da Circo Massimo - Radio Capital
La sinistra riparta dalla lotta alla precarietà. Walter Veltroni lancia il suo appello dai microfoni di Circo Massimo, su Radio Capital: "Bisogna costruire un'alternativa, cosa che comporta cambiamenti radicali e profondi", dice l'ex segretario del PD, "E puntare soprattutto sui diritti sociali e sulla lotta alla precarietà".
Non bisogna, però, tornare indietro sulle misure degli scorsi governi, in particolare su Jobs Act e decreto Poletti: "Bisogna garantire a quelle misure l'obiettivo per il quale erano nate e consentire ai ragazzi di trovare un lavoro, ma che sia stabile", continua Veltroni, "Bisogna rafforzare le protezioni sociali. Nessuno deve cadere".
Attorno a questo perno, la sinistra deve "recuperare la propria identità, che non è fare scissioni. C'è una quantità enorme di persone di sinistra che hanno a cuore certi valori e che però sono dispersi. La domanda c'è, è l'offerta che manca". Alla guida della ricostruzione può esserci Paolo Gentiloni? "Lui e tanti altri", dice l'ex sindaco di Roma, "Abbiamo consumato leadership come delle patatine, uno dopo l'altro. In questo momento siamo in una fase straordinaria, quindi tutti quelli che hanno responsabilità di direzione dovrebbero smetterla di farsi le guerre e scavalcarsi nei ruoli, e partecipare a qualcosa che sarà molto impegnativo: far rinascere la fiducia e arginare i rischi di destra".
A proposito degli scorsi governi, Veltroni risponde a Romano Prodi, che a Repubblica delle Idee ha espresso perplessità sull'essere "di sinistra" degli ultimi esecutivi: "Penso che i governi che abbiamo dietro le spalle abbiano fatto cose importanti", dice, "essendo chiaro che erano governi nati in una condizione di emergenza. Non erano maggioranze di centrosinistra, ma alleanze con altri".
MATTEO SALVINI DIRETTA FACEBOOK
Un'alleanza è anche alla base del governo attualmente in carica, la cui leadership, per Veltroni, "è chiaramente nelle mani di Salvini, che si è dimostrato uomo politico di livello. Ha fatto un'operazione intelligente, trasformando la Lega e facendola diventare il partito di destra in Italia. Da questo punto di vista, va rispettato".
luigi di maio giuseppe conte matteo salvini
Salvini sta però facendo discutere per le sue scelte da ministro dell'Interno, per ultima quella di chiudere i porti all'Aquarius: "La decisione è assolutamente immotivata", commenta Veltroni, "Gli sbarchi si sono ridotti, non è una situazione d'emergenza come altre vissute dal nostro paese. Parliamo di una nave con 629 persone a bordo. Sono esseri umani, non oggetti, e scappano dalla guerra e dalla fame. Fanno quello che noi italiani abbiamo fatto per anni: siamo andati in giro per il mondo, è anche la nostra storia", continua, "L'Italia non sarebbe più l'Italia se lasciasse 629 persone in balia del mare. Ci sono degli elementi umanitari che devono essere salvaguardati. L'impressione è che ieri si sia fatta campagna elettorale su queste 629 persone".
Campagna elettorale che si è consumata nel giorno delle elezioni amministrative, in cui, fa notare Veltroni, "il centrosinistra ha complessivamente un dato negativo. Vederlo al 27% a Siena o al 15% a Terni dà la misura del lavoro di ricostruzione che c'è da compiere. La Lega cresce ulteriormente perché si mette in sintonia, nella forma più semplificata e, per me, pericolosa, con il sentimento antimigranti. Continua ad avere un'onda che la sostiene ed è dominante nel centrodestra".
L AQUARIUS PASSA ACCANTO A MALTA MA SI DIRIGE A MESSINA
L'altro azionista del governo, il Movimento 5 Stelle, "paga invece il prezzo dell'accordo con la Lega, soprattutto nell'elettorato che viene da sinistra. E in alcuni casi, come a Roma, il prezzo dell'esperienza di governo". I primi passi del governo Conte preoccupano l'ex segretario dem: "L'Italia non sta spingendo per rinnovare l'Europa, ma per terremotarla", dice, "Anche se poi si legge l'intervista del ministro dell'Economia Tria e sembra quella di un'esponente del governo Monti... sembra una posizione seria e responsabile, diversa da altre già espresse. Nei prossimi mesi", conclude, "vivremo una contraddizione fra le promesse fatte agli italiani e la loro realizzabilità. Una contraddizione che potrà generare un'ulteriore sfiducia, un'ulteriore spinta a destra o una risposta diversa, che dipende dalla rigenerazione del centrosinistra".