Gentile direttore, ieri sera alla trasmissione di Rete Quattro “Stasera Italia”, condotta da Barbara Palombelli dove anche lei era ospite, c’era il professor Marco Revelli, sociologo ed erede del grande Norberto Bobbio, connotato dalla sua espressione sempre accigliata e severa. Il professore che scrive dotti articoli per il “Manifesto, quotidiano comunista” nei suoi studi ha affrontato le problematiche della classe operaia moderna e dell’esclusione sociale.
Degli “ultimi”, degli operai e delle operaie se ne è occupato studiando nelle biblioteche, nel suggestivo borgo medievale di Colletto di Castelbianco dove passa le vacanze nell’entroterra ligure, oppure nella bella casa torinese. Si potrebbe dire che se ne è occupato “dall’alto” in senso metaforico e reale.
Così ha proposto nel corso della trasmissione di rilevare la temperatura corporea con i termoscanner a chi sta per salire in autobus o in metropolitana nelle ore di punta. Troppo preso dal corpo a corpo con i tomi ha evitato il corpo a corpo con i soggetti delle sue ricerche quando, accaldati e imbelviti all’ora di punta ( re 8 di mattina, per esempio), si accalcano per conquistare un posto in metro.
Immaginare un cortese rilevatore di temperatura che ne ostacola la disperata corsa mattutina è pensare la rivoluzione sociale che il professore ex Lotta continua auspicava negli anni Settanta. Urge per il professore un bagno di folla.
metro milano in epoca coronavirus 4
adriano sofri - lotta continua