VADO DA WOODCOCK, ANZI NO – OGGI IL GRILLINO DI MAIO VA IN PROCURA A NAPOLI PER VEDERE IL PM DEI VIP – PER EVITARE EVENTUALI SHOW, IL PROCURATORE CAPO DECIDE CHE LA DELEGAZIONE GRILLINA SARÀ RICEVUTA DA ALTRI DUE MAGISTRATI

Di Maio ha detto che “per fermare l’ennesima tangentopoli italiana bisogna mettere le mani nelle cooperative”. Dura la reazione del Pd, con Walter Verini che parla di “ingerenza sbagliata e pericolosa di un partito nelle indagini”… -

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Francesco Maesano per “La Stampa

 

luigi di maio luigi di maio

La «procura anti-Pd»: Grillo la evoca, Di Maio prova a costruirla. Oggi il vicepresidente della Camera, accompagnato dalla candidata M5S alla presidenza della regione Campania Valeria Ciarambino, incontrerà i pm napoletani che si occupano dell’inchiesta sulle tangenti a Ischia. L’idea iniziale era quella di vedere Henry John Woodcock, poi il procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo, ha spiegato che «appreso il motivo dell’incontro, al fine di assicurare il migliore coordinamento delle indagini dell’ufficio, la delegazione del M5S sarà ricevuta dai procuratori aggiunti Alfonso D’Avino, coordinatore della sezione reati contro la pubblica amministrazione, e Luigi Frunzio, coordinatore dell’ufficio notizie di reato».


Già martedì una delegazione del M5S aveva incontrato il procuratore nazionale antimafia Roberti per chiedergli di promuovere un’indagine «coordinata a livello nazionale sulle cooperative legate ai partiti». E ieri Di Maio ha rincarato la dose: «Per fermare l’ennesima tangentopoli italiana bisogna mettere le mani nelle cooperative».

di battista e di maio in scooter di battista e di maio in scooter


Un’invettiva che non poteva non scatenare la reazione di Legacoop che per bocca del suo presidente, Mauro Lusetti, ha attaccato il vicepresidente della Camera: «Di Maio con le sue dichiarazioni offende migliaia di soci e lavoratori, offende una storia, offende una parte importante del nostro Paese per meschini calcoli politici. Le cooperative e i propri soci sono quelle che gestiscono in tutt’Italia i beni confiscati alle mafie, sono quelle che garantiscono a milioni di persone un lavoro e sono quelle che con la loro presenza capillare rappresentano un fattore di coesione sociale e di sviluppo».

HENRY JOHN WOODCOCK HENRY JOHN WOODCOCK


Ma è col Pd, vero bersaglio politico dell’offensiva dei Cinquestelle, che si è aperto il fronte più aspro. «Consideriamo profondamente sbagliata e pericolosa - ha attaccato il deputato dem Walter Verini - ogni ingerenza della politica e dei partiti su inchieste in corso che, anche per la loro credibilità, debbono essere rigorosamente tutelate da ogni pressione indebita, da ogni intervento improprio. La piena indipendenza della magistratura è la principale garanzia - sempre - per contrastare il crimine, la piaga della corruzione, per colpire i reati».

 

Mentre Danilo Leva, già responsabile giustizia del Pd nella segreteria Bersani, è stato ancora più duro. «L’idea che un parlamentare della Repubblica voglia incontrare un magistrato per parlare di un’importante indagine in corso è scandalosa, è un insulto alla più elementare grammatica istituzionale».

GIOVANNI COLANGELO GIOVANNI COLANGELO


Tensioni che arrivano nel giorno in cui contro il M5S arriva un esposto presentato del senatore Enrico Buemi del Psi e da altri membri di palazzo Madama per la protesta messa in scena dal Movimento contro un provvedimento ritenuto un regalo ai petrolieri sul fronte delle trivellazioni. I Cinquestelle hanno rispedito al mittente quella che considerano «un’intimidazione» ma a togliere il tema dal tavolo ci ha pensato il presidente del Senato che ha precisato come «l’attività posta in essere dai membri delle Camere non può formare oggetto di attività inquisitiva del pm», ribadendo «il difetto assoluto di giurisdizione della magistratura ordinaria sui comportamenti senatori nell’esercizio delle loro prerogative».

 

walter verini walter verini

 

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