NELL’OPERAZIONE DEI DUE IMPRENDITORI CARI ALLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, CALTAGIRONE E MILLERI, CHE PUNTANO ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA-GENERALIGIORGETTI, A DIFESA DEL “PADRINAGGIO” DELLA LEGA SU BPM, SPARA CAZZATE: LA GOLDEN POWER IMPONE AL GOVERNO DI INTERVENIRE SOLO IN CASO DI MINACCIA “ALL'INTERESSE NAZIONALE” (SE FOSSE VERA LA VOCE CHE IL CREDIT AGRICOLE AVEVA INIZIATO A RASTRELLARE LE AZIONI DI BPM IN NOME DI UN'OFFERTA OSTILE DI ACQUISTO, LA SCELTA DEL GOVERNO DOVREBBE ESSERE A FAVORE DELL'IPOTESI DI FUSIONE CON UNICREDIT, E NON IL CONTRARIO)

Condividi questo articolo


salvini giorgetti salvini giorgetti

Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

Il mantra è quello di vent'anni fa, prima della grande crisi del 2008, il momento in cui si mostrò la debolezza del sistema bancario europeo, molte banche fallirono e si posero le basi per costruire un sistema di vigilanza unico sulle grandi banche. Dice Matteo Salvini: «Ritengo assolutamente contrastante con l'interesse nazionale una concentrazione bancaria che allontana le banche dai territori».

 

Poco importa se i primi due azionisti di Banco Bpm siano un istituto francese - il Credit Agricole - e il fondo americano Blackrock. La Lega ha trovato nella proposta di fusione di Unicredit le ragioni per una battaglia politica d'altri tempi.

 

andrea orcel andrea ceccherini sergio mattarella andrea orcel andrea ceccherini sergio mattarella

Una battaglia che ancora ieri costringeva il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti a contorsioni politiche: «Esiste il mercato e la legge di mercato, e poi esiste una legge che non ho scritto io, quella del golden power che il governo valuterà perché la deve valutare».

 

Giorgetti omette di dire che quella legge - i cui ambiti di applicazione toccano pressoché ogni settore ritenuto "strategico" - impone al governo di intervenire solo in caso di minaccia «all'interesse nazionale».

GIUSEPPE CASTAGNA MASSIMO TONONI GIUSEPPE CASTAGNA MASSIMO TONONI

 

E dunque, sin d'ora si può dire che in nome di quell'interesse, se fosse vera la voce secondo la quale il Credit Agricole aveva iniziato a rastrellare le azioni di Banco Bpm in nome di un'offerta ostile di acquisto, la scelta del governo dovrebbe essere a favore dell'ipotesi di fusione con Unicredit, e non il contrario.

Andrea Orcel giuseppe castagna Andrea Orcel giuseppe castagna

 

Non è un caso dunque se fra tutte le voci che in questi giorni si sono levate contro l'operazione di scambio di azioni lanciata dal numero uno della banca milanese Andrea Orcel manchi ancora quella della premier Giorgia Meloni.

 

milleri nagel caltagirone milleri nagel caltagirone

Il monito di ieri del numero uno del principale concorrente di Unicredit- ovvero Intesa di Carlo Messina - renderà ancora più difficile l'arrocco del partito di Salvini e Giorgetti, preoccupati delle conseguenze dell'operazione sul consenso del partito in Lombardia.

 

L'atteggiamento del governo italiano contro Unicredit sta creando parecchio imbarazzo in tutto il mondo finanziario e ai piani alti della Banca centrale europea, dove da anni si auspica la nascita di campioni europei capaci di fare concorrenza ai concorrenti americani e cinesi.

meloni fazzolari meloni fazzolari

 

Le classifiche internazionali parlano chiaro: se si valuta il parametro della capitalizzazione di Borsa, fra le prime dieci banche del mondo nessuna ha la sede nella zona dell'euro. Le prime due sono americane - Jp Morgan Chase e Bank of America - la terza è cinese (Industrial and Commercial Bank of China), la decima è la britannica Hsbc. Dietro di lei c'è la svizzera Ubs, la spagnola Santander, poi Intesa Sanpaolo, Bnp Paribas e Unicredit. Per avere un termine di paragone, quest'ultima vale un quinto della prima banca americana.

 

ANDREA ORCEL CARLO MESSINA ANDREA ORCEL CARLO MESSINA

Va detto che la difesa corporativa dello status quo non è una peculiarità italiana: se Orcel ha deciso di lanciare l'operazione Banco Bpm è per la resistenza della politica tedesca alla proposta di fusione con la tedesca Commerzbank. E' evidente che di qui alle elezioni di febbraio il governo di Berlino non darà alcun assenso alla fusione con Unicredit, e che con molta probabilità quel veto verrà confermato.

 

Stessa cosa è accaduta in questi mesi in Spagna, con il no della politica all'operazione di fusione fra il Banco Bilbao Vizcaya Argentaria e Sabadell. Due giorni fa la Commissione europea non ha sollevato obiezioni sull'operazione, tuttora osteggiata dai vertici di Sabadell.

Fabio Corsico Franco Caltagirone matteo Piantedosi Fabio Corsico Franco Caltagirone matteo Piantedosi

 

La preoccupazione di fondo è la stessa per tutti, ovvero che le fusioni portino con sé una ristrutturazione dei soggetti più piccoli. Ieri Unicredit ha dovuto smentire l'ipotesi che nei piani della banca in caso di aggregazione ci siano seimila esuberi.

 

Nel caso italiano una peculiarità c'è: l'intervento di Unicredit ha rotto le uova nel paniere al progetto sostenuto dal governo che avrebbe portato alla creazione di un terzo polo fra Banco Bpm e il Monte dei Paschi di Siena. Salvini lo dice apertamente: «E' un'operazione (quella di Unicredit, ndr) partita non per costruire, ma per bloccare».

TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDO TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDO LE BIG SEVEN - LE SETTE BANCHE EUROPEE PIU GRANDI PER CAPITALIZZAZIONE LE BIG SEVEN - LE SETTE BANCHE EUROPEE PIU GRANDI PER CAPITALIZZAZIONE SEDE DI BANCO BPM A PIAZZA MEDA - MILANO SEDE DI BANCO BPM A PIAZZA MEDA - MILANO UNICREDIT COMMERZBANK UNICREDIT COMMERZBANK andrea orcel di unicredit andrea orcel di unicredit TORRE UNICREDIT A MILANO TORRE UNICREDIT A MILANO L OFFERTA PUBBLICA DI SCAMBIO DI UNICREDIT SU BANCOBPM L OFFERTA PUBBLICA DI SCAMBIO DI UNICREDIT SU BANCOBPM

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - UN FURIOSO BEPPE GRILLO È PRONTO A TORNARE IN PISTA! SE IL FIGLIO CIRO DOVESSE ESSERE ASSOLTO NEL PROCESSO PER STUPRO, IL “SOPRAELEVATO” SI METTERÀ ALLA GUIDA DI UN NUOVO MOVIMENTO BARRICADERO CIRCONDATO DAL TRIO DI AGIT-PROP RAGGI-TONINELLI-DI BATTISTA – A GENOVA DESCRIVONO BEPPE-MAO COME FUORI DI TESTA PER LE MOSSE DI QUEL "FUOCO DI PUGLIA" LIQUIDATO COME "MAGO DI OZ": L'EX COMICO VUOLE VEDERE LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO SCHIANTARSI ALLE ELEZIONI E DIMOSTRARE DI ESSERE LUI, E SOLO LUI, L’ANIMA E LA MENTE DEL GRILLISMO SENZA LIMITISMO… - VIDEO

DAGOREPORT – IL FUTURO DELLA RAI È APPESO AL VOTO SULLO STATUTO DEL MOVIMENTO 5 STELLE, IN PROGRAMMA NEL WEEKEND. SE GIUSEPPE CONTE USCISSE VINCITORE, POTREBBE FINALMENTE SBLOCCARE LA PARTITA DELLE NOMINE: IL TG3 AL M5S IN CAMBIO DEL VOTO FAVOREVOLE ALLA GIANNILETTIANA SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA – CHIARA APPENDINO, NON CI STA: MA COME? ABBIAMO APPENA FATTO FUORI BEPPE GRILLO, E IL NOSTRO PRIMO ATTO È UN INCIUCIONE CON IL GOVERNO MELONI PER LA SPARTIZIONE DEL TELE-POTERE?… - LA SMENTITA DELL'EX SINDACA DI TORINO 

DAGOREPORT – TRA I DUE LITIGANTI SALVINI E TAJANI, LA MELONI NON GODE: LA DUCETTA TEME DI PERDERE LA TERZA GAMBA DEL GOVERNO E CHIEDE A FORZA ITALIA DI NON INFIERIRE SUL LEADER DELLA LEGA CHE, DA ANIMALE FERITO, PUÒ DIVENTARE PERICOLOSO - LA SENTENZA DELLA CONSULTA CHE HA AFFOSSATO L’AUTONOMIA, ERA LA POLIZZA SCUDO DI SALVINI PER SALVARSI DAI MALUMORI DEL CARROCCIO – MA IL CHIAGNI E FOTTI DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA CONTINUA: CON IL NO AL TERZO MANDATO DEI GOVERNATORI, SCIPPA ALLA LEGA IL VENETO E TOGLIE LA CAMPANIA A ELLY SCHLEIN (DE LUCA SI CANDIDEREBBE CON UNA LISTA CIVICA)