FORMULA ECCLESTONE: GIUSTIZIA MONETARIA - IL BOSS DELLA F1 SGANCIA 100 MILIONI E IL TRIBUNALE DI MONACO ARCHIVIA IL PROCESSO PER CORRUZIONE - ORA “BIG BERNIE” POTRÀ RIPRENDERE IL SUO RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DEL CIRCUS

Accusato di aver corrotto l’ex n. 1 della banca BayernLb, Ecclestone nel 2013 ammise il fatto ma disse di essere stato ricattato: alla fine l’imprenditore ha capito che sarebbe stato meglio pagare - Del resto, per uno che si mette in tasca almeno 500 mln€ all’anno, e dispone di un patrimonio di oltre 2 miliardi di sterline, queste sono noccioline...

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Cristiano Chiavegato per “La Stampa

 

ecllestone alla sbarra 9 ecllestone alla sbarra 9

«Bye-bye», ha sussurrato alla folla di cronisti, fotografi e teleoperatori assiepati all’uscita del tribunale. In precedenza, nell’aula dove si svolgeva il processo, aveva salutato il giudice il pubblico ministero, l’interprete e uno stenografo. Poi è salito sorridente sulla limousine che lo attendeva.

 

«Un atto dovuto - ha dichiarato Sven Thomas, il suo avvocato -. Ho la sensazione che si senta sollevato». Pochi minuti prima Bernie Ecclestone aveva aperto il borsellino e versato i 100 milioni di dollari (74 milioni di euro) di penalità richiesti dall’accusa. Una somma che, aggiunta ai 25 milioni di euro dovuti come risarcimento alla BayernLB, fa arrivare a una spesa complessiva di 100 milioni nella moneta continentale. 

 

Così il boss della F1 è uscito prosciolto dal processo per corruzione intentato nei suoi confronti dalla magistratura tedesca. Nè innocente, nè colpevole: semplicemente il giudizio è stato archiviato.

ecllestone alla sbarra 8 ecllestone alla sbarra 8

 

Se non interverranno altri problemi l’imprenditore inglese, che il prossimo 28 ottobre compirà 84 anni, con due matrimoni alle spalle e uno in corso, tre figlie, (una delle quali, Deborah, avuta dalla prima moglie, l’ha già fatto diventare bisnonno), potrà riprendere il suo ruolo di direttore operativo del «circus dei motori». Aveva dovuto abbandonarlo nello scorso mese di gennaio quando il fondo CVC, maggiore azionista della F1, lo aveva fatto dimettere lasciandogli soltanto la gestione ordinaria giorno per giorno.
«Sono innocente, non pagherò mai», aveva detto più volte nei mesi scorsi.

 

ecllestone alla sbarra 7 ecllestone alla sbarra 7

Di fronte alla possibilità di vedersi comminare una condanna a dieci anni di prigione, Ecclestone ha deciso di pagare, senza fare una piega. La storia che lo ha portato in tribunale era nata del 2005, quando era riuscito a far vendere al Fondo CVC le azioni detenute dalla BaryernLB, una banca d’affari di Monaco di Baviera, per circa 650 milioni di euro. Un vero affare perché in poco tempo il loro valore è aumentato a circa 2 miliardi.

 

Ma, nel gennaio del 2011, Gerhard Gribkowsky, direttore della BayernLB venne accusato di aver ricevuto da Bernie una tangente di 44 milioni di dollari per favorire l’acquisto delle azioni a prezzi bassi e nel giugno dell’anno successivo venne condannato a 8 anni e mezzo di carcere per corruzione a evasione fiscale. Nel luglio 2013 anche Ecclestone era stato coinvolto nella vicenda e portato a giudizio nello scorso aprile. Bernie ammise il fatto, ma disse che era stato ricattato. Alla fine l’imprenditore inglese ha capito che sarebbe stato meglio pagare.

bernie slavica ecclestone bernie slavica ecclestone

 

Del resto, per un personaggio che si mette in tasca fra interessi e stipendi almeno 500 milioni di euro all’anno, e dispone ancora di un patrimonio valutato 2,4 miliardi di sterline, queste sono veramente noccioline. Senza dimenticare che la spesa sopportata in questi giorni andrà a finire sul conto dell’ex moglie Slavica.

 

Lui con lei è titolare del fondo Bambino che detiene l’8,5 per cento delle azioni della F1. E per questo la donna gli versa proprio 100 milioni di euro di interessi all’anno. I conti tornano sempre in questa maniera. Ora resta da vedere come reagirà la CVC che entro il 2017 dovrà, per legge, cedere tutto il suo pacchetto del 35,5 per cento. È molto probabile che Bernie Ecclestone continuerà a essere il punto di riferimento della F1. E chissà che, quando sarà il momento, non sia proprio lui a trattare l’acquisto delle azioni in vendita. Non ci sarebbe da sorprendersi.

 

 

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