GRIGIO FERRARI - RAIKKONEN QUINTO, VETTEL NONO: NUOVA FIGURACCIA DELLA ROSSA SURCLASSATA ANCHE DALLA RED BULL - ARRIVABENE NON SI ARRENDE: "SONO ARRABBIATO MA RASSEGNATO MAI" - CHE FA MARCHIONNE, ACCETTA IL DISASTRO O LO SPEDISCE AL MARE? -

A Silverstone trionfa Hamilton, Rosberg penalizzato e retrocesso: ora ha solo 1 punto sul compagno-rivale - Ridimensionate le aspettative Ferrari, l’eventuale sfogo di Marchionne arriverà sulle spalle di Arrivabene che ne è consapevole: “Abbiamo ricevuto una dura lezione. Dobbiamo riavvicinarci alle Mercedes”... -

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Paolo Rossi per “la Repubblica”

 

Grigio Ferrari. Altro che rosso fiammante. Triste, come il cielo di Silverstone e le malinconiche prestazioni di Raikkonen (quinto) e Vettel (nono). Il decimo gran premio della stagione toglie tutti i veli, tutte le speranze, tutti gli alibi e le giustificazioni. La Mercedes è oltre, e da oggi davanti c’è anche la Red Bull.

 

RAIKKONEN RAIKKONEN

Ieri la Ferrari sperava nello sgrullone d’acqua britannico, che però è arrivato troppo presto, il tempo di rovinare la passerella dei Vip nella pit lane prima del via. Ed è stato un boomerang per tutti: per gli spettatori, in quanto la Fia ha optato per una partenza con la safety car (ci sperava Hamilton. Che, davanti, non aveva nessuno che gli spruzzava acqua e ha trionfato serenamente). E per la Ferrari che, imbottigliata nel traffico, ha capito immediatamente che questo sarebbe stata un’altra corsa di dolore.

 

Oggi nessuno dirà più che si può vincere il Mondiale. Neanche Maurizio Arrivabene, il team principal. Che all’accusa di rassegnazione reagisce con scatto felino. «Assolutamente no. Questa è la mia faccia, e le mie emozioni le trasmetto alla squadra. Dico come stanno le cose. Sono arrabbiato, ma rassegnato mai. Mai». Non si sottrae al processo, e come potrebbe? E’ talmente palese lo stato dell’arte: il problema del cambio di Vettel è una spia di ben altro.

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«Lo vedremo adesso, a Maranello. Ma il progetto per me resta valido. Io spero che sia un problema di materiali, non di errori di set-up». Le sostituzioni di Sochi e Shanghai erano effettivamente imputabili a cause esterne (incidenti), ma i problemi di Raikkonen a Montecarlo, e di Vettel a Spielberg e qui a Silverstone, sono di natura tecnica. La sequenza di anomalie non è più accettabile. Saranno giorni duri, a Maranello, e chissà se Marchionne cambierà idea dopo Barcellona, dove disse «lasciamo lavorare in pace la squadra».

 

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L’eventuale sfogo del boss finirà sulle spalle di Arrivabene, che ne è ben conscio: «Abbiamo ricevuto una dura lezione, e ne dobbiamo far tesoro. Non ci devono essere circuiti difficili. E, a prescindere dal motore, altre componenti giocano un ruolo fondamentale e qui ci sono mancate. Non è la prima volta, ma qui la cosa è emersa in maniera più evidente ».

 

Non si può certo accusare Arrivabene di mancanza di personalità: «Abbiamo scelto una strategia aggressiva, ma la neutralizzazione virtuale non ci ha aiutato. Ma, ad essere sinceri, nella migliore delle ipotesi avremmo recuperato una posizione. I piloti hanno fatto un buon lavoro, pur penalizzati e in qualche modo innervositi dai problemi tecnici che conosciamo ». Silverstone ha ridimensionato le aspettative. «Dobbiamo respingere la Red Bull, e riavvicinarci alla Mercedes. Come? Ognuno sa qual è il suo ruolo, e i compiti da svolgere».

 

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Anche i piloti, che tornano dall’Inghilterra con l’equilibrio modificato: oggi il numero uno Ferrari in classifica è Raikkonen, terzo, con Vettel scavalcato anche da Ricciardo. «Ordini di scuderia? Minacce di sanzioni? Guardate, i nostri piloti sanno quali sono le regole: la priorità è la scuderia. Quindi, fin quando la matematica non condanna nessuno, solo liberi di gareggiare. Lo sanno bene, è già accaduto quest’anno e non ci sono stati problemi ». Tutti insieme, per il bene comune.

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