1. IL CARABINIERE CHE INDAGÒ SUI RENZI E CONSIP SI CANDIDA CON UNA LISTA COLLEGATA A ITALIA VIVA
Estratto dell’articolo da www.open.online
Gianpaolo Scafarto è il carabiniere che indagò su Matteo Renzi, il padre Tiziano e il caso Consip. Oggi è nella lista Liberaldemocratici, che a Scafati appoggia il candidato sindaco Corrado Scarlato insieme a quella di Italia Viva (che si chiama Scafati viva).
Il Mattino ricorda che Scafarto è stato accusato di aver rivelato ai giornalisti il contenuto delle dichiarazioni di Luigi Marroni, ex ad di Consip. E di aver falsificato un’informativa attribuendo la frase «Renzi, l’ultima volta che l’ho incontrato…» ad Alfredo Romeo invece che a Italo Bocchino. Nell’ottobre 2019 è stato prosciolto dal Gip.. […]
La stoccata: «Io non ho mai avuto pregiudizi politici, questa candidatura dimostra la mia terzietà in quell’inchiesta che seguivo e per la quale sono finito a processo». […]
2. UNA CHAT INCHIODA SCAFARTO. "HO BISOGNO DI QUEI NASTRI PER ARRESTARE TIZIANO RENZI"
Estratto dell’articolo di Carlo Bonini e Maria Elena Vincenzi per “la Repubblica” dell’8 giugno 2017
Le indagini condotte dal Noe dei Carabinieri su un capitolo almeno del caso Consip, su quello che ne era diventato il cuore perché merce ad alto rendimento politico — il padre del Presidente del Consiglio Tiziano Renzi — si rivelano un verminaio di infedeltà e manipolazioni.
In cui sprofondano definitivamente il capitano Gianpaolo Scafarto e il colonnello Alessandro Sessa, vicecomandante del reparto ora indagato per depistaggio. E che promette di inghiottire altri protagonisti di questa vicenda.
Non fosse altro perché apre uno squarcio sinistro su quanto accaduto tra l’estate 2016 e il gennaio 2017 al Comando Generale dove, chi manipolava l’inchiesta (Scafarto e Sessa) sapendo di farlo, giustificava le proprie mosse storte con l’urgenza di «arrestare Tiziano Renzi». […]
Di più: concionava sulla necessità di intercettare — non è dato sapere in forza di quale autorità — il Comandante generale Tullio Del Sette e il Capo di Stato Maggiore Gaetano Maruccia, sospettati di essere le talpe che avrebbero dovuto far deragliare l’indagine della Procura di Napoli a vantaggio del Presidente del Consiglio. Nel dettaglio.
A Scafarto, i pm mostrano i messaggi scambiati in quella chat tra lui e suoi uomini tra il 2 e il 3 gennaio di quest’anno. I giorni immediatamente precedenti la consegna della memoria ai pm. Si legge il 2 gennaio:
Scafarto: «Per favore, qualcuno si ricorda se Romeo ha mai detto a qualcuno di aver visto, anche una mezza volta, Tiziano (Renzi ndr.)?»
La richiesta diventa frenetica il giorno successivo, il 3.
Scafarto: «Buongiorno a tutti… Forse abbiamo il riscontro di un incontro tra Romeo e Tiziano Renzi. Ieri ho sentito a verbale Mazzei, il quale ha riferito che il Romeo gli ha raccontato di aver cenato o pranzato (non ricordava) con Tiziano e Carlo Russo».
È una circostanza per la quale va trovato un riscontro. Che Scafarto individua in una conversazione ambientale di cui dà gli estremi ai suoi uomini.
Scafarto: «Remo, per favore, riascoltala subito. Questo passaggio è vitale per arrestare Tiziano (Renzi ndr.). Grazie. Attendo trascrizione». […]
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