AVE MOU, "PADRONE TOTALE DELLA SCENA" - GIANCARLO DOTTO IN ESTASI DAVANTI AL “GIGANTE” MOURINHO: "E’ LUI IL PROTAGONISTA ASSOLUTO DI UN DERBY STRAVINTO, PRIMA ZITTISCE GLI OLÉ DEI TIFOSI POI LASCIA LA SCENA TRIONFALE AI GIOCATORI. UNO SCIAMANO. DALLA STRAVAGANTE CONFERENZA STAMPA DI SABATO SERA AL FRACASSO DEL DERBY. NON HA SBAGLIATO UNA MOSSA. NON SAPPIAMO SE MOURINHO VINCERÀ COME HANNO VINTO LIEDHOLM E CAPELLO, MA SAPPIAMO CHE…"

-

Condividi questo articolo


 

Giancarlo Dotto per il “Corriere dello Sport”

 

 

jose mourinho foto mezzelani gmt 108 jose mourinho foto mezzelani gmt 108

Alla fine di una storia così perfetta, così lussuriosamente romanista, che nemmeno il più viscerale tifoso (mediamente rassegnato alle 17 e 59 di domenica ad assistere alla riedizione in versione calcistica di un massacro epico, l’Olimpico invece che il Fort Apache, le aquile piuttosto che gli apache e Sarri nella famigerata parte di Cochise) avrebbe saputo nemmeno concepire, figuriamoci scrivere, ecco il colpo di teatro. L’invenzione che aggiunge alla serata perfetta il tocco e lo spiazzamento del demiurgo. Colui che non subisce gli eventi, ma li detta. Colui che non si fa consegnare il copione, ma lo distribuisce, casomai, agli amici e, possibilmente, anche ai nemici. 

 

Josè Mourinho. Il gigante della storia, il protagonista assoluto di un derby stravinto, che fa? Ora schizza a rotta di collo nel mucchio selvaggio come il Mazzone di una volta sotto la Sud o come il se stesso, a sbracare nell’orgia di massa, a guadagnarsi il meritato trionfo, tutti pensano, tutti pensiamo. No. Sparisce quatto il geniale omarino all’apice della festa nella pancia dello spogliatoi, ben sapendo che quella era la mossa esatta da fare. Attimi di delusione, subito digeriti. Sì, quel demonio di Josè aveva fatto la mossa esatta. 

 

jose mourinho foto mezzelani gmt 109 jose mourinho foto mezzelani gmt 109

Scrivo “esatta” e non “giusta” perché la sfumatura di significato in questo caso è tutto. In precedenza, ne aveva fatto un’altra, mai vista prima in un campo di calcio. Quando sul 3 a 0, alla fine del primo tempo, zittisce feroce la Sud e i suoi olé. È lì che José, non contento di vincere, stravince. Non gli basta portare a casa un derby. Banale, già fatto. Sente il bisogno di governare anche i dettagli della storia, vuole essere autore fino in fondo. Non umiliare gli avversari quando sono già umiliati dal risultato e non rischiare di ammansire la tigre quando la vittima dà ancora segnali di vita.

 

Il tema aiuta a puntare una torcia grande così sul carisma selvaggio di questo uomo, da domenica sera definitivamente comprensibile. Come non lo era stato mai, nemmeno ai tempi gloriosi dell’Inter, del Chelsea, del Real o del Porto. L’intelligenza di per sé è una virtù sopravvalutata, molto spesso è una dote meccanica, tediosa, un’espressione biologica. Cosa la rende unica e fascinosa nel caso dell’uomo di Setubal? Due cose su tutte. Il suo essere parte costituiva e necessaria di una vocazione da leader che sfiora l’allucinazione, senza mai diventarlo, perché il suo essere leader non è un inganno, non è un’impostura, si posa su fondamentali indiscutibili. L’altro aspetto magnetico della personalità di Josè è il suo rovescio oscuro e qualche volta inquietante, tipico dei leader settari. Guai a voltarsi contro. 

jose mourinho foto mezzelani gmt 107 jose mourinho foto mezzelani gmt 107

 

Abbiamo avuto 9 mesi per studiarlo da vicino. Josè fa le cose esatte, non quelle giuste, perché lui agisce in ogni singolo istante sulla base di un copione che ha inciso nella testa. Una partitura scritta nei dettagli. Ancora prima d’essere conseguenza di elaborazioni a tavolino, è l’effetto di un istinto primordiale. L’istinto degli sciamani. L’amore dei tifosi romanisti è incomprensibile (lo era fino a domenica) solo se lo leggi con le rotelle sciatte del buon senso. Ma come, allibiscono i modesti travet del ragionamento applicato, i tifosi se ne fregano dei risultati?

 

Ebbene sì, con Mourinho in panca, il tifoso romanista se ne frega del risultato. E sapete perché? Il suo risultato, la sua ubriacante vittoria ce l’ha già in tasca, tutte le volte che quell’uomo parla a nome loro. Non hanno bisogno di scriverci un saggio sopra per saperlo, i tifosi della Lupa. Per questi colori, per una città come questa, una guida carismatica che infonda orgoglio e appartenenza vale mille volte uno strapuntino Champions. Se poi arrivano serate come quelle di domenica, si salvi chi po’. Ecco perché se non c’è un mistero a Roma, nella città dei misteri, è quell’Olimpico sempre al massimo della capienza, anche quando gioca lo Spezia, quei tifosi in trasferta anche nelle bocche dell’inferno. 

 

jose mourinho foto mezzelani gmt 104 jose mourinho foto mezzelani gmt 104

Non sappiamo se Mourinho vincerà come hanno vinto Liedholm e Capello, ma sappiamo che già così, dopo nove mesi di vicende alterne, Josè è il più amato della storia giallorossa. Il più amato e il più rimpianto, ancora prima che ti dica addio. Si chiama lutto preventivo. La malinconia di dover perdere prima o poi qualcuno che percepisci indispensabile.

 

Limitiamoci ai suoi colleghi. Di solito vanno a braccio o recitando lezioncine a monte, quasi sempre banali altre volte con un minimo di qualità. Nessuno come Mou ha inciso il copione in testa. Nel quale copione c’è sempre impresso il suo marchio d’autore, il primato e la differenza del suo ragionamento. Quante volte lo abbiamo aspettato al varco alla fine di partite disastrose? Come farà adesso a presentarsi? Come farà a risultare credibile? Niente da fare, giocando di fino o di ramazza, Josè ce la fa, sempre suggerendo l’idea che lui è padrone del suo destino. Di più. Che è lui in persona a dettare il destino, nelle vittorie ma anche nelle sconfitte.

jose mourinho foto mezzelani gmt 103 jose mourinho foto mezzelani gmt 103

 

Uno sciamano. 

 

Il suo è stato un week end da manuale. Dalla stravagante conferenza stampa di sabato sera al fracasso del derby. Non ha sbagliato una mossa. Padrone totale della scena, ai limiti dell’esercizio sadico. Il conto alla rovescia delle domande. Messaggio: voi giornalisti siete qui a farmi perdere tempo, ma io ho altro da fare, devo tornare al mio derby da vincere. La replica a Zeman. Inesorabile. Dove la finezza non è dire: «Io che ho vinto tutto non rispondo a uno che non ha vinto niente», ma: «Come puoi pensare che io che ho vinto tutto risponda…». Un fuoriclasse. Un fenomeno da studiare. 

ivan zazzaroni giancarlo dotto foto di bacco (2) ivan zazzaroni giancarlo dotto foto di bacco (2) jose mourinho foto mezzelani gmt 105 jose mourinho foto mezzelani gmt 105 jose mourinho foto mezzelani gmt 102 jose mourinho foto mezzelani gmt 102 jose mourinho foto mezzelani gmt 106 jose mourinho foto mezzelani gmt 106

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – AVVISATE LA MELONA CHE URSULA LE HA RIFILATO UNA SOLA: DA’ A FITTO LA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA MA GLI CONCEDE UN PORTAFOGLIO DI SERIE B (E SULLA GESTIONE DEL PNRR LO HA “COMMISSARIATO” METTENDOGLI VICINO IL MASTINO LETTONE DOMBROVSKIS) - LE FORCHE CAUDINE PER IL PENNELLONE SALENTINO SARA' L’AUDIZIONE CON LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVRA’ VALUTARLO: IL COLLOQUIO E' IN INGLESE, LINGUA CHE FITTO PARLA A SPIZZICHI E BOCCONI - PER PASSARE L'ESAME, SERVIRA’ L’OK DEL PD (GRUPPO PIU' NUMEROSO TRA I SOCIALISTI DEL PSE) - MA I DEM SONO SPACCATI: ALCUNI SPINGONO PER IL NO, DECARO-ZINGARETTI PER IL SÌ, ELLY SCHLEIN TRACCHEGGIA MA SPERA CHE FITTO SI SCHIANTI IN AUDIZIONE PER FARLO SILURARE - IL CONTENTINO AI VERDI CON LE DELEGHE ALLA SPAGNOLA RIBERA E LA CACCIATA DEL “MAESTRINO” BRETON CHE STAVA SULLE PALLE A TUTTI, DA MACRON A URSULA...

CHI FERMERÀ ORCEL NELLA SCALATA A COMMERZBANK? UNICREDIT VUOLE CHIEDERE ALLA BCE IL VIA LIBERA PER PORTARE IL SUO CAPITALE DELL'ISTITUTO TEDESCO AL 30%, SOGLIA LIMITE PER LANCIARE L'OPA – DEUTSCHE BANK POTREBBE RILANCIARE MA HA I CAPITALI PER UNA FAIDA BANCARIA? – IL VERO OSTACOLO PER ORCEL SONO I SINDACATI TEDESCHI, CHE TEMONO UNA PESANTE SFORBICIATA AI POSTI DI LAVORO. ANCHE PERCHÉ LA GERMANIA VIVE UNA CRISI ECONOMICA PESANTE, COME DIMOSTRA IL CASO VOLKSWAGEN, CHE MINACCIA DI FARE FUORI 15 MILA DIPENDENTI…

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2029 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO...