URSULA RINTIGNA SU GIORGIA – VON DER LEYEN, NONOSTANTE IL VETO DI MACRON, SCHOLZ E TUSK, CONTINUA AD ALLISCIARSI LA MELONI: DOPO AVER RIMANDATO IL REPORT SULLA LIBERTÀ DI STAMPA IN ITALIA, SAREBBE PRONTA A RINVIARE A DOPO L’ESTATE LA RACCOMANDAZIONE SULLO “SFORZO FISCALE”, RICHIESTO AL GOVERNO DUCIONI DOPO LA PROCEDURA DI INFRAZIONE CHE VERRÀ APERTA DOMANI – I VERDI NON SONO UN’OPZIONE: MEZZO PPE SI È RIVOLTATO CONTRO IL GREEN DEAL…

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1. PERCHÉ VON DER LEYEN VUOLE PIÙ L'APPOGGIO DI MELONI CHE DEI VERDI

Estratto dell’articolo di David Carretta per “il Foglio”

 

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[…] . L’ultimo ostacolo per la riconferma di von der Leyen è il voto al Parlamento europeo, dove la presidente della Commissione è costretta dal realismo politico a puntare più sui voti di Fratelli d’Italia che su quelli dei Verdi.

 

Durante la campagna che ha portato alle elezioni europee del 9 giugno, von der Leyen ha più volte teso la mano a Giorgia Meloni, rifiutandosi di includere il presidente del Consiglio italiano tra i partiti di estrema destra […]. Al contrario, von der Leyen ha implicitamente offerto a Meloni di entrare nella sua maggioranza, riconoscendo che il presidente del Consiglio italiano rispetta i suoi tre criteri: essere pro europea, pro Ucraina e pro stato di diritto.

 

manfred weber antonio tajani manfred weber antonio tajani

[…] Dopo il successo del Partito popolare europeo alle elezioni, von der Leyen ha promesso di costruire con i partiti centristi un “bastione contro le estreme di sinistra e di destra”. Ma né Meloni né Fratelli d’Italia sono stati inclusi nella categoria. Ora che si avvicina il momento della verità […], la presidente della Commissione ha deciso di fare una concessione più grande a Meloni.

 

Il 3 luglio l’esecutivo comunitario avrebbe dovuto pubblicare il rapporto annuale sullo stato di diritto, con critiche pesanti contro l’Italia per il logoramento della libertà di stampa. Secondo Politico.eu, von der Leyen ha semplicemente deciso di rinviare a dopo il voto del Parlamento europeo, che dovrebbe tenersi il 17 o il 18 luglio. “E’ in modalità campagna elettorale e sta comprando voti”, dice al Foglio una fonte dell’Ue. Un’altra concessione  a Meloni potrebbe arrivare domani, con l’apertura della procedura per deficit eccessivo contro l’Italia. La Commissione dovrebbe rinviare a dopo l’estate la raccomandazione sullo sforzo fiscale richiesto al governo Meloni per il 2025.

 

EMMANUEL MACRON - DONALD TUSK - OLAF SCHOLZ EMMANUEL MACRON - DONALD TUSK - OLAF SCHOLZ

[…] la scommessa su Meloni e Fratelli d’Italia potrebbe apparire azzardata. Socialisti e liberali continuano a classificarli nell’estrema destra e a pretendere che non ci sia alcun accordo formale. […]

 

Il principale calcolo politico di von der Leyen ruota tutto attorno al Ppe e alla sua Cdu-Csu. La presidente della Commissione non è particolarmente amata nella sua famiglia politica. Per ottenere il sostegno alla sua candidatura ha promesso di fare marcia indietro sul Green deal.

 

Nel suo manifesto per la campagna elettorale il Ppe di fatto sconfessa l’obbligo di immatricolare solo auto elettriche a partire dal 2035, la misura più simbolica del Green deal di von der Leyen. Anche la Cdu-Csu ha chiesto di rivedere il divieto di immatricolare automobili con motore termico nel 2035. In questo contesto von der Leyen deve assolutamente evitare di dare l’impressione di ascoltare troppo  i Verdi sul Green deal.

 

ursula von der leyen meloni ursula von der leyen meloni

Il rischio di subire un’emorragia di voti nel Ppe sarebbe troppo alto. Una ripetizione del 2019, quando una parte consistente della sua famiglia politica votò contro di lei (al Parlamento europeo ottenne la fiducia per soli nove voti, grazie al sostegno del Movimento 5 stelle e dei nazionalisti polacchi del PiS) va evitata a ogni costo. Tra Verdi e Fratelli d’Italia, a von der Leyen Meloni appare come la scelta più sicura

 

2. AVANZA LO SPETTRO DEI FRANCHI TIRATORI E ORA I VERDI CORTEGGIANO VON DER LEYEN

Estratto dell’articolo di Gabriele Rosana per “il Messaggero”

 

Potrebbe (ancora) scegliere di muoversi come Giuseppe Conte, Giorgia Meloni. Con tutti i distinguo del caso, naturalmente, ma con una missione comune: agire da responsabile "governista" per dribblare l'agguato teso a Ursula von der Leyen dai franchi tiratori bipartisan. E invece tra il risiko delle nomine di oggi e quello del luglio di cinque anni fa, quando la tedesca superò di appena nove voti la soglia della maggioranza assoluta dell'Eurocamera necessaria per diventare presidente della Commissione, potrebbe profilarsi una differenza sostanziale nelle scelte dell'Italia.

conte ursula conte ursula

 

Perché a lanciarle il salvagente nello scrutinio segreto del 2019 furono proprio gli eletti del M5S dell'allora premier del governo gialloverde, in soccorso dai banchi dei non iscritti (una sorta di gruppo misto Ue), mentre anche i polacchi del PiS di Mateusz Morawiecki, all'epoca al timone dell'esecutivo di Varsavia, scelsero la linea "governista", a differenza del resto dei conservatori dell'Ecr, lo stesso gruppo di Meloni e FdI, ai tempi però all'opposizione in Italia.

 

Giorgia Meloni Viktor Orban Mateusz Morawiecki Giorgia Meloni Viktor Orban Mateusz Morawiecki

[…] il no di FdI potrebbe rappresentare uno scoglio di non poco conto, per la presidente uscente.  […]  a un primo sguardo von der Leyen parte da numeri solidi: i popolari del suo Ppe hanno 190 seggi, i socialisti dell'S&D 136, i liberali di Renew Europe 80. Il che, calcolatrice in mano, fa 406, oltre una quarantina in più dei 361 richiesti […]. Ma nel segreto dell'urna non mancheranno franchi tiratori pronti a silurarla, come fecero 5 anni fa i socialisti tedeschi, francesi, belgi, olandesi, austriaci e greci.

 

Von der Leyen deve fare i conti - letteralmente - con alcune defezioni annunciate tra i popolari, come gli 11 tra i Républicains francesi in crisi d'identità e gli sloveni dell'Sds […] A carte ancora coperte giocano poi molti socialisti, Pd compreso, e qualche liberale, tra cui i tedeschi dell'Fdp.

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Per garantirsi un cuscinetto e attutire l'eventuale caduta di consensi, insomma, von der Leyen punta ad aggiungere almeno il 10% di voti in più alle sue non sempre affidabili larghe intese. Il sentiero passa dai 52 eletti dei verdi ansiosi di fare da stampella in nome della continuità sul Green Deal; ma la scorciatoia auspicata sbuca (o sarebbe meglio dire: sbucava) dalle parti dell'Ecr di governo. […]

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