VANNO TUTTI A CANOSSARCORE - A BANANA RISORTO, I “TRADITORI” SONO TORNATI TUTTI, A TESTA CHINA, DAL GRAN CAPO - DA ANGELINO ‘SENZA QUID’ AD ALE-DANNO, PER CUI BERLUSCONI ERA “UN RITORNO AL PASSATO” - OSVALDO NAPOLI TIFAVA PER LE PRIMARIE, QUAGLIARIELLO S’ERA LANCIATO IN “ITALIA POPOLARE”, MENTRE PER SACCONI MONTI ERA “IL NUOVO DE GASPERI” (COME NON DETTO)…

Condividi questo articolo


Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

MAURIZIO SACCONI ROBERTO MARONI ANGELINO ALFANOMAURIZIO SACCONI ROBERTO MARONI ANGELINO ALFANO

E avvenne che, mentre erano in viaggio e stavano per avvicinarsi a Monti, da loro stessi designato federatore dei moderati, all'improvviso li avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udirono una voce che gli diceva...

Ecco, si perdoni qui la parafrasi degli Atti degli apostoli (9, 3-4), ma a differenza di Saulo incamminatosi sul cammino di Damasco, i diversi esponenti del Pdl variamente folgorati sulla via del Centro hanno capito subitissimo che la voce del Padrone apparteneva al coordinatore, nonché tagliatore di teste, Denis Verdini; e quindi, senza aspettare nel buio i tre giorni di cui parla il sacro testo, e come ovvio ben guardandosi dall'astenersi da cibi e bevande, si sono riavvicinati a Berlusconi.

sindaco gianni alemanno sindaco gianni alemanno

Più che riavvicinati, in realtà. Da Alfano ad Alemanno, da Quagliariello a Sacconi hanno cercato di far dimenticare, con altrettanta energia e intensità, ciò che avevano detto appena uno o due mesi fa; e cioè, grosso modo, che del Cavaliere si poteva benissimo fare a meno. Anzi, era meglio. Le primarie avrebbero deciso a chi sarebbe toccata la guida del Pdl. E in ogni caso, come del resto sembrava aver solennemente deliberato lo stesso Berlusconi, si poteva contare e si doveva puntare su Monti.

Sennonché l'odierna politica, oltre ad aver tempi straordinariamente veloci, è eccezionalmente volatile, per non dire che alla tradizionale vocazione trasformistica s'è aggiunta la più ragguardevole quota di inganni, fatuità e sfacciataggine. Per cui
passi per il dietro-front del povero Alfano, al quale ieri Berlusconi è tornato a dire che vuole bene come a un figlio.

GAETANO QUAGLIARIELLOGAETANO QUAGLIARIELLO

L'impegnativa formula metaparentale risulta già attribuita e ritirata più volte, ma l'ultimo conferimento ha tutta l'aria di coronare un rito di sottomissione tipo quello cui si sottopose Enrico IV dinanzi a Gregorio VII a Canossa: senza insegne, a piedi scalzi, in veste di penitente.

Ma Alemanno? A novembre andava proclamando, benedetto sindaco: «Basta con le leadership carismatiche ». Berlusconi era un «ritorno al passato», non poteva «incarnare il
rinnovamento», né si potevano «tradire le speranze delle primarie», e così via. Bene.

berlusconi, santoroberlusconi, santoro

Per quanto i controlli di coerenza sia divenuti in Italia una pratica giornalistica ormai del tutto vana, curioso è leggersi il ponderoso saggetto, cinque cartelle in stretto «ideologese» (radici, prospettive, visioni «della vita e del mondo», addirittura) con cui l'ineffabile primo cittadino, previa l'indispensabile collaborazione dei Circoli della Nuova Italia, l'altro giorno ha ripreso a tessere le lodi del leader andava messo da parte: «L'unico in grado di aprire una prospettiva vincente per tutto il centrodestra italiano».

berlusconi, santoroberlusconi, santoro

Un modo ridondante di farsi perdonare, confermando l'ameno nomignolo di «Retromanno». Più suggestivo il tentativo espletato dal vicecapogruppo a Montecitorio Osvaldo Napoli, che in un attimo di sbandamento autunnale aveva richiamato, l'incauto, la «validità attuale» - ahiahi - dell'«atto di responsabilità e d'amore verso l'Italia», «il nobile gesto compiuto» da Berlusconi che dimettendosi aveva abdicato. Oh lesa maestà anche solo il pensarlo! Guai ai tiepidi, agli incerti, ai dubbiosi.

Risuona ancora nelle loro orecchie lo sfogo del sovrano in un ufficio di presidenza all'inizio di dicembre: «Pensate davvero che non abbia notato che mi avete lasciato da solo? Sono stanco, mi avete deluso tutti, mi avete abbandonato... Appena ho voltato le spalle mi avete accoltellato, adesso congiurate pure contro di me».

OSVALDO NAPOLIOSVALDO NAPOLI

Per cui all'onorevole Napoli non pare vero di poter lanciare le più alte grida in lode alla tele-performance di Berlusconi, che «come san (!) Daniele era andato nella fossa dei leoni di Santoro e Travaglio, ma i leoni, all'improvviso, non avevano più i denti » grazie alla «straordinaria capacità comunicativa» eccetera.

Quindi si arriva ai «cattolici», pure loro caduti in tentazione: Quagliariello e Sacconi. Il primo aveva partecipato alla fondazione di uno strano aggeggio collettivo dal nome «Italia Popolare», specie di ponte lanciato dal Pdl verso il Centro. Il secondo era arrivato a sostenere che Monti era «il nuovo De Gasperi». Oggi entrambi possono dire che in fondo lo diceva anche il loro Capo.

Ma il problema è che loro non lo consideravano più capo. Così di colpo hanno scoperto che Monti non era De Gasperi e infatti il professore difetta nella difesa dei valori etici. Berlusconi invece è ok. E anche se lunedì scorso ha aperto sulle coppie gay, beh, la questione è più complicata e per chiarirla basta leggersi un certo documentone prodotto quando il fulmine era lungi dall'abbagliarli e la voce non gli parlava di posti in lista.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – AVVISATE LA MELONA CHE URSULA LE HA RIFILATO UNA SOLA: DA’ A FITTO LA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA MA GLI CONCEDE UN PORTAFOGLIO DI SERIE B (E SULLA GESTIONE DEL PNRR LO HA “COMMISSARIATO” METTENDOGLI VICINO IL MASTINO LETTONE DOMBROVSKIS) - LE FORCHE CAUDINE PER IL PENNELLONE SALENTINO SARA' L’AUDIZIONE CON LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVRA’ VALUTARLO: IL COLLOQUIO E' IN INGLESE, LINGUA CHE FITTO PARLA A SPIZZICHI E BOCCONI - PER PASSARE L'ESAME, SERVIRA’ L’OK DEL PD (GRUPPO PIU' NUMEROSO TRA I SOCIALISTI DEL PSE) - MA I DEM SONO SPACCATI: ALCUNI SPINGONO PER IL NO, DECARO-ZINGARETTI PER IL SÌ, ELLY SCHLEIN TRACCHEGGIA MA SPERA CHE FITTO SI SCHIANTI IN AUDIZIONE PER FARLO SILURARE - IL CONTENTINO AI VERDI CON LE DELEGHE ALLA SPAGNOLA RIBERA E LA CACCIATA DEL “MAESTRINO” BRETON CHE STAVA SULLE PALLE A TUTTI, DA MACRON A URSULA...

CHI FERMERÀ ORCEL NELLA SCALATA A COMMERZBANK? UNICREDIT VUOLE CHIEDERE ALLA BCE IL VIA LIBERA PER PORTARE IL SUO CAPITALE DELL'ISTITUTO TEDESCO AL 30%, SOGLIA LIMITE PER LANCIARE L'OPA – DEUTSCHE BANK POTREBBE RILANCIARE MA HA I CAPITALI PER UNA FAIDA BANCARIA? – IL VERO OSTACOLO PER ORCEL SONO I SINDACATI TEDESCHI, CHE TEMONO UNA PESANTE SFORBICIATA AI POSTI DI LAVORO. ANCHE PERCHÉ LA GERMANIA VIVE UNA CRISI ECONOMICA PESANTE, COME DIMOSTRA IL CASO VOLKSWAGEN, CHE MINACCIA DI FARE FUORI 15 MILA DIPENDENTI…

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2029 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO...