Monica Colombo per il “Corriere della Sera”
In principio si iscrissero in tanti alla corsa. Una folla di pretendenti all' inseguimento di Sua Altezza Reale Zlatan Ibrahimovic, alla ricerca di adrenalina in Europa dopo il calcio periferico della Major League. Lo corteggiò Sinisa Mihajlovic in virtù di un rapporto personale maturato negli anni. «Deciderà a metà dicembre», disse il tecnico serbo prima che Walter Sabatini spegnesse ogni illusione.
«Non verrà al Bologna, è stata una bella suggestione». Per settimane è stato sulla lista dei desideri del Napoli, grazie a Carlo Ancelotti, illuminato ministro degli Esteri.
Risolto il contratto con l' ex allenatore, Aurelio De Laurentiis domenica sera si è affrettato a precisare: «Avevamo pensato a Ibra con Ancelotti alla guida. Ora abbiamo altre priorità».
Giorno dopo giorno, mentre Zlatan prende tempo, riflette, ascolta i segnali che il corpo gli manda, l' elenco dei corteggiatori si assottiglia.
Certo, tentare non costa nulla. Ci ha provato anche il Monza di Silvio&Adriano che, inseguendo progetti di grandeur e sfruttando la tela di rapporti diplomatici, ha avanzato la proposta. Ora nemmeno i due formidabili sognatori ci credono più. Berlusconi alla cena di Natale del club ha divertito gli astanti con la battuta «Galliani mi vuol convincere a tutti i costi a prendere Ibra». È stato accostato all' Everton, ora che Carletto sta per firmare un contratto fino al 2024. Eppure, nonostante i contatti telefonici continui fra il prossimo tecnico dei Toffees e lo svedese, Ibra non tornerà a cimentarsi con il calcio fisico della Premier.
Perciò due sono le opzioni sul tavolo del giovanotto 38enne che, sfogliando la margherita, sta spazientendo il Milan, in attesa di una risposta avanzata un mese e mezzo fa. È ovvio che con il passare dei giorni le speranze di vederlo di nuovo a San Siro si affievoliscono, tanto più che l' attaccante non intende derogare dal proposito di svolgere le vacanze di Natale con la propria famiglia.
Chi lo sente con regolarità rivela gli umori ondivaghi del giocatore, un giorno convinto di poter stupire ancora nel nostro campionato e la mattina dopo avvilito dagli acciacchi. Ibra, sfrontato nell' esibire agli altri la propria superiorità, stavolta sembra accusare momenti di debolezza, coltivando timori di non essere all' altezza delle aspettative.
Boban e Maldini (che studiano anche Haaland del Salisburgo) a più riprese lo hanno rassicurato spiegandogli che da lui si aspettano più che un miracolo tecnico, un supporto morale e di leadership.
Certo, poi restano gli ostacoli non secondari legati alla durata del contratto richiesta (18 mesi contro 6) e la cifra per l' ingaggio relativo (10 milioni). Essere di nuovo re o ritirarsi vivendo di ricordi, questo è il problema.
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