Marco Bonarrigo per corriere.it
Nel ciclismo professionistico — dove l’allerta sul doping farmacologico e meccanico è sempre alta — si sta sviluppando un feroce dibattito sul possibile divieto di uso di un prodotto all’apparenza del tutto naturale: l’estratto di lamponi.
Durante i recenti Mondiali in Belgio, il board dell’Unione Ciclistica Internazionale ha diffuso un comunicato in cui spiega che «nonostante l’assenza di prove scientifiche sul miglioramento delle prestazioni prodotte dai chetoni e come parte dell’impegno dell’Uci per uno sport onesto e credibile, il Comitato direttivo dell’Uci ha lanciato un nuovo studio scientifico per chiarire la questione. In attesa dei risultati, l’Uci raccomanda ai corridori di astenersi dall’utilizzare questa sostanza».
A stretto giro di posta, Merijn Zeeman, capo allenatore di Jumbo Visma, la squadra che divide con la Ineos i gradi di team più forte del pianeta (grazie a corridori come Roglic, Dumoulin e tanti altri) ha fatto sapere che di rinunciare ai chetoni per i loro atleti gli olandesi non ci pensano proprio: «Il professor Asker Jeukendrup, autorità mondiale in questo campo scientifico — ha spiegato Zeeman — ci consiglia di utilizzare i chetoni in casi specifici come parte di una sofisticata strategia nutrizionale ovviamente nei limiti di quanto consentito. Sappiamo da numerosi studi che i chetoni da soli non determinano la differenza tra vincere e perdere, ma facciamo anche ricerche su come possiamo sfruttare i vantaggi marginali. Non appena l’Uci vieterà l’uso di chetoni, ovviamente smetteremo immediatamente di usare questa sostanza».
Contro la Jumbo-Visma e contro i chetoni si sono scagliate molte squadre World Tour con in prima linea la Dsm di Romain Bardet: si narra che dietro la rottura del contratto del talento svizzero Marc Hirschi ci sia stata proprio la volontà dell’atleta di continuare a usare i chetoni vietati dal regolamento interno della squadra.
Ma cosa sono questi benedetti chetoni e come funzionano? I chetoni sono composti organici prodotti (in quantità limitata) dai reni in caso di deficit di carboidrati e che alcuni ricercatori (contestati) considerano una forma di alimento diversa dalle tre convenzionali, ovvero carboidrati, grassi e proteine e in grado di «regalare» energia supplementare in caso di bisogno. Nessuno sa se i chetoni servano realmente all’organismo (gli studi danno risultati parzialissimi) o a rimpinguare solo le casse di chi li vende. Il fatto è che la maggior parte degli integratori a base di chetoni contengono semplice estratto di lampone, ciliegia o mirtillo con un pizzico di caffeina, succo di mela e, a volte, zenzero. Difficile immaginare che possano far male alla salute. Perché allora i lamponi fanno così paura al governo del ciclismo?