EXIT PAUL! IL FRANCESE PAUL POGBA SOSPESO PER DOPING E’ STATO MESSO AL MINIMO DI STIPENDIO DALLA JUVE. SE NON SARÀ SCAGIONATO IL CLUB BIANCONERO RISOLVERÀ IL SUO CONTRATTO – CROSETTI: "LO SPORT E LA VITA INSEGNANO CHE È MEGLIO NON TORNARE. POGBA È TORNATO ALLA JUVE INSEGUENDO UN PASSATO IRRIPETIBILE. FECERO LO STESSO ERRORE TRAPATTONI E CANNAVARO. COME BERLUSCONI CON SACCHI O CON CAPELLO"

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Maurizio Crosetti per la Repubblica - Estratti

 

paul pogba paul pogba

Gli amori che fanno giri immensi e poi ritornano funzionano solo nelle canzoni e nemmeno sempre. Nella realtà, trattasi di illusione. O forse di suggestione, di seconda occasione da sognare migliore della prima, più completa perché più esperta. Nello sport esiste uno smisurato repertorio di tentazioni e tentativi quasi sempre a vuoto.

 

L’esempio di Paul Pogba è solo l’ultimo della serie: intuizione geniale la prima volta, abbaglio imperdonabile la seconda. Il tempo, del resto, fa il suo mestiere, consumando tendini e storie. Eppure, lo raccontò Maurizio Arrivabene, l’idea fu lanciata da una domanda al tavolo dei dirigenti, una provocazione quasi: «Perché non riprendiamo Pogba?». Ora che il francese è sospeso per doping e messo al minimo di stipendio, se non sarà scagionato la Juve risolverà il suo contratto.

 

paul pogba paul pogba

Chi pensa che lo sport sia una metafora della vita, s’inganna. Semmai è il contrario. In fatto di amori riscaldati, proprio la Juve è un’esperta in materia sin dai tempi di Trapattoni, strappato all’Inter al secondo giro con risarcimento a conguaglio di Dino Baggio, l’altro Baggio, prestato per un anno ai nerazzurri a parziale compensazione dello scippo del tecnico: poi andò così così, arrivò un’altra Coppa Uefa, non lo scudetto atteso da anni.

 

La Juve ha ripreso Lippi (al secondo giro, due scudetti e una finale di Champions, invece il bis azzurro in Sudafrica fu un precipizio), Cannavaro (la prima volta fu un affare scambiarlo con Carini, la seconda un tremendo peccato di nostalgia), e adesso Allegri che fatica tantissimo a dimostrare di essere proprio quello dei cinque scudetti di fila. Pure Sacchi e Capello non seppero resistere al Milan quando li richiamò Berlusconi, ma fu un triste revival per entrambi.

 

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L’amore riscaldato, alla fine, scalda poco: non tutti sono Jennifer Lopez e Ben Affleck. Il più delle volte si rincorre un passato che andrebbe invece preso alla lettera: passato per sempre, remoto. Ma i sogni preferiscono il condizionale, sebbene condizionati da variabili impreviste e quasi mai fedeli all’eterno ritorno. Ripetere non sempre giova, con tutto il rispetto dei Latini. «L’inferno è pieno di quarte stagioni», recita una memorabile battuta di Boris.

 

In tanti casi, già la seconda non è un granché. Molti sequel di film anche importanti diventano code senza sugo, battute che non fanno più ridere: il paragone è in agguato, impietoso. Il primo Oronzo Canà ( L’allenatore nel pallone) divenne un cult, del secondo ti chiedi solo: perché? Persino quel capolavoro de Il Padrino alla fine, in triplice copia, mostra un po’ la corda. Harrison Ford, che da Indiana Jones vecchietto sprint continua a scapicollarsi di qua e di là, mette malinconia. La vera Mission: impossible? Essere quelli della prima volta.

infortunio paul pogba infortunio paul pogba

 

Poi, certo, le eccezioni non mancano.

 

Il secondo Michael Jordan nei Bulls fu memorabile, il terzo ai Wizards un po’ meno.

 

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