ACQUA AZZURRA, ACQUA D’ORO - IL TRIONFO AGLI EUROPEI DI NUOTO DI MIRESSI, CECCON, ZAZZERI E FRIGO, I FANTASTICI 4 DELLA STAFFETTA 4X100 STILE: “VOLEVAMO GASARE GLI ITALIANI” – LA FANTASTICA STORIA DI ZAZZERI, L’ARTISTA DEL GRUPPO, CHE CON I SOLDI DELLA MEDAGLIA DI TOKYO SI È ALLESTITO UNO STUDIO PER DIPINGERE – IL CANNIBALE PALTRINIERI PUNTA ALL’ORO NEI 1500 SL: "A QUANTO QUOTEREI IL RECORD DEL MONDO NEI 1500? ALTO, ALTO, RESTA DIFFICILE. E POI PER ME LA COSA IMPORTANTE È…” - FOTO

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ARIANNA RAVELLI per il Corriere della Sera

 

 

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Adesso impariamoli a memoria, come si faceva una volta con le formazioni delle squadre di calcio, perché sentiremo parlare a lungo di loro: Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri, Manuel Frigo, sono la staffetta 4x100 stile argento alle Olimpiadi, bronzo ai Mondiali e oro agli Europei in casa, «ed è la prima volta che una staffetta festeggia davanti al suo pubblico. Noi oggi volevamo gasare gli italiani».

 

La parola che scelgono tutti e quattro e che, in effetti, li descrive meglio è una sola: solidità. Sono una certezza di questa Italia del nuoto che mantiene sempre le promesse che fa. «Oggi avevamo un compito solo: vincere e l'abbiamo portato a casa», dice Zazzeri che, del gruppo, è l'artista, nickname Zazzart, con i soldi della medaglia di Tokyo si è allestito uno studio per dipingere («Anche se il quadro promesso io lo sto ancora aspettando», lo rimprovera Miressi) e ultimamente sta dando lezione a Ceccon: «Ma lui vuole disegnare solo se stesso...».

 

europei nuoto pellegrini giunta europei nuoto pellegrini giunta

È così, con battute e prese in giro, all'insegna della leggerezza («Il nostro segreto è che siamo tutti amici e che scherziamo anche prima di buttarci in acqua») che siamo arrivati a essere dietro gli Stati Uniti, o forse chissà... «Nei prossimi anni daremo filo da torcere a tutti: stiamo lavorando bene, l'obiettivo, inutile dirlo, è Parigi», è il grido di battaglia che Ceccon esprime con la stessa pacatezza con cui ordinerebbe un caffè e che oggi è pronto a ributtarsi nella finale dei 50 dorso per prendere il suo terzo oro, dopo aver vinto anche nei 50 farfalla. E se lo dice il nostro fenomeno di polivalenza e di realismo, 23 anni da Schio, c'è da crederci. Perché la cosa che piace di più di questi ragazzi che fanno raccolta di medaglie è che sono i primi a saperle pesare: «Oggi sapevamo che con le assenze degli altri gareggiavamo praticamente solo contro di noi - continua Ceccon -. Ma sapete come si dice, bisogna essere al posto giusto nel momento giusto...».

 

I nostri quattro razzi chiudono in 3'10''50, meglio di Budapest. Parte Miressi, il gigante di Torino, 23 anni («Non è stata una delle mie migliori frazioni, ma 47''76 non è male, ero un po' affaticato») che ci lascia secondi dietro la Francia, poi arriva Ceccon (47'88 «posso fare meglio») che ci riporta primi, e infine Zazzeri (47''60) e Manuel Frigo (super in 47''26, «Il tifo del pubblico mi ha tolto diversi decimi») che ci tengono comodamente davanti.

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E se i quattro della staffetta sono i campioni del presente e del futuro, le altre medaglie di giornata rientrano nel capitolo «non mollare mai». Silvia Scalia ha lottato tutta la vita per vincere una medaglia internazionale: a 27 anni, da un anno allenata a Verona da Matteo Giunta (ex allenatore e futuro marito di Federica Pellegrini) conquista l'argento nei 50 dorso in 27''53, dietro l'imprendibile francese Pigree (27''27). «Sono passata da zero a cento in un giorno solo. Il primo grazie va a Matteo (Giunta, per l'appunto, ndr), sono andata da lui in un momento in cui nessuno credeva in me». E non ha mai mollato neanche Luca Pizzini, bronzo nei 200 rana a 33 anni, anche lui allenato da Giunta, per anni compagno di allenamenti di Federica, che sugli spalti si commuove per la sua vittoria. Pizzini era ai Mondiali del 2009, ha visto il nuoto italiano trasformarsi, lui che aspetta un figlio a novembre, ha tenuto duro per essere qui, parte di questa festa azzurra.

 

 

 

 

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PALTRINIERI SI TUFFA «CERCO VITTORIE, ORA STO MEGLIO CHE AL MONDIALE»

A. rav. Per il Corriere della Sera

«Dicono che quello che mi ha quotato 1 a 26 ai Mondiali sia stato licenziato. Qui agli Europei sono tornato a 1,5». Se la ride di gusto Gregorio Paltrinieri, che da quel riscatto a Budapest nei 1500 (con record europeo) ha preso la spinta per arrivare fino a qui a Roma e provare a vincere cinque medaglie su cinque gare, tra piscina e mare di Ostia. «A quanto quoterei io il record del mondo nei 1500? Alto, alto, resta difficile. E poi per me la cosa importante è vincere le medaglie, l'obiettivo è quello. Ma siccome per vincere serve andare veloce... io penso che la mia condizione sia migliore di quella del Mondiale».

 

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Greg che ha cambiato tutto per restare sempre lì, in cima al mondo o all'Europa (che nel caso del mezzofondo non fa poi così tanta differenza), questa mattina inizia la sua lunga corsa nei 1500 con le batterie. «Ho fatto un conto: da sei Europei salgo di fila a podio negli 800 e se ci riesco domani sono sei anche nei 1500. Ma se non avessi cambiato tutto, non avessi cercato stimoli nuovi con il nuoto in mare, non ci sarei riuscito, perché quello che facevo non mi dava più niente. E sì, avere tutti contro, tutti che mi sconsigliano, soprattutto quelli che non mi sono vicinissimi, mi convince a farlo ancora di più. È stato così anche con la strategia della corsia 1 ai Mondiali». Ovvero nuotare un tempo alto apposta in batteria, per poi stupire tutti in finale da posizione defilata. «Oggi però non potrò rifarla: siamo tre italiani con due posti e non posso rischiare. Vorrà dire che cambierò ancora».

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