DI VIMINALE IN PEGGIO - REGALI PREZIOSI, MAIL E BIGLIETTI COSÌ I FUNZIONARI DEL FEC COPRIRONO TUTTO

Per il timore che il Cda del Fec potesse chiedere il rientro dei soldi dalla banca svizzera Hottinger, scoprendo così gli ammanchi milionari, La Motta e friends decidono di ingraziarsi prefetti, direttori amministrativi e funzionari con ricchi doni - Tutti sapevano dei soldi all’estero e nessuno ha parlato…

Condividi questo articolo


Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

FRANCESCO LA MOTTAFRANCESCO LA MOTTA

A Natale, quando al Viminale arrivavano costosi regali spediti dalla banca svizzera Hottinger e destinati a prefetti e funzionari addetti ai fondi Fec, nessuno si stupiva. In quel dipartimento lo sapevano tutti che i soldi erano all'estero sin dal 2006, eppure facevano finta di nulla. La legge vieta alle istituzioni pubbliche di trasferire beni fuori dai confini, ma loro non se ne preoccupavano.

AGENDA LA MOTTA DA CORRIERE ITAGENDA LA MOTTA DA CORRIERE IT

Sino all'aprile scorso, quando la notizia dell'inchiesta non è diventata pubblica e l'allora ministro Anna Maria Cancellieri ha istituito una commissione per ricostruire i passaggi chiave degli investimenti e scoprire chi li avesse autorizzati. Per recuperare la somma era comunque troppo tardi. I fondi erano ormai spariti, i guai giudiziari appena cominciati. L'ordinanza di cattura del prefetto Francesco La Motta e dei suoi presunti complici nelle ruberie di Stato, svela che cosa è accaduto negli ultimi anni nelle stanze del ministero dell'Interno.

AGENDA LA MOTTA DA CORRIERE ITAGENDA LA MOTTA DA CORRIERE IT

Ma rivela anche come quei 10 milioni di euro siano stati depositati sul conto svizzero «400500» della Hottinger, che risulta poi duplicato, poi spostati su una società di Chiasso, infine si siano praticamente volatilizzati. E come questo sia successo senza che nessuno - tra chi aveva la responsabilità del Fec dopo il passaggio di La Motta al vertice dell'Aisi, l'agenzia dei servizi segreti civili, avvenuto nel 2007 - si prendesse la briga di controllare come veniva realmente gestito il denaro.

LE MAIL CONTRO IL PREFETTO
«Gli investimenti - accusa il giudice - sono stati effettuati con un meccanismo assai complesso e poco trasparente che non prevedeva assolutamente il deposito degli utili nel conto corrente infruttifero acceso presso la tesoreria centrale. Non è mai stata acquisita periodicamente una precisa rendicontazione».

AGENDA LA MOTTA DA CORRIERE ITAGENDA LA MOTTA DA CORRIERE IT AGENDA LA MOTTA DA CORRIEREITAGENDA LA MOTTA DA CORRIEREIT

E dopo aver marcato «l'opacità dell'operazione e la sua assoluta antieconomicità per la Pubblica Amministrazione al di là del successivo svuotamento del conto», sottolinea come «non appare affatto inverosimile che la Hottinger, società riconducibile a Zullino, soggetto in stabili rapporti con la criminalità organizzata campana, sia stata costituita al precipuo scopo di gestire anche il patrimonio del Fec».

È stato proprio Zullino il primo a decidere di collaborare con i magistrati, assumendosi le proprie responsabilità. Ma ben prima del suo arresto aveva indicato nel prefetto La Motta l'unica persona che poteva decidere che cosa fare dei soldi. Il 3 maggio scorso, rispondendo via mail a un funzionario del Viminale che gli chiede dove sia il denaro «Zullino invita l'interlocutore a chiedere chiarimenti a La Motta, che ha sempre avuto mano libera ad operare sul conto svizzero».

BIGLIETTI DI AUGURI E DONI
Nel dicembre 2011 La Motta e i personaggi che hanno investito i 10 milioni del Viminale all'estero sono preoccupati perché il consiglio di amministrazione del Fec potrebbe chiedere il rientro dei soldi. E dunque, sottolinea il giudice nell'ordinanza di cattura, decidono di «ingraziarsi i membri del Fec al fine di dissuaderli dall'iniziativa di chiudere il conto presso la banca svizzera Hottinger, nell'evidente timore che si scoprissero i milionari ammanchi». Le frenetiche conversazioni trascritte e analizzate in un'informativa consegnata al pubblico ministero Paolo Ielo dai carabinieri del Ros, svelano chi siano i destinatari delle loro attenzioni.

Scrivono gli investigatori dell'Arma: «In occasione delle canoniche festività Tartaglia non manca di omaggiare i solerti consiglieri ma, facendo sua l'indicazione fornita dal prefetto La Motta, vuole che i biglietti augurali siano a firma di Zullino su carta intestata della Hottinger. Lui si accolla il gravoso e dispendioso compito di provvedere all'acquisto dei regali e alla relativa consegna, tramite una persona di sua fiducia. In una telefonata tra Zullino e Tartaglia quest'ultimo afferma infatti che "Franco vuole 4 biglietti a firma Zullino".

Il broker chiede se "deve darli a quei rompi c... del Fec" e Tartaglia conferma chiedendo di intestare le buste Pria, Di Maro, Polillo, Paniccia e convenendo che "deve mandarlo anche a Falzone". Si tratta di nomi puntualmente ritrovati nell'organigramma del Fec a partire dal prefetto Angela Pria, attuale capo del Dipartimento; il prefetto Lucia di Maro, direttore del Fec; la dottoressa Mirella Polillo, direttore amministrativo contabile area IV bilancio e consultivo; il ragionier Giulia Paniccia, funzionario amministrativo ufficio pianificazione e affari generali; il dottor Roberto Falzone, dirigente di II fascia area IV bilancio e consultivo».

I MILIONI SUL CONTO SEGRETO
Dichiara Zullino durante l'interrogatorio del 13 maggio scorso: «Prima di lasciare il Fec il prefetto La Motta ha richiesto l'apertura di un collaterale, ossia un finanziamento garantito dalle somme in essere sulla relazione bancaria e ivi investite. Una linea di credito che crebbe parallelamente al crescere del valore dell'investimento effettuato dal Fec sul conto Hottinger fino ad assumere un valore pari all'80 per cento». Ma la vera stranezza sono i trasferimenti alla società «Silgocom Sa» di Chiasso che secondo gli inquirenti potrebbe essere stata il veicolo per far sparire i soldi.

Scrive il giudice dopo aver esaminato la documentazione contabile: «A fronte dei 10 milioni e 52mila euro che il Fec ha trasferito alla Hottinger, un milione e 145mila euro dovrebbero essere rientrati nella disponibilità del Fec ma non è stato possibile rinvenire alcuna indicazione sulle modalità; sei milioni e 500mila euro risultano trasferiti alla "Silgocom Sa" dai due rapporti intestati al Fec; sul conto Fec dovrebbe esserci una disponibilità finanziaria di due milioni e 400mila euro, che invece, per mancanza di specifiche informazioni non risultano disponibili».

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VESPA, CHI ERA COSTUI? INDIGNATA LETTERINA DI "BRU-NEO" A DAGOSPIA: “IERI SERA AL PALAZZO DEI CONGRESSI HO ABBANDONATO LA CELEBRAZIONE DEI 100 ANNI DELLA RADIO E DEI 70 DELLA TELEVISIONE, INDIGNATO PER IL TRATTAMENTO RISERVATO A ‘PORTA A PORTA’. ACCANTO ALL'OMAGGIO A MONUMENTI COME ZAVOLI E PIERO ANGELA, SONO STATI RICORDATI ‘MIXER’ E ‘CHI L’HA VISTO’. MA NON UNA PAROLA, NÉ UNA IMMAGINE, SUI 30 ANNI DI PORTA A PORTA” - FATTE LE NOMINE, VESPA NON SERVE PIÙ? È STATO UN GENTILE CADEAU DA PARTE DI CHI È STATO ESTROMESSO? CHI C'È DIETRO? È MAI POSSIBILE CHE LA SCALETTA DI UN PROGRAMMA COSÌ IMPORTANTE, CHE CELEBRA UN SECOLO DI RAI, NON ABBIA AVUTO L’IMPRIMATUR DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RAI, GIAMPAOLO ROSSI?

PERCHÉ GIORGIA MELONI È COSÌ INCAZZATA CON LA DISGRAZIATA "TALPA" CHE HA SPIFFERATO IL BLITZ SULLA CONSULTA DI MARTEDÌ PROSSIMO? LA DUCETTA SPERAVA DI COGLIERE DI SORPRESA L'OPPOSIZIONE E SPIANARE LA STRADA AL SUO CONSIGLIERE GIURIDICO, FRANCESCO SAVERIO MARINI. GIUSTO IN TEMPO PER IL 12 NOVEMBRE, QUANDO LA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBE BOCCIARE L'AUTONOMIA LEGHISTA, CON GRANDE GIUBILO DELLA SORA GIORGIA: SE COSÌ FOSSE, SALTEREBBE IL REFERENDUM CHE NON LA FA DORMIRE LA NOTTE (GLI ITALIANI SONO CONTRARI) - ANCHE FORZA ITALIA HA CHIAMATO IN ADUNATA I SUOI, MA LA LEGA NO. E TE CREDO...

DAGOREPORT - LA FINANZIARIA È UN INCUBO PER IL GOVERNO CAMALEONTE DI GIORGIA MELONI: GRAVATA DAGLI OBBLIGHI EUROPEI SUL DEBITO PUBBLICO, CHE ANDRÀ SFORBICIATO DI ALMENO 12 MILIARDI L’ANNO, E DA UNA CRESCITA STRIMINZITA – EPPURE IL PNRR PIÙ DOVIZIOSO D’EUROPA (QUASI 200 MILIARDI) DOVEVA GARANTIRCI CRESCITA COSTANTE E SOPRA AL 3%. COS’È ANDATO STORTO? TUTTO: IL PIANO È STATO MAL SPESO E PEGGIO INVESTITO. E CON IL TRASLOCO DEL MINISTRO FITTO, CHE HA GIÀ PORTATO ARMI E BAGAGLI A BRUXELLES IN VISTA DELL’ESAME DELL’EUROPARLAMENTO, LA SITUAZIONE POTRÀ SOLO PEGGIORARE. LA MELONA INFATTI VUOLE DIVIDERE IL PORTAFOGLIO TRA CIRIANI E MUSUMECI, NON CERTO DUE FENOMENI DI EFFICIENZA E GESTIONE…

DAGOREPORT – APPROFITTANDO DEL ''VUOTO DI POTERE'' ALLA CASA BIANCA, NETANYAHU STA SERIAMENTE PENSANDO DI COLPIRE TEHERAN - SE DOVESSE ATTACCARE, LA RISPOSTA DELLA MACCHINA BELLICA DI KHAMENEI NON SARA' PIU' DIMOSTRATIVA PERCHE' ISRAELE VERREBBE COLPITA NON SOLO DALL'IRAN MA ANCHE DA SIRIA, IRAK, YEMEN, LIBANO, GAZA, CISGIORDANIA - GLI AMERICANI PROVANO A FRENARE LA FOLLIA DEL DOTTOR STRANAMORE D'ISRAELE CON UN’OFFENSIVA DIPLOMATICA SOTTO TRACCIA: SONO STATI I SERVIZI A STELLE E STRISCE AD AVVISARE KHAMENEI CHE NASRALLAH ERA NEL MIRINO DI TEL AVIV (LA GUIDA SUPREMA HA AVVISATO IL CAPO DI HEZBOLLAH, CHE NON HA ASCOLTATO) E AD ALLERTARE ISRAELE CHE I RAZZI STAVANO PARTENDO DA TEHERAN… - VIDEO