LA VERA, UNICA OPPOSIZIONE A RENZI È LA RAGIONERIA DELLO STATO - IN POCHI GIORNI HA SILURATO LE MODIFICHE ALLA FORNERO, LE MANCATE COPERTURE, LA “QUOTA 96” - A SETTEMBRE INIZIA L’AUTUNNO CALDO DEL TESORO

Il governo costretto alla marcia indietro su molte misure. La macchina dell’austerità non smette di funzionare, ed è totalmente anti-renziana. Sganciata dall’assillo del consenso, è un’opposizione fortissima. E quando Palazzo Chigi avrà bisogno di 20 miliardi, col Tesoro contro, si troverà allo sbando...

Condividi questo articolo


Marco Palombi per “Il Fatto Quotidiano

 

Matteo Renzi Matteo Renzi

Quel che è successo sugli emendamenti al decreto Pubblica amministrazione non è tanto rilevante in sé, quanto per quel che significa: la frattura tra Tesoro e Palazzo Chigi è ormai conclamata con quest’ultimo, almeno per ora, nella parte dello sconfitto.

 

Matteo Renzi, che aveva difeso la norma sui “quota 96” e il prepensionamento dei professori universitari contro le perplessità di alcuni ministri (ad esempio Stefania Giannini, titolare dell’Istruzione) e l’uscita pubblica di Carlo Cottarelli, è ora stato costretto alla marcia indietro.

 

PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE

Quattro emendamenti soppressivi che dicono che la macchina dell’austerità è ancora in funzione e anzi non trova argini. Nessun cambiamento di verso, insomma, e un pessimo segnale per la battaglia sui conti pubblici che l’Italia dovrà affrontare in autunno.

 

Va notato, intanto, che le uscite pubbliche anti-governative del commissario alla spending review e della Ragioneria generale dello Stato (ieri ne ha fatto le spese anche un emendamento al dl Competitività del M5S condiviso dalla maggioranza) arrivano all’indomani della formalizzazione della squadra economica di palazzo Chigi che doveva sottrarre poteri proprio al Tesoro.

 

carlo cottarelli carlo cottarelli

Questa la scansione degli eventi. Lunedì 28 luglio Matteo Renzi ha comunicato i nomi degli economisti che faranno parte della famosa “cabina di regia” di palazzo Chigi: l’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini, Marco Simoni, Veronica De Romanis, Tommaso Nannicini, più i piddini Yoram Gutgeld e Filippo Taddei. Il giorno dopo c’è stato un incontro tra Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan a palazzo Chigi al termine del quale viene diffusa l’apposita velina “tutto bene, madama la marchesa”: “Il titolare dell’Economia ha condiviso con Renzi l’idea di irrobustire la squadra economica di palazzo Chigi, in modo da avere una sponda e una interlocuzione ancora più strutturata”.

DANIELE FRANCO DANIELE FRANCO

 

Lo stesso giorno, però, al Tesoro s’erano tolti i guanti: alla Camera arrivano i pareri della Ragioneria generale che vogliono difendere l’impianto generale (e le accluse ingiustizie) della riforma delle pensioni Fornero. Non è finita. Mercoledì sera è arrivata la mazzata di Carlo Cottarelli che attacca il Parlamento per attaccare il governo, colpevole di aver avallato la manovra sui “quota 96”.

 

Venerdì ancora, con geometrica potenza di fuoco, la Ragioneria è tornata sul luogo del delitto facendo “sparare” di nuovo dalle agenzie i suoi rilievi sulle mancate coperture. Ieri infine - con gli emendamenti che si rimangiano i provvedimenti sui pensionati della scuola, le penalizzazione e la pensione a 68 anni per i baroni universitari - Renzi ha chinato il capo. Questa vicenda non è importante per le cifre in ballo - mezzo miliardo in sette anni sono una goccia nel bilancio dello Stato - ma per i rapporti di potere che delinea.

Roberto Garofoli Roberto Garofoli

 

La tecnostruttura del Tesoro è ormai pubblicamente all’opposizione: il capo di gabinetto di Padoan, Roberto Garofoli (già con Letta a palazzo Chigi) e il ragioniere generale Daniele Franco (ex Bankitalia voluto da Saccomanni) gestiscono la più potente macchina anti-renziana in Italia, ma lo fanno con solidi agganci esteri.

FORNERO si tappa le orecchie FORNERO si tappa le orecchie

 

Non è infrequente - spiega al Fatto Quotidiano una fonte dell’ esecutivo Ue - che dalla Ragioneria partano telefonate alla volta di Bruxelles o Francoforte (la Bce di Mario Draghi) per chiedere interventi pubblici o “denunciare” informalmente il lassismo in materia di rigore del governo.

 

Madia marianna Madia marianna

È evidente a questo punto - spiega un membro del governo - “che al Tesoro c’è una guerra interna: le strutture confermate da Padoan contro il parere di Renzi, da Franco in giù, si percepiscono come contropotere rispetto al premier e sanno che fare le sentinelle dell’austerità in salsa germanica è l’unico modo che hanno di pesare politicamente contro un governo che ha un grande consenso elettorale. Ecco il consenso degli italiani non è un loro assillo”.

 

Scenario abbastanza preoccupante se si pensa a quanto deve accadere di qui alla fine dell’anno: per rispettare quel che c’è scritto nel Def in termini di deficit e saldo primario, a Renzi servono una ventina di miliardi di minori spese (o maggiori tasse) entro l’anno prossimo. Roba che potrebbe uccidere un’economia già provata da anni di recessione come la nostra. Solo che fare una battaglia sulla flessibilità, magari sull’esempio di quel che fanno Francia e Spagna, mentre il Tesoro rema contro, potrebbe far affondare il Paese insieme al governo.

mario draghi 1 mario draghi 1

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VESPA, CHI ERA COSTUI? INDIGNATA LETTERINA DI "BRU-NEO" A DAGOSPIA: “IERI SERA AL PALAZZO DEI CONGRESSI HO ABBANDONATO LA CELEBRAZIONE DEI 100 ANNI DELLA RADIO E DEI 70 DELLA TELEVISIONE, INDIGNATO PER IL TRATTAMENTO RISERVATO A ‘PORTA A PORTA’. ACCANTO ALL'OMAGGIO A MONUMENTI COME ZAVOLI E PIERO ANGELA, SONO STATI RICORDATI ‘MIXER’ E ‘CHI L’HA VISTO’. MA NON UNA PAROLA, NÉ UNA IMMAGINE, SUI 30 ANNI DI PORTA A PORTA” - FATTE LE NOMINE, VESPA NON SERVE PIÙ? È STATO UN GENTILE CADEAU DA PARTE DI CHI È STATO ESTROMESSO? CHI C'È DIETRO? È MAI POSSIBILE CHE LA SCALETTA DI UN PROGRAMMA COSÌ IMPORTANTE, CHE CELEBRA UN SECOLO DI RAI, NON ABBIA AVUTO L’IMPRIMATUR DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RAI, GIAMPAOLO ROSSI?

PERCHÉ GIORGIA MELONI È COSÌ INCAZZATA CON LA DISGRAZIATA "TALPA" CHE HA SPIFFERATO IL BLITZ SULLA CONSULTA DI MARTEDÌ PROSSIMO? LA DUCETTA SPERAVA DI COGLIERE DI SORPRESA L'OPPOSIZIONE E SPIANARE LA STRADA AL SUO CONSIGLIERE GIURIDICO, FRANCESCO SAVERIO MARINI. GIUSTO IN TEMPO PER IL 12 NOVEMBRE, QUANDO LA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBE BOCCIARE L'AUTONOMIA LEGHISTA, CON GRANDE GIUBILO DELLA SORA GIORGIA: SE COSÌ FOSSE, SALTEREBBE IL REFERENDUM CHE NON LA FA DORMIRE LA NOTTE (GLI ITALIANI SONO CONTRARI) - ANCHE FORZA ITALIA HA CHIAMATO IN ADUNATA I SUOI, MA LA LEGA NO. E TE CREDO...

DAGOREPORT - LA FINANZIARIA È UN INCUBO PER IL GOVERNO CAMALEONTE DI GIORGIA MELONI: GRAVATA DAGLI OBBLIGHI EUROPEI SUL DEBITO PUBBLICO, CHE ANDRÀ SFORBICIATO DI ALMENO 12 MILIARDI L’ANNO, E DA UNA CRESCITA STRIMINZITA – EPPURE IL PNRR PIÙ DOVIZIOSO D’EUROPA (QUASI 200 MILIARDI) DOVEVA GARANTIRCI CRESCITA COSTANTE E SOPRA AL 3%. COS’È ANDATO STORTO? TUTTO: IL PIANO È STATO MAL SPESO E PEGGIO INVESTITO. E CON IL TRASLOCO DEL MINISTRO FITTO, CHE HA GIÀ PORTATO ARMI E BAGAGLI A BRUXELLES IN VISTA DELL’ESAME DELL’EUROPARLAMENTO, LA SITUAZIONE POTRÀ SOLO PEGGIORARE. LA MELONA INFATTI VUOLE DIVIDERE IL PORTAFOGLIO TRA CIRIANI E MUSUMECI, NON CERTO DUE FENOMENI DI EFFICIENZA E GESTIONE…

DAGOREPORT – APPROFITTANDO DEL ''VUOTO DI POTERE'' ALLA CASA BIANCA, NETANYAHU STA SERIAMENTE PENSANDO DI COLPIRE TEHERAN - SE DOVESSE ATTACCARE, LA RISPOSTA DELLA MACCHINA BELLICA DI KHAMENEI NON SARA' PIU' DIMOSTRATIVA PERCHE' ISRAELE VERREBBE COLPITA NON SOLO DALL'IRAN MA ANCHE DA SIRIA, IRAK, YEMEN, LIBANO, GAZA, CISGIORDANIA - GLI AMERICANI PROVANO A FRENARE LA FOLLIA DEL DOTTOR STRANAMORE D'ISRAELE CON UN’OFFENSIVA DIPLOMATICA SOTTO TRACCIA: SONO STATI I SERVIZI A STELLE E STRISCE AD AVVISARE KHAMENEI CHE NASRALLAH ERA NEL MIRINO DI TEL AVIV (LA GUIDA SUPREMA HA AVVISATO IL CAPO DI HEZBOLLAH, CHE NON HA ASCOLTATO) E AD ALLERTARE ISRAELE CHE I RAZZI STAVANO PARTENDO DA TEHERAN… - VIDEO