VIDEO! "UN APPLAUSO ALLA PROSSIMA VALLETTA DI SANREMO" – LA REAZIONE DI SALVINI CONTESTATO DA UNA DONNA CON UN CARTELLO (“BASTA GUERRA A ONG, GOVERNO CRIMINALE”) DURANTE IL SUO INTERVENTO ALL'HOTEL ERGIFE A ROMA - ATTRAVERSO IL CONGRESSO NEL LAZIO, SALVINI PROVA A RIANIMARE LA LEGA NAZIONALE – E SULLE POSIZIONI ANTI-NATO E FILO RUSSE DI MARINE LE PEN, ATTESA DOMENICA A PONTIDA, "IL CAPITONE" E' PERENTORIO: “LA MAGGIORANZA DEI FRANCESI LA PENSA COME LEI”

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Da video.lastampa.it

salvini contestato hotel ergife roma salvini contestato hotel ergife roma

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è stato contestato da una donna con un cartello con scritto "Basta guerra a ong, governo criminale", durante il suo intervento dal palco del congresso regionale della Lega nel Lazio. Salvini ha subito risposto:

 

"L'idea del ministro Valditara di reintrodurre il voto in condotta servirà a parecchia gente. E questo mi fa riflettere sul fatto che io non mi sento superiore, ma mi sento diverso perché noi chiudiamo questa pagliacciata qua con il sorriso e con ironia, pensate invece se uno di noi fosse andato in un contesto di sinistra a contestare".

 

DAJE ROMANI

Stefano Cappellini per “la Repubblica”

 

marine le pen matteo salvini meme by edoardo baraldi marine le pen matteo salvini meme by edoardo baraldi

(…) Come quando Salvini sale sul palco del congresso regionale della Lega nel Lazio, il primo nella storia ultra quarantennale del partito, e già questo è un fatto, in una una sala sotterranea dell’Hotel Ergife di Roma, noto per i concorsoni pubblici, ed esordisce così: «Daje».

 

Sono arrivati in circa trecento all’Ergife tra delegati e simpatizzanti. Esiste una tenuta sociale del militante leghista romano: camicia aperta su collanina con ciondolo.

Avvistati: corno, àncora, timone, runa, più raramente fede nuziale. A Roma, per definizione, il leghista militante non è nativo. Arriva da Forza Italia, dagli altri partiti della destra, più raramente da sinistra.

 

(…)

 

Salvini è convinto che il peggio a Roma sia passato, «vi ringrazio di aver tenuto duro», dice ai sopravvissuti alla tentazione di salire sul carro di Fratelli d’Italia. Profetizza grandi risultati citando Umberto Bossi: «All’inizio dei Novanta ero con lui a un incontro nella periferia di Milano. Disse: presto il sindaco sarà nostro. Noi avevamo il 3 per cento, ci voleva coraggio per non considerarlo un folle». Così rievoca il Senatur, forse senza rendersi conto di aver appena raccontato una storia che ai più ricorda quella di Giorgia Meloni. «Sta diventando un’amica», dice lui negando qualsiasi frizione.

matteo salvini e marine le pen matteo salvini e marine le pen

 

 

Cos’è rimasto insomma di quel sogno di trasformare la Lega secessionista e nordista in un grande partito nazionalista votato anche al Centro e al Sud ? Intervenendo dal palco dopo Salvini provano a spiegarlo il monzese Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato, il lombardo Alessandro Morelli, sottosegretario a Palazzo Chigi con delega alla programmazione economica, il genovese Edoardo Rixi, vicemininistro ai Trasporti, al quale va riconosciuto di aver pronunciato la frase più vera di tutto il consesso: «Basta aspettare qualche tempo e Roma cadrà nelle nostre mani come un frutto maturo».

 

Parla pure Pasquale Pepe, segretario della Basilicata che snocciola le cifre dei successi elettorali locali, così rilevanti a suo dire che non si capisce come mai il raduno di Pontida non apra una succursale a Matera. Salvini, che all’idea di recuperare voti da Roma in giù non ha certo rinunciato, è l’unica speranza di riprendersi tutto quello che era suo e ora è di Giorgia, ne approfitta per ricordare che sta per andare a Caltanissetta, alla prima festa ufficiale della Lega in Sicilia.

 

MATTEO SALVINI CON MARINE LE PEN A PARIGI MATTEO SALVINI CON MARINE LE PEN A PARIGI

Per il resto è il solito Salvini, oggettivamente molto approssimativo quando deve affettare un tema.

Succede quando risponde alle domande della stampa: «In Europa dice - cacceremo il governo dei socialisti ». Guardi che a Bruxelles Tajani governa con loro e forse dopo le prossime Europee pure Meloni. E lui: «Noi mai». Poi dal palco: «In Europa cacceremo dal governo i comunisti », che ovviamente non ci sono mai stati. I classici: «La Ue si occupa di vino finto e farina di cavallette ma non muove un dito per difendere i confini italiani». Quando gli viene chiesto se non lo imbarazzi affiancarsi a Pontida a Marine Le Pen, per le posizioni anti-Nato e filorusse della leader francese, Salvini decide di seguire un filo tutto suo: «La maggioranza dei francesi la pensa come lei». Questione risolta.

 

Durante il discorso del leader irrompe una militante che alza un cartello a favore delle ong. Salvini non si scompone: «Ecco la prossima valletta di Sanremo». Poi attacca «gli zingari che occupano le case », Schlein che vuole gli ospedali «armocromici», infine confessa di aver scoperto con grande gioia che il ministro delle Infrastrutture ha facoltà di girare con il blocchetto delle multe: «Quanto mi piacerebbe poterlo usare una volta... perché poi, diciamo la verità, quando vai in auto spesso il cretino lo vedi arrivare da lontano...».

 

SALVINI LE PEN-3 SALVINI LE PEN-3

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