ATALANTA-LAZIO: UNA PARTITA BELLISSIMA ROVINATA DA UN FINALE CHE NON SI VEDE NEANCHE NEI PEGGIORI CAMPACCI ARGENTINI – NEI MINUTI DI RECUPERO REINA VIENE COLPITO IN TESTA DA UNA MONETINA: RESTA IN CAMPO E PRENDE IL GOL DEL 2 PARI – IMMOBILE AGGANCIA PIOLA, ANCORA IN RETE PEDRO. LA DEA IN 6 PARTITE IN CASA HA RACCOLTO APPENA 6 PUNTI - A BERGAMO NON HANNO CAPITO CHE LE MONETINE E' MEGLIO TENERLE IN TASCA: IL CELEBRE EPISODIO DEL '90 CON LA MONETINA CHE COLPI' ALEMAO E PORTO' ALLO 0-2 A TAVOLINO PER IL NAPOLI...

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Da gazzetta.it

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Brutto finale a Bergamo: nei minuti di recupero del match tra Atalanta e Lazio, Pepe Reina è stato colpito in testa da una monetina lanciata dalla curva alle sue spalle. Il portiere spagnolo era appena stato ammonito per perdita di tempo, dopo essersi a tardato a togliere via dal campo alcuni oggetti lanciati (un rotolo di scotch tra gli altri) e subito dopo il provvedimento dell'arbitro è stato raggiunto dalla monetina. Reina è rimasto qualche secondo in ginocchio poi sportivamente si è rialzato e ha ripreso a giocare. La beffa è arrivata solo pochi secondi più tardi quando De Roon ha segnato il 2-2 finale.

 

 

ATALANTA LAZIO

Marco Guidi per gazzetta.it

 

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Tra una squadra che fatica da matti a vincere in casa e un’altra che in trasferta aveva raccolto appena 4 punti sinora, il risultato più logico è il pareggio. Ma in questo 2-2 tra Atalanta e Lazio la parola logica è meglio metterla da parte. Il risultato è più frutto dell’irrazionale, sia in positivo (lo sforzo della Dea nel riprendere una partita che sembrava ormai andata, il cinismo degli ospiti nel sbloccarla nel momento più difficile) che in negativo (la paura che incomprensibilmente abbassa la squadra di Sarri nel finale, gli errori di gestione dei padroni di casa, dettati più che altro dalla frenesia). Fatto sta che dal Gewiss Stadium Atalanta e Lazio escono con un punto a testa che lascia sostanzialmente inalterata la classifica, in attesa degli impegni delle altre.

 

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BOTTA E RISPOSTA

Gasperini deve fare ancora i conti con le assenze. Recuperato Demiral, che prende posto al centro della difesa, dove mancano però Palomino (squalificato), Djimsiti e Toloi (infortunati). De Roon ancora arretrato nella retroguardia a tre, in mediana confermato Koopmeiners, davanti riecco Ilicic con Zapata. Sarri, dal canto suo, sceglie Cataldi e Luis Alberto a centrocampo, mentre in difesa Hysaj e Marusic sono i terzini, con Lazzari in panchina. Canovaccio della partita chiaro sin dai primi minuti, con l’Atalanta molto aggressiva in pressione (De Roon si sgancia dalla difesa per seguire come un’ombra Milinkovic in fase di non possesso), Lazio più compassata nel palleggio, con il solo Immobile alla ricerca della profondità, che però arriva di rado nel primo quarto d’ora. Ritmi gradevoli, anche se le occasioni da gol faticano ad arrivare.

 

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Al 10’ sugli sviluppi di un corner Demiral avrebbe la palla buona sulla testa, ma struscia solamente il tentativo. Otto minuti dopo, però, è a sorpresa la Lazio a passare, praticamente alla prima vera sortita offensiva. Cataldi verticalizza per Immobile, Demiral va a vuoto in scivolata, Musso ci mette una pezza, ma sulla respinta Pedro è il più rapido di tutti ad arrivare sulla palla e infilare il vantaggio biancoceleste. Lo 0-1 agita l’Atalanta, che comincia a sbagliare di più tecnicamente, forse perché in preda alla frenesia di raddrizzare una gara che stava conducendo dal punto di vista tattico in avvio. Gli ospiti, invece, continuano nella loro partita di grande attenzione, non concedendo praticamente nulla a Zapata e compagni sino al 45’57”. Fatali alla banda Sarri sono infatti gli ultimi tre secondi del minuto di recupero concesso dall’arbitro Guida. Sul lancio apparentemente innocuo di Lovato, Marusic cicca e innesca Zapata. Acerbi non è tempestivo nel raddoppio e il colombiano è poi bravo a resistere al ritorno un po’ morbido del serbo e a fulminare Reina con un destro terrificante da posizione defilata. E’ il primo tiro in porta dell’Atalanta, ma vale l’1-1 con cui si chiude il primo tempo.

 

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LO SCATTO DI CIRO—   La ripresa si apre con una botta da fuori di Freuler, ben controllata da Reina. La risposta laziale arriva subito ed è clamorosa: Cataldi batte velocemente una punizione a metà campo, cogliendo Demiral fuori posizione e mettendo Immobile solo davanti a Musso, che respinge alla grande il sinistro a colpo sicuro del bomber della Nazionale con il ginocchio destro. Il primo cambio della gara è di Gasperini al 14’ del secondo tempo: fuori un abulico Pasalic, dentro Malinovskyi. Otto minuti dopo, dentro anche Muriel e Scalvini per Ilicic e Lovato. Sarri replica con Basic per Luis Alberto.

 

L’Atalanta ora fatica ad alzare il ritmo e la Lazio prende decisamente campo. La conseguenza è la rete dell’1-2 di Immobile al 29’. Tutto nasce dalla palla persa da De Roon a metà e dalla percussione centrale dell’inossidabile Pedro. Palla scaricata a Basic e recapitata poi a meraviglia dall’ex Bordeaux sui piedi di Ciro, libero di insaccare a due passi di Musso. Al 37’ il neo entrato Raul Moro ha sul sinistro la chance per chiudere i conti, ma è ancora Musso a dire di no col piede e a tenere in vita i suoi.

 

L'URLO DI DE ROON—   Una parata fondamentale, perché nel finale la Lazio si abbassa troppo e concede a un’Atalanta stanca, ma infarcita di giocatori offensivi (Gasp chiuderà con Malinovskyi, Zapata, Piccoli e Muriel in campo) di provarci sino all’ultimo respiro. Prima è Muriel dal limite a calciare fuori di poco, poi Malinovskyi col destro dà solo l’illusione del gol, colpendo l’esterno della rete.

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Nel recupero, però, De Roon su sponda di Demiral trova il bersaglio grosso, dove Reina non può arrivare. E’ il 2-2 che frena il volo dell’Aquila biancoceleste e ridà brio a una Dea che in 6 partite a Bergamo ha raccolto appena 6 punti. Il Gewiss Stadium non è ancora un fortino, ma almeno oggi nemmeno una casa stregata.

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