Gianfranco Ferroni per “Il Tempo”
GLI HACKER FANNO PAURA ANCHE ALL’AERONAUTICA
Gli hacker fanno paura a tutti, anche ai militari. E nel mirino non ci sono solo i computer, pure le telefonate devono essere sicure.
Nel ministero della Difesa guidato da Lorenzo Guerini circola un nuovo bando di gara dell’Aeronautica Militare, dedicato alla “procedura aperta con aggiudicazione secondo il criterio del minor prezzo per la riorganizzazione ed ottimizzazione della rete interna di comunicazione in funzione della rilocazione del permutatore generale e della centrale telefonica di Palazzo Aeronautica”. Importo a base di gara, 336 mila euro.
Qualcuno a via XX Settembre si chiede se il “criterio del minor prezzo” è opportuno, visto che si tratta delle comunicazioni dei massimi vertici di una forza armata. Altri vogliono che se ne occupi il Copasir guidato da Adolfo Urso, domandandosi “se vincono i cinesi, che facciamo? Annulliamo la gara? Sarà meglio informare Palazzo San Macuto”. Chissà come andrà a finire...
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RAI, PER CIOLI QUALE È STATO IL PROBLEMA?
Ugo De Carolis, additato in maniera bipartisan di essere un “uomo di fiducia dei Benetton”, ha dovuto dire “no” alla poltrona di amministratore delegato di Anas.
Ma non è stato l’unico manager che ha visto sfumare un incarico per il legame con il gruppo di Ponzano Veneto. In altri casi, viene spifferato da palazzo Chigi, “è stato svolto un lungo lavoro preventivo, passando al setaccio ogni curriculum”.
Pare sia stata questa la causa della bocciatura, per esempio, di Laura Cioli alla Rai: su viale Mazzini gli occhi sono sempre puntati, e sul “paper Cioli” si leggeva “Autogrill, non-executive director”.
Dove Autogrill vuol dire Benetton. E quindi, il cv è finito nel cestino, per evitare guai, nonostante un passato manageriale nel mondo dell’editoria. A proposito, lo stesso discorso a quanto si apprende vale per tutti gli amministratori indipendenti delle società care ai Benetton...
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GUBITOSI, ILIAD E PALOMAR
“Tim e Iliad andranno sempre più d’accordo, e Fibercop è una prova”, afferma un protagonista del mondo delle telecomunicazioni. L’investimento comune sulla rete nasconde ancora però gli sviluppi futuri. Fatto sta che Luigi Gubitosi, numero uno di Tim, è stato anche al vertice della Rai e conosce benissimo il valore del commissario Montalbano.
Che c’entra? È una questione di “contenuti”: pochi se ne sono accorti, ma esiste una società francese che si chiama Mediawan, dedicata alle produzioni televisive, fondata dal banchiere Mathieu Pigasse (ovvero l’editore del quotidiano transalpino Le Monde), dal patron di Iliad Xavier Niel e dal produttore tv Pierre-Antoine Capton.
Due anni fa Mediawan ha rilevato il 72% di Palomar, la storica casa di produzione di serie per il piccolo schermo come “Il commissario Montalbano”, “Braccialetti rossi”, “Il nome della rosa”, “La paranza dei bambini” e “Il giovane favoloso”.
carlo degli esposti foto di bacco
Palomar in Italia viene identificata con il produttore Carlo Degli Esposti, che però adesso ha solo il 28% delle azioni. Sono i francesi, amici di Niel, che hanno la maggioranza. E questo Gubitosi lo sa. Anche per il bene di TimVision. Una curiosità: tra pochi giorni uscirà nelle sale “Volami via”, film di Christophe Barratier, prodotto da Palomar e Chapter 2, entrambe società del gruppo Mediawan, distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.
Quest’ultimo, a Bologna, viene definito come il “divertissement culturale”, anche molto apprezzato, di Carlo Cimbri, l’uomo al comando del gruppo Unipol.
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COTTARELLI, L’INTER REGALA UN’ESTATE DI LAVORO
Estate al lavoro per Carlo Cottarelli, pensando alla sua amata Inter. Il 24 settembre si terrà a Milano il seminario di Interspac, dedicato alla proposta di azionariato popolare per il club nerazzurro. Cottarelli non si è risparmiato, ha accanto vip del calibro di Enrico Mentana, Danilo Broggi, Roberto Zaccaria, Alessandro De Nicola, Dario Frigerio, Riccardo Ardigò, Emanuela Banfi e molti altri ancora.
Cottarelli Mentana AZIONARIATO POPOLARE
Per Mentana, "l’Inter, come gli sportivi sanno, ha vinto lo scudetto. Poi dalla Cina è cominciato lo stillicidio di cattive notizie per la sua proprietà, la famiglia Zhang. Nello stesso momento è cominciato il sondaggio per l'iniziativa di azionariato popolare, che ha coinvolto oltre centomila persone. Vedremo se i cinesi apriranno a una cessione parziale oppure no.
Quel che è certo però è che non si possono vendere i campioni, soprattutto dopo aver vinto. È stata fatta passare per una dolorosa necessità di bilancio la cessione di Hakimi, e ora si fa strada addirittura la possibilità di un addio di Lukaku. È come se dopo aver vinto il suo primo scudetto Angelo Moratti avesse venduto Facchetti e poi Mazzola. Cari Zhang, se non avete soldi aprite a chi vi vuole aiutare, ma in ogni caso non smantellate la squadra che ci ha riportato in alto. Nessun tifoso ve lo perdonerebbe". Ci pensa Cottarelli...