GLI ERRORI DI PRESUNZIONE DI MANCINI - QUEST’ANNO CONTRO SQUADRE PIÙ TECNICHE (SPAGNA, ARGENTINA, GERMANIA) GLI AZZURRI NON L’HANNO MAI PRESA E IL CT NON HA MAI ESIBITO UN CREDIBILE PIANO B – PER EVITARE ALTRE FIGURACCE A SETTEMBRE IL MANCIO DEVE SBRIGARSI A TROVARE L'EREDE DI CHIELLINI E UN CENTRAVANTI OLTRE A IMMOBILE (IL CT ASPETTA PELLEGRI E PINAMONTI) - RASPADORI SI PERDE QUANDO L’ASTICELLA SI ALZA. E SCAMACCA…

-

Condividi questo articolo


Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”

 

germania italia mancini germania italia mancini

Sarà un'estate di riflessioni per Roberto Mancini. E anche di decisioni. Servirà anticipare il lavoro di sintesi tra la squadra dei Campioni d'Europa e quella sperimentale, che ha fornito qualche buona risposta, ma è stata umiliata dalla Germania. Che la ripartenza sarebbe stata complicata lo avevamo messo in conto. Ma, in attesa di riportare la chiesa azzurra al centro del villaggio, certe brutte figure andrebbero evitate. L'imbarcata contro i tedeschi è stata anche il tema di una lunga telefonata tra l'allenatore e il presidente Gravina.

 

Mancini, all'ultima fatica, ha preteso troppo: voleva una squadra dominante e ha finito per essere dominato. Troppo fragile il centrocampo, inesistente il tridente in miniatura anche se Gnonto ha segnato il gol più giovane della storia azzurra. Un errore di presunzione. Il c.t. ha scelto la squadra che ha battuto l'Ungheria, ma quando il livello si alza l'equilibrio non può mancare. All'andata contro i tedeschi e in Inghilterra il tridente era stato opportunamente rivisitato con uno o due centrocampisti. Forse, alla quinta partita in 14 giorni, come neppure a un Mondiale, sono mancate le forze, fisiche e nervose.

roberto mancini roberto mancini

 

A settembre, nelle ultime due sfide di Nations, serve l'Italia vera perché possiamo ancora vincere il girone ma soprattutto dobbiamo evitare la retrocessione nella Lega B con conseguenze gravi per l'immagine, le casse federali e il sorteggio ai gironi europei. L'allenatore dovrà recuperare Bonucci, Verratti, Berardi, Immobile e, in attesa di Chiesa, forse Jorginho, da mettere insieme alle anime del rinnovamento, Tonali e Lorenzo Pellegrini. Perché in questa finestra di espiazione qualcosa di buono si è visto. Anche il coraggio di lanciare i giovani, che però hanno bisogno di tempo. I problemi sono tanti, trovare l'erede di Chiellini e il solito tarlo del centravanti. «Nascerà una squadra che tornerà qui a dominare», ha promesso Mancio uscendo dal Borussia Park. Intanto ci accontenteremmo di evitare altre notti così disperanti.

 

2 - L'EREDITÀ DI CHIELLINI E UN VERO NUMERO NOVE SCOMMESSE DELL'ITALIA

roberto mancini roberto mancini

Guglielmo Buccheri per “la Stampa”

 

Nella notte di Moenchengladbach, qualche clacson e molte bandiere. La Germania non era mai riuscita a superarci, nei 90', quando la sfida con gli azzurri era inserita nel cammino dei Mondiali, degli Europei e della Nations League: c'è riuscita al Borussia Park e, per i tedeschi, è motivo d'orgoglio e sussulto. Noi ce ne torniamo a casa con il bilancio di due settimane mai così intense per la nostra Nazionale, cinque gare, di fatto una ogni tre giorni: il bicchiere è pieno o senza acqua?

 

L'Argentina, prima sfida della serie, non può fare testo perché, in campo, sono andati, giustamente, i campioni d'Europa, un po' stanchi, un po' acciaccati. E il verdetto è stato impietoso: Messi e Di Maria sugli scudi, azzurri al tappeto. Dalla Finalissima di Wembley a l'altra sera, ecco le note liete o la matita rossa.

 

roberto mancini roberto mancini

L'Italia sperimentale messa in piedi dal ct Roberto Mancini nei duelli con la Germania (andata e ritorno), l'Ungheria e l'Inghilterra per il girone di Nations League ha mostrato due nervi scoperti su tutti: l'eredità di Chiellini e le punte spuntate o inadatte al gioco del Mancio. Chiellini ha detto basta ed è volato a Los Angeles investendo del ruolo l'interista Bastoni, ma il punto è che Bastoni sembra aver imboccato una parabola discendente quando si tratta di cose nazionali: timido, a tratti timoroso, ed ingenuo è stato il suo atteggiamento in questa finestra di giugno. Nessuna bocciatura, ma una involuzione preoccupante nel momento in cui avrebbe dovuto dar peso al testimone che lo stesso Chiellini gli ha pubblicamente passato.

 

Dietro, o accanto, a Bastoni c'è poca luce: il romanista Gianluca Mancini non fa progressi, il laziale Acerbi è oltre i trent' anni e l'altro biancoceleste Luiz Felipe può essere considerato per l'emergenza. Così non ci resta che augurare lunga carriera al veterano Bonucci e sperare che il Gatti visto nella tana degli inglesi a Wolverhampton sia l'annuncio di qualcosa di più grande.

roberto mancini roberto mancini

 

Buttando la palla il più lontano possibile, le nostre punte fanno fatica a trattenerla. Immobile non c'era in queste cinque fatiche perché infortunato, Belotti sì, ma nessuno se ne è accorto: il ballottaggio tra i due cominciato nel maggio del 2018 si può considerare chiuso. E, allora? Sotto con Scamacca, ma Scamacca deve darsi una scossa: nel dialogo con i compagni è vivo, nelle conclusioni verso la porta non pervenuto così come nei movimenti nel cuore dell'area di rigore. Il vivace Raspadori lo è nelle partite meno adrenaliniche per tradizione, quando l'asticella si alza si perde.

 

 

All'orizzonte avanza la sagoma, non banale, del granata Pellegri perché di lui Mancini ha stima e aspetta solo che il ventenne Pietro si metta a giocare con regolarità. Stima, il ct, nutre anche per Pinamonti, chiamato a fine maggio e tornato a casa per colpa dei guai fisici.

 

roberto mancini roberto mancini

Chiellini è già rimpianto, in attacco serve una svolta. E, altrove? Sulle fasce, in difesa, poche sono le alternative. A sinistra uno Spinazzola al 60 per cento vale di più della possibile concorrenza di Emerson o Biraghi, con il solo Dimarco ad avanzare una candidatura credibile. A destra, oltre Di Lorenzo e Florenzi, il vuoto perché Calabria non ha il passo per prendersi la scena.

 

L'Italia in mezzo al campo sta bene, a patto di non dimenticarsi di Verratti e Jorginho, anche se quest' ultimo, seppur unico nel suo modo di gestire il pallone, è insidiato da Cristante o dai giovanissimi Ricci, Esposito e Scalvini, tutti e tre debuttanti in queste ore. Sulle ali, l'attesa è per il ritorno di Chiesa e la speranza è che Berardi stia lontano dall'infermeria: Insigne uscirà dai radar, Bernardeschi anche, Politano non ci è mai entrato.

roberto mancini by macondo roberto mancini by macondo MANCINI GNONTO MANCINI GNONTO

 

wilfried gnonto roberto mancini italia germania wilfried gnonto roberto mancini italia germania ITALIA ARGENTINA mancini ITALIA ARGENTINA mancini roberto mancini roberto mancini

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – AVVISATE LA MELONA CHE URSULA LE HA RIFILATO UNA SOLA: DA’ A FITTO LA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA MA GLI CONCEDE UN PORTAFOGLIO DI SERIE B (E SULLA GESTIONE DEL PNRR LO HA “COMMISSARIATO” METTENDOGLI VICINO IL MASTINO LETTONE DOMBROVSKIS) - LE FORCHE CAUDINE PER IL PENNELLONE SALENTINO SARA' L’AUDIZIONE CON LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVRA’ VALUTARLO: IL COLLOQUIO E' IN INGLESE, LINGUA CHE FITTO PARLA A SPIZZICHI E BOCCONI - PER PASSARE L'ESAME, SERVIRA’ L’OK DEL PD (GRUPPO PIU' NUMEROSO TRA I SOCIALISTI DEL PSE) - MA I DEM SONO SPACCATI: ALCUNI SPINGONO PER IL NO, DECARO-ZINGARETTI PER IL SÌ, ELLY SCHLEIN TRACCHEGGIA MA SPERA CHE FITTO SI SCHIANTI IN AUDIZIONE PER FARLO SILURARE - IL CONTENTINO AI VERDI CON LE DELEGHE ALLA SPAGNOLA RIBERA E LA CACCIATA DEL “MAESTRINO” BRETON CHE STAVA SULLE PALLE A TUTTI, DA MACRON A URSULA...

CHI FERMERÀ ORCEL NELLA SCALATA A COMMERZBANK? UNICREDIT VUOLE CHIEDERE ALLA BCE IL VIA LIBERA PER PORTARE IL SUO CAPITALE DELL'ISTITUTO TEDESCO AL 30%, SOGLIA LIMITE PER LANCIARE L'OPA – DEUTSCHE BANK POTREBBE RILANCIARE MA HA I CAPITALI PER UNA FAIDA BANCARIA? – IL VERO OSTACOLO PER ORCEL SONO I SINDACATI TEDESCHI, CHE TEMONO UNA PESANTE SFORBICIATA AI POSTI DI LAVORO. ANCHE PERCHÉ LA GERMANIA VIVE UNA CRISI ECONOMICA PESANTE, COME DIMOSTRA IL CASO VOLKSWAGEN, CHE MINACCIA DI FARE FUORI 15 MILA DIPENDENTI…

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2029 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO...