DIAVOLO DI UNO SCARONI – MILAN AL BIVIO: YONGHONG LI HA UN MESE PER FARE CHIAREZZA O L'EX NUMERO 1 DELL’ENI DIVENTERA’ PRESIDENTE – IL MISTERO DEL PRESTITO DI 303 MILIONI: SENZA INVESTIMENTI CINESI, IL FONDO ELLIOTT PRENDEREBBE IL CONTROLLO DEL CLUB: FASSONE RESTEREBBE AD E AL COMANDO DEL CLUB POTREBBE SALIRE SCARONI (NON INVISO A BERLUSCONI) 

-

Condividi questo articolo


berlusconi li berlusconi li

Enrico Currò e Luca Pagni per la Repubblica

 

Per i tifosi del Milan l' effetto più gradito del 4-1 in casa del Chievo è la possibilità di gustarsi il duello di domani con la Juventus come ai bei tempi: pensando in grande, cioè alla difficile scalata verso la zona Champions. A Verona il riabilitato Montella ha scovato modulo (il 3-4-2-1), titolari (Bonucci è congelato dalla residua giornata di squalifica), gioiello lucidato (Romagnoli) e idolo della folla (Suso), ma soprattutto si è guadagnato il diritto a sfidare la Juve senza sentirsi precario.

 

Fino alla sosta di novembre, salvo tracollo contro Juve e Sassuolo, Paulo Sousa resterà sullo sfondo, adesso che il Leicester ha scelto Puel, e Gattuso un' eventualità credibile, avvalorata dai risultati della Primavera, mentre Ancelotti, per sognare il revival in Premier League, resiste ai corteggiamenti cinesi e non pensa a Milanello.

SCARONI SCARONI

 

A proposito di Cina, però, anche i fedeli più incrollabili cominciano a cedere all' evidenza: novembre sarà il mese della verità su Yonghong Li, il presidente lontano del quale si favoleggia sempre. Dalle miniere di fosforo si è passati a un presunto videomessaggio ai calciatori, in cui avrebbe rassicurato la squadra sulle proprie disponibilità finanziarie. Ogni dubbio verrà dissolto in un mese: o il Milan rimane cinese oppure diventa subito americano, del fondo Elliott, grazie al famoso prestito di 303 milioni di euro. In questo caso il nuovo presidente potrebbe essere italiano e certo non inviso a Berlusconi: Paolo Scaroni, presidente dell' Eni con Berlusconi premier.

 

Berlusconi Li Berlusconi Li

Entro fine novembre, infatti, deve arrivare la prima tranche dell' aumento di capitale da 60 milioni, secondo gli accordi tra Li e il fondo di Paul Singer: una delle clausole del prestito impone al Milan di non accumulare perdite e di tenere sempre i conti in attivo. Senza investimenti cinesi, Elliott prenderebbe il controllo del club. A quel punto Fassone potrebbe rimanere Ad e alla presidenza salirebbe Scaroni, che lavora per la banca d' affari Rothschild, consulente nell' operazione Milan proprio per la cordata cinese.

 

La scadenza di novembre misurerà la solidità finanziaria di Li, a più riprese messa in discussione. Emergeranno finalmente i soci misteriosi, in teoria tornati nell' ombra per la stretta di Pechino contro le spese folli nel calcio? Fassone è impegnato, con la banca d' affari americana Bofa- Merrill Lynch, nel rifinanziamento del prestito e nei futuri aumenti di capitale. Servono appunto nuovi soci, per offrire alla banca americana garanzie a un prestito di lungo periodo, da ripagare con la quotazione a Hong Kong entro 3 anni.

 

SCARONI BERLUSCONI 1 SCARONI BERLUSCONI 1

A novembre, il 13, è prevista anche l' assemblea dei piccoli azionisti, che approverà il bilancio dei primi 6 mesi del 2017, non ancora gravati dal costoso mercato estivo. L' ostacolo più alto pare la presentazione del voluntary agreement all' Uefa, per evitare sanzioni del fair-play finanziario. Le previsioni sui ricavi cinesi sono già state ridimensionate e il nuovo piano di sviluppo è stato esteso a tutto l' Estremo Oriente. L' ipotesi delle dolorose cessioni a giugno, per aggiustare il bilancio, segnerebbe l' addio di Donnarumma e Suso.

 

Il quale allontana l' idea: «Ho appena rinnovato. Se Fassone mi voleva vendere, doveva dirmelo prima di firmare. Io voglio rimanere a lungo. La Juve è più forte, ma può succedere di tutto». I tifosi pregustano il duello.

SCARONI BERLUSCONI SCARONI BERLUSCONI

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

COME MAI L’OPA OSTILE DI UNICREDIT SU BANCO BPM HA TERREMOTATO I NEURONI LEGHISTI? IL MINISTRO DEL MEF GIORGETTI HA SUBITO ALZATO LE BARRICATE: L'OPA È STATA "COMUNICATA, MA NON CONCORDATA COL GOVERNO", MINACCIANDO ADDIRITTURA LA GOLDEN POWER, COME SE UNICREDIT FOSSE DI PROPRIETÀ CINESE - ANCOR PIÙ IMBUFALITO È SALVINI: “UNICREDIT ORMAI DI ITALIANO HA POCO E NIENTE: È UNA BANCA STRANIERA, A ME STA A CUORE CHE REALTÀ COME BPM E MPS CHE STANNO COLLABORANDO, SOGGETTI ITALIANI CHE POTREBBERO CREARE IL TERZO POLO ITALIANO, NON VENGANO MESSE IN DIFFICOLTÀ" – ECCO IL PUNTO DOLENTE: L’OPERAZIONE DI ORCEL AVVIENE DOPO L'ACCORDO BPM-MILLERI-CALTAGIRONE PER PRENDERSI MPS. COSI’ IL CARROCCIO CORRE IL RISCHIO DI PERDERE NON SOLO BPM, STORICAMENTE DI AREA LEGHISTA, MA ANCHE MPS, IL CUI PRESIDENTE NICOLA MAIONE È IN QUOTA LEGA…

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…