FLORIS ENTRA NEL CAVEAU DI BANKITALIA
Paolo Baroni per “la Stampa”
I 5 Stelle alzano il tiro su Bankitalia. Ieri alla Camera è stata incardinata la proposta di legge di Fratelli d' Italia sulla nazionalizzazione della nostra banca centrale e con un colpo a sorpresa, che ha preso in contropiede innanzitutto Fdi, la presidente pentastellata della Commissione Finanze Carla Ruocco ha indicato come relatore una deputata del suo stesso schieramento, Francesca Ruggero.
«Questo non significa che entriamo in maggioranza - ha subito precisato Marco Osnato dell' Fdi -. Ma mettiamo a disposizione il nostro disegno di legge e se M5s, e anche la Lega, votano il nostro provvedimento siamo solo contenti». E «contenta» per la scelta si dichiara ovviamente la presidente di Fdi Giorgia Meloni, prima firmataria del pdl. Sia Leu che il Pd, invece, hanno espresso «meraviglia» per la scelta.
«Se dal punto di vista tecnico è una procedura possibile - sostiene il dem Claudio Mancini - dal punto di vista politico qualche dubbio diventa più che legittimo in un momento in cui la maggioranza ha scatenato un assedio a Bankitalia in nome del cambiamento per scardinarne governance e presupposti di indipendenza». E il governo? Ieri in Commissione l' esecutivo era rappresentato dal sottosegretario all' Economia, Alessio Villarosa (M5s) secondo il quale «l' esecutivo si esprimerà sulla base di un' intesa tra i due alleati».
Subito dopo ha però ricordato di aver depositato «una norma con analoghe finalità» nella scorsa legislatura assieme alla stessa Ruocco e all' attuale presidente della Commissione Finanze del Senato, Daniele Pesco. Identici i termini del provvedimento, cambia solo la data di decorrenza: 1 marzo 2019 anziché 1 maggio 2016.
Gli azionisti
Oggi il capitale dell' Istituto guidato da Ignazio Visco è composto da 300.000 quote del valore nominale di 25mila euro l' una, per un ammontare complessivo di 7,5 miliardi. I principali azionisti sono i primi due gruppi bancari del Paese che per effetto delle progressive aggregazioni hanno accumulato grandi quote, alleggerite in maniera significativa solo dopo la riforma del 2014 che ha visto l' ingresso di enti ed istituti di previdenza e fondi pensione che si sono spartiti circa un terzo del capitale.
Oggi tra i primi dieci azionisti di via Nazionale ci sono Intesa Sanpaolo col 15,53%, Unicredit col 12,88, Carisbo (gruppo Intesa) col 6,2, Generali al 4,3, Carige col 4%, e poi Inps, Inail, Inarcassa (ingegneri e architetti), Enpam (medici) e Cassa Forense tutte col 3%. Ai valori correnti solo per liquidare i primi 5 azionisti servirebbero 3,2 miliardi di euro, problema che il ddl Meloni aggira disponendo che gli indennizzi avvengano ai valori nominali del 1936.
ignazio visco sergio mattarella
Scelta che difficilmente le banche private potranno accettare e che secondo Renato Brunetta di Forza Italia può costare 4 miliardi di euro di indennizzi. In dettaglio la proposta di legge Meloni, punta con due soli articoli ad abrogare le misure varate a fine 2013 e ad introdurre «norme per l' attribuzione a soggetti pubblici della proprietà della Banca d' Italia», con il Mef che acquisisce le quote e le può eventualmente cedere solo ad altri soggetti pubblici.
vincenzo la via, salvatore rossi, ignazio visco, valeria sannucci, luigi federico signorini, fabio panetta
L' obiettivo «in ottica sovranista - ha spiegato Osnato - è quella di evitare di correre il rischio che la Banca d' Italia, ora di proprietà di banche private, cada in mano straniere». E che possano fare la stessa fine anche i 100 miliardi di riserve d' oro, mentre deve esser chiaro «che la ricchezza accumulata dalla Banca d' Italia è degli italiani».
IGNAZIO VISCO IGNAZIO VISCO E MARIO DRAGHI IGNAZIO VISCO MATTEO RENZI