VIA DA (LAS) VEGAS! - IL CAPO DELLA CONSOB BOCCIA LA TOBIN TAX MONTIANA: “MERCATI SPIAZZATI E FUGA DELLA FINANZA”

Ma parla senza avere dati “inequivocabili” - “La crisi non è finita, oggi è solo una tregua. No all’austerità senza speranza” - Poi chiede più poteri di indagine e sanzione. Giusto, visto che finora, oltre ad “accendere fari” e “puntare la lente”, non ha fatto granché per impedire le storture del mercato…

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1 - VEGAS: DA TOBIN TAX RISCHIO 'SPIAZZAMENTO' IRREVERSIBILE MERCATI
Radiocor - 'Pur non disponendosi ancora di dati inequivocabili in materia, permane il rischio di spiazzamento, forse anche irreversibile, sui mercati, in termini di delocalizzazione di importanti comparti dell'industria finanziaria nazionale e di penalizzazione per l'operativita' in strumenti derivati'.

giuseppe vegasgiuseppe vegas

Cosi' Giuseppe Vegas, presidente della Consob, nel suo discorso annuale al mercato commenta l'introduzione in Italia della Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, su cui e' stata attivata una procedura di cooperazione rafforzata che al momento 'coinvolge solo undici paesi dell'Unione europea'. 'Tra questi sono emersi contrasti, soprattutto in merito alla sua applicazione ai titoli del debito pubblico, ipotesi questa che vede il nostro paese assolutamente contrario'. In Italia, uno dei pochi paesi ad aver gia' adottato la Tobin Tax, imposta 'tuttora all'esame del consiglio' europeo, 'il prelievo e' stato attuato cercando di circoscriverne l'applicazione per contrastare fenomeni elusivi e neutralizzarne l'impatto sulle imprese di minori dimensioni'.

giuseppe vegasgiuseppe vegas

2 - VEGAS: DA MERCATI TREGUA FRAGILE, RIDURRE SPREAD 'ITALIANO'
Radiocor - La crisi 'non e' finita' e quella oggi concessa dai mercati e' solo 'una tregua fragile'. Per questo l'Italia, che ne soffre piu' degli altri paesi, afferma il presidente della Consob Giuseppe Vegas all'incontro annuale con il mercato, deve puntare a rimuovere lo spread 'italiano', 'quella parte che e' imputabile solo a noi stessi.

GIUSEPPE VEGASGIUSEPPE VEGAS

Il nostro nemico non e' piu' fuori di noi e dentro gli inafferrabili mercati, ma nelle imprese che chiudono e nel lavoro che manca'. Il Paese, nota Vegas, si e' reso conto che non bastano i rimedi congiunturali: 'Bisogna mettere l'economia produttiva in grado di ripartire'. C'e' un primo segnale positivo: 'Il clima di responsabilita' condivisa quasi miracolosamente avvenuto nel mondo della politica' assieme al salto generazionale e al riconoscimento del ruolo delle donne.

3 - VEGAS: NO AUSTERITA' SENZA SPERANZA, FISCAL COMPACT PIU' SOFT
Radiocor - Uno spettro si aggira per l'Europa: 'un'austerita' senza speranza, che puo' diventare il detonatore di una crisi generalizzata'. A lanciare l'allarme e' il presidente della Consob Giuseppe Vegas all'incontro annuale con il mercato. Il risanamento dei conti pubblici 'non puo' che realizzarsi in un quadro di crescita economica' che e' condizione indispensabile 'per migliorare i parametri di finanza pubblica sui quali vengono costruite le manovre' afferma Vegas che non dimentica il suo passato di esperto dei conti pubblici.

Mario MontiMario Monti

Il risanamento, afferma Vegas alla presenza del neo presidente del Consiglio Enrico Letta, 'non puo' che avvenire attraverso un approccio piu' graduale rispetto a quanto oggi previsto dal fiscal compact'.

4 - VEGAS: PIU' POTERI DI INDAGINE PER LA VIGILANZA CONSOB
Radiocor - Piu' poteri di indagine alla Consob e riforma organica dell'impianto sanzionatorio previsto dal Testo Unico della Finanza.

Queste le richieste del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, al Legislatore in occasione dell'incontro annuale con il mercato. Vegas fa un riferimento implicito agli ultimi eventi che ha affrontato la Consob, come lo scandalo Mps ('prove di estrema difficolta' in un contesto aggravato dalla crisi e da episodi assurti agli onori delle cronache') ma lascia la risposta alle critiche, piovute anche sulla Consob, al giudizio sull'operato delle Autorita' di vigilanza italiane contenuto nella valutazione fatta dal Fmi a marzo sull'adeguatezza del sistema italiano. Il Fondo, ricorda Vegas, ha giudicato 'il nostro sistema robusto e sofisticato, anche rispetto ai paesi piu' avanzati'.

CONSOBCONSOB

5 - CONSOB: SEMPRE MENO AZIONI PER LE FAMIGLIE, E' CROLLO DAL 2007
Radiocor - Le famiglie italiane investono sempre meno nelle azioni quotate a Piazza Affari, mentre continuano a preferire, anche nel 2012, i titoli di Stato. La relazione della Consob mostra un deciso calo della quota delle famiglie che hanno investito in titoli quotati italiani, dal 4,1% del 2011 al 2,9% del 2012 e un incremento dal 12,6 al 13,1% di chi investe in titoli di Stato. Stabile nel 2012 la percentuale di famiglie che ha investito in fondi comuni e Sicav (dal 5,8 al 6,1%).

Prendendo come riferimento il 2007, il crollo e' evidente sia per le azioni quotate sia per i prodotti del risparmio gestito, a causa dell'impatto della crisi subprime e del debito sovrano in Europa: il grado di diffusione dei due strumenti e' sceso rispettivamente dal 6,4 al 2,9% e dall'11,7 al 6,1%. La quota di famiglie che possiedono titoli di stato e' invece tornata ai livelli del 2007 (13%) ed e' rimasto stabile il dato relativo alle obbligazioni bancarie (9,3%). Comples sivamente, nel 2012 la percentuale di famiglie che hanno investito in strumenti finanziari rischiosi (azioni, obbligazioni, risparmio gestito e polizze vita) e' rimasta invariata rispetto al 2011 al 25% circa, dato inferiore di 10 punti percentuali rispetto al 2007.

Negli ultimi 5 anni le flessioni piu' marcate si registrano per la quota di famiglie che hanno investito in polizze vita e fondi pensione (dal 21% del 2007 al 15% del 2012) e nel risparmio gestito (dal 14 al 9%). Per quanto riguarda la distribuzione della ricchezza, la quota delle attivita' finanziarie investite in titoli di stato e' cresciuta dal 14,2 del 2011 al 17,1% del 2012, l'investimento in azioni e' sceso dal 5,6 al 5,3%, mentre e' cresciuta la quota relativa alle obbligazioni (dal 14,7 al 15,4%). Stabile al 47% l'investimento in depositi e risparmio postale (contro il 38% del 2007).

 

 

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