Cosimo Cito per “la Repubblica”
Il compasso largo, la fatica disegnata sulle guance, un vento gelido che sbatte sulle cosce lunghissime, un tempo straordinario: 38'02"52, il personale sui 10 km di marcia abbassato di quasi un minuto, quarta prestazione all time, a meno di 10 secondi dal record di Francisco Javier Fernandez. E, ora, una porta per Rio che la Fidal terrà aperta per lui, annuncia il presidente Giomi.
È là, steso, Alex Schwazer, Sandro Donati che ha scandito il passo è il primo a raggiungerlo, lo stringe, lui fa un cenno, lo coprono. Ricominciare da Tagliacozzo, su una pista non omologata, con cronometraggi non omologabili, senza sponsor, senza orpelli, lui, la fatica, la marcia. Il campione c' è. Lo andava raccontando, Donati, il ragazzo ha un motore fantastico, ha migliorato la meccanica di marcia.
Però questo era il primo allenamento pubblico dopo l' inizio del programma, dopo il 1° aprile, quando Alex ottenne dal paladino italiano dell' antidoping un programma e un obiettivo: Rio, magari, e un'altra vita da sportivo, quella sì.
Quando inizia a parlare, alla fine, non una parola va sul sogno a cinque cerchi: «Dovevo rompere il ghiaccio, sapevo di andare forte, i risultati di questi sei mesi erano incoraggianti, puntavo a scendere sotto i 39, così non avrei immaginato, ma la strada è lunga». Va forte Alex, supportato dall' équipe Ronci- D' Ottavio, da un Donati raggiante, impressionato: «Abbiamo ridato speranza a un ragazzo che stava vivendo un dramma, carico di antidepressivi e di solitudine».
ALEX SCHWAZER CAROLINA KOSTNER
Nessuno l' aveva ancora visto scappar via sul tacco e sulle punte, Alex. Si allena sulla pista ciclabile lungo il Tevere, vive in una stanza d' albergo, a Roma è arrivato ad aprile, senza alcun supporto, un sogno autofinanziato, quindi più difficile, ma che storia, se tornasse l' Alex che fu. Per ora è meglio: «Questo tempo vuol dire che sto lavorando bene, e qui era durissima, da solo, era una prova a livello nervoso, ho dato tutto per dire a me stesso che ci sono, voglio andare forte, parlare poco, basta polemiche, arriverò dove arriverò».
Il 5 ottobre Schwazer comparirà alla seconda sezione del Tna, spera in uno sconto di tre mesi (per collaborazione anche con la Rusada, l' agenzia antidoping russa) della squalifica che termina il 29 aprile 2016, Procura del Coni e Iaaf hanno espresso parere negativo. «Cambia nulla - aggiunge Donati - l' obiettivo è ottenere il minimo per Rio, ci sarebbe solo meno tempo per farlo, ma ci sarebbe. Per ora abbiamo dimostrato che, con il motore che ha sempre avuto, il doping poteva benissimo evitarlo».
Il muro della Fidal, intanto, si sbriciola: Alfio Giomi, presidente, intervenuto a un convegno a Roma, annuncia: «Per Schwazer si apre una strada per Rio, ma dovrà dimostrare di essere forte e pronto, nella coppa del mondo il 7 e 8 maggio. Fino ad allora lasceremo 5 posti vuoti nell' ipotetica squadra: nessuno, tranne uno, ai mondiali ha dimostrato di essere all' altezza». Forse andrà come Alex, polemicamente, aveva detto qualche tempo fa: «Quando serviranno medaglie, verranno a bussare». «Lo dissi in un momento di nervosismo e non lo ridirei ».
Tra una decina di giorni si passerà alla strada, a Roma, sui 20 km, distanza olimpica. Stamane prelievo del sangue, il sedicesimo controllo degli ultimi 6 mesi e i dati, annuncia il professor Ronci, sono ampiamente dentro i parametri Wada, ematocrito intorno al 44, emoglobina 14,4, numeri che si saldano a un' impressione di serenità, a un entusiasmo contagioso. E poi: «A chi pensa che sia un' operazione di marketing dico di venire a vedermi». E basta.